Capitolo XII

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Loki
Mi diressi in camera e chiusi la porta violentemente. Sentii gli occhi lucidi. Non volevo piangere, non potevo piangere. Mi sdraiai a letto e mi addormentai velocemente. Nel mezzo della notte un pianto mi svegliò. Con tutta la calma del mondo andai verso camera sua. Aprii la porta. Devo ammettere che in quel momento mi stupii. Non stava piangendo, stava avendo un incubo. Presi una pezza in bagno e mi sedetti sul letto di fianco a lei. Le asciugai il sudore della fronte tamponando delicatamente. Le raccolsi i capelli in una coda fatta male. A quella vista un sorriso si increspò sulle mie labbra. Mi voltai e mi tolsi quell'espressione stupida dal volto. Abbassai le coperte ma, a quanto pare, su midgar le persone amano dormire in mutande, quindi le coprii le gambe. Mi sedetti sul pavimento, vicino alla sua testa.
Heather
Mi svegliai di soprassalto dopo uno dei più brutti incubi della mia vita. I miei amici mi abbandonavano dopo aver sconfitto Loki. Era stato tutto a causa delle sue parole. Non era altro che colpa sua. Mi resi conto di avere il lenzuolo solo sulle gambe. Lo afferrai velocemente e lo tirai fin sopra le spalle. I capelli erano legati in una coda con un elastico per scartoffie. Mi voltai e vidi Loki in dormiveglia vicino a me. "Tu cosa diavolo ci fai qui?" Si svegliò di soprassalto. "Hai fatto un incubo questa notte. Non mi sembravi tranquilla così mi sono messo qui vicino a te per calmarti. Non sono un maniaco, ho abbassato le coperte perché sudavi troppo." Disse lui senza lasciar sfuggire nessuna emozione. Poi si alzò e andò in cucina. Mi infilai i pantaloni della tuta e corsi di la. "Perché lo hai fatto?" "Volevo dormire in pace." "Non mi importa di quello, era il minimo dopo le azioni di ieri sera. Perché ti sei finto Steve?" Non ricevetti alcuna risposta per alcuni minuti. Ripensando a quei momenti sentii gli occhi inumidirsi. Cacciai indietro le lacrime e mi avvicinai. "Allora?" Finalmente si voltò a guardarmi "che ti devo dire Heather? Sono un mostro, è inutile continuare a negarlo. Avresti dovuto aspettarti una cosa del genere da uno come me." Sputò Fuori quelle parole come se fosse un'eternità che le tratteneva. Sinceramente? Rimasi imperterrita. Non sapevo se credergli fino in fondo. Forse era solo un modo per avere la mia fiducia e poi uccidermi. La mia parte buona prese il sopravvento. Mi avvicinai e misi le mie mani sulle sue spalle. Poi lo guardai per alcuni secondi. Non volevo perdonarlo. Lui sembrò capirlo. In men che non si dica mise le sue mani sul mio collo e si abbassò, scontrando le sue labbra con le mie. Assaporai quel bacio fino in fondo. Sembrava come se dopo tanto tempo stesse respirando di nuovo. Eravamo sempre più vicini. Mise le sue mani sulla mia schiena fino a far comprimere i nostri petti. Lentamente misi le braccia intorno al suo collo e mi alzai verso di lui. Poi realizzai. Non potevo farlo. Non potevo lasciarmi andare con lui. Mi allontani spingendolo leggermente. Farfugliai qualcosa come "mi dispiace, dimentica questo momento, ho sbagliato perdonami" lui mi guardava confuso. Poi nell'andare via realizzai il motivo di quel gesto. "Tu... tu sei..." balbettai "io sono cosa?" Mi guardava incredulo. "Tu sei geloso" dissi quasi domandandolo a me stessa. "Di cosa stai blaterando donna?" "Tu ti sei finto Steve e mi hai detto tutte quelle cattiverie perché sei geloso" mi guardò più confuso di me. Si sedette sul tavolo e io mi avvicinai. Mi misi di fianco a lui e lo guardai. Poi lui si spostò davanti a me e mi guardò intensamente per alcuni secondi. "Sì..." sussurrò. Senza darmi il tempo di rendermene conto si avventò di nuovo su di me. Fu il bacio migliore che avessi mai ricevuto. Mi prese e mi avvicinò a lui. Poi si abbassò e mi sollevò prendendomi dalle gambe e mi fece sedere sul tavolo. Mi sciolse la coda mentre sistemava il suo bacino in mezzo alle mie gambe. Sentivo la sua erezione spingere sulla mia coscia destra mentre mi baciava il collo. Un brivido mi percorse la schiena fino a farmi rizzare i capelli sulla nuca. Soffocai un gemito mentre mi mordeva un lobo. Poi si accorse della mia pelle d'oca. Sì staccò per un attimo e mi fece sdraiare sul tavolo. Poi mi abbassò i pantaloni fino a sfilarmeli completamente. Risalì lungo la mia gamba lasciandomi una scia di baci. si abbassò anche lui i pantaloni e mi prese in braccio. Mi avvinghiai intorno a lui come un koala. Mi posò