Capitolo LVI

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Un peso sullo stomaco mi impedì di riaddormentarmi. Cercai con lo sguardo l'orologio sul muro. 11 meno un quarto. Dannazione. Mi sollevai lentamente. Sapevo che sarei stata uno schifo quel giorno. Sul mio ventre poggiava un piede. Loki era addormentato non troppo distante da me. Mi alzai in piedi e presi dell'acqua con un bicchiere. Ne versai tutto il contenuto sulla sua faccia. Lui subito si alzò di scatto, spaventato, cercando qualcosa con cui difendersi. Iniziai a ridere di gusto, guadagnandomi una sua occhiataccia. Sentii qualcosa smuoversi dentro di me, mi fermai e corsi in bagno. Misi la testa completamente dentro la tazza del water e vomitai letteralmente l'anima. Giurai a me stessa che non avrei più bevuto alcool in tutta la mia vita. Sapevo che era una promessa inutile. Dopo essere stata per oltre quaranta minuti chiusa in bagno uscii strisciando per evitare di alzarmi. Cercai di tornare alla mia branda. Percorsi poco più di un metro prima che Loki mi afferrò per le spalle e mi aiutò ad alzarmi in piedi. Lo guardai male e mi strattonai via dalla sua presa. Camminai barcollando fino alla mia branda e mi stesi coprendomi gli occhi con un braccio sotto lo sguardo di attento e annoiato di Loki. Si sedette sul letto di 1-4-2 e continuò a fissarmi. Stufa di quella situazione mi voltai e dissi "Allora? Hai intenzione di andartene?" Nessuna risposta. "Non mi importa, fai quello che vuoi. Solo aspetta che io me ne sia andata da qui prima di giocare a fare il re." Dopo pochi minuti finalmente parlò. "Che cosa è quel segno sulla clavicola?" La sua voce faceva paura. Inspirai profondamente. "Perché dovrei dirtelo?" Strinse le mani attorno al materasso. "Chi te lo ha fatto?" "Ti ho lasciato. Non stiamo più insieme, in caso tu non lo abbia capito. Perché dovrei dire a te ciò che faccio nella mia vita privata?" Mi alzai per andare a prendere altra acqua. Frugai nelle tasche del mio cappotto per cercare un'aspirina. Fortunatamente prima di essere "partita" dalla terra ne avevo prese alcune. Buttai giù tutto il miscuglio e sciacquai il bicchiere. "Dimmi chi è stato o te lo tirerò fuori con la forza." La sua voce mi fece rabbrividire. Sì era alzato in piedi. Avanzò verso di me lentamente, godendosi il mio terrore. Era la prima volta che mi sentivo così in trappola. "Loki finiscila ora." Arrivò vicino al bancone e picchiò una mano su di esso. Sobbalzai. "Da me non otterrai nulla all'infuori del silenzio." La mia voce non era ferma come sempre. Ero a pochi metri dal muro. Loki contorse il volto in una smorfia di rabbia mista a disgusto e appoggiò una mano sul mio petto, vicino al cuore. Il mio respiro si fece incredibilmente pesante. Con l'altra mano scese lungo i miei fianchi. Credetti che si fosse calmato. Arretrai per sfuggire alla sua presa. Con uno scatto avanzò e mi incollò al muro. Senza che riuscissi a rendermene conto infilò una mano sotto la maglietta mentre con l'altra la sollevò con talmente tanta violenza da rischiare di strapparla. Salì fino alla spalle, in cerca di quel segno. Quando lo trovò con un gomito mi bloccò. "Dimmi chi cazzo è stato! Ora!" Sbraitava. Non riuscivo a guardarlo. Afferrò il mio volto stringendo la mandibola e premendo contro il collo per costringermi a guardarlo. Cercai in tutti i modi di trattenere le lacrime. Picchiò un pugno sul muro di fianco al mio volto. Sobbalzai e cercai di abbassare lo sguardo. "Non ti permetto di mancarmi di rispetto. Non ti permetto di avere altri all'infuori di me. Tu sei mia, solo mia." Sussurrò l'ultima frase al mio orecchio con voce sadica. Rabbrividii. Avevo troppa paura per continuare a mentire. Picchiai una mano contro la parete. "Va Bene! È-è stata 1-4-2. Non è colpa sua." Loki si staccò da me e abbassò lo sguardo. Ne approfittai per asciugare velocemente una lacrima. Dalla finestra vidi cadere dei cocci di vetro e una sirena scattò qualche istante dopo. Loki alzò un braccio puntandomi il dito contro. "Non ho ancora finito con te!" Poi raccolse una sacca da terra e uscì dall'alloggio. Ancora tremante scivolai sul pavimento  e mi lasciai andare in un pianto disperato. Quel controllo che lui aveva su di me. Quella paura che nonostante tutto mi incuteva. Ne avevo abbastanza. Mi guardai le mani. Da che avevo memoria erano sempre piene di tagli e lividi ma comunque ferme. Non quel giorno. Le strinsi forte tentando di bloccare quei tremori. Io avevo deciso che era finita. Io dovevo avere il controllo su me stessa. Sentii la rabbia montarmi dentro. Avrei avuto la mia vendetta. In un attimo tutto il malessere del post sbornia svanì nel nulla e mi sentii fresca come una rosa. Mi vestii con un paio di pantaloni attillati ma comodi, la canottiera corazzata e una maglia larga. Raccolsi i capelli in uno chignon disordinato e indossai stivali e cappotto. Mi guardai allo specchio mentre uscivo: ero semplicemente gloriosa. Notai un piccolo particolare, le mie dita erano come sporche di nero e le mie vene splendevano di un viola luminescente. La vecchia me si sarebbe spaventata a quella vista, quel giorno invece ne rimasi meravigliata. Uscii e mi diressi verso l'ascensore, che però non arrivava. Sbuffai. Sulle mie dita si formarono delle specie di artigli in ferro. Con un calcio sfondai la parete e mi lanciai di sotto. Per non schiantarmi mi trascinai con quelle "unghie" lungo il palazzo lasciando strisce su esso. Toccai terra e mi diressi verso la folla per raggiungere la discarica. Un grande ologramma del Gran Maestro incitava i cittadini a trovare il suo campione. In pochissimo la folla si riversò in strada con fumogeni e cartelloni verdi. Dovetti farmi strada spintonando i passanti. Intravidi quello che sembravano Banner e Thor con uno straccio in testa ma li ignorai completamente. Giunsi alla discarica e trovai un punto abbastanza libero. Smaterializzai quegli artigli e chiusi gli occhi. Era veramente la scelta giusta? Prendersela con un popolo per via di Loki? Sapevo che non era così. Cercai di convincermi che non era a causa sua, che era ciò che volevo. Finché la mia follia non prese il sopravvento. La mia parte razionale venne sovrastata da quella pazza e assetata di sangue e vendetta. Alzai lo sguardo al cielo e Urlai. "Hela! Ti ricordi di me? Bene, avevi ragione, posso esserti utile! Portami lì e sarò al tuo servizio!" Un turbine di vento e nuvole scure Si formò intorno a me. Vidi una piccola luce nel cielo e in un istante mi ritrovai nel Bifrost. Pochi secondi e arrivai alla cupola d'oro. Il nuovo guardiano teneva lo sguardo basso. Fece un piccolo inchino e disse: "La mia sovrana la attende." Da dietro l'entrata sbucò un enorme lupo nero con gli occhi verdi. Avanzai con sicurezza verso di lui. L'animale abbassò il muso alla mia altezza e mostrò i denti. Piantai i miei occhi ormai completamente tinti di viola nei suoi e appoggiai una mano sul dorso del suo naso. Il lupo improvvisamente ritrasse i denti e si abbassò di più per permettermi di salire. Gli posai una dolce carezza sul naso e poi montai. Corse veloce e dovetti attaccarmi al suo pelo per non cadere. Saltai giù da esso una volta arrivati davanti all'entrata. Raggiunsi la sala del trono. Davanti a esso c'erano macerie e polvere. Guardai in alto. L'affresco che ritraeva Odino e la sua benevolezza era sparito e lasciava posto invece ad uno che rappresentava tutte le conquiste sue e di Hela. Una voce mi destò dai miei pensieri. "Carino, mi piace come si sistemato. Prima era tutto così in tiro, in ordine. Troppo sfarzoso per i miei gusti. Sai, questa penombra dona molto alla sala." "Non è affascinante? La menzogna su cui si basa questo posto, con cui sono stati nutriti tutti i cittadini e i principi. Ed è qualcosa che viene tramandato in famiglia a quanto pare. Thor che, nonostante abbia detto a suo fratello che ci sarebbe sempre stato gli ha voltato le spalle molteplici volte, e Loki, beh, ha fatto lui della menzogna la sua vita." "Non lo nominare." La interruppi. Il sangue mi ribolliva nelle vene al solo pensare a cosa era successo poco più di un'ora fa. La faccia compiaciuta di Hela cambiò in un'espressione seria. "Perché sei qui?" Ammiccai un sorriso. "Ti offro il mio aiuto. Ti aiuterò a regnare su questo posto una volta per tutte. In cambio, però, voglio la mia vendetta." Hela sorrise e avanzò verso il trono. "La tua vendetta? Tutto qui? Non vedo dove sia il problema, dopotutto." Mi avvicinai ai gradini. La dea materializzò una spada. "In ginocchio." "Non mi piego davanti a nessuno." La infastidii sicuramente. "Avremo parecchio da discutere su questo." Si avvicinò a me e alzò l'arma. Prese una mia mano e la sollevò sopra la mia testa, mettendola intorno alla lama. Afferrò anche lei la spada e con uno scatto la abbassò, tagliandomi leggermente. Due gocce di sangue mi caddero sulla fronte. Poi lei appoggiò la lama sulle mie spalle e una fiamma viola mi avvolse.

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Ciao ragazz*! Come va? Spero bene. Questa settimana è uscito il 5 episodio di Loki finalmente. (Niente spoiler tranquilli.) Io personalmente lo ho adorato. Voi? Se avete voglia lasciate un commento. Ho anche un annuncio da fare. Purtroppo lunedì partirò per le vacanze e poi dovrò mettermi a studiare di brutto quindi ridurrò le pubblicazioni a due volte per settimana, il lunedì e il giovedì. Grazie a tutti e alla prossima :)<3

The apartment  // Loki LaufeysonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora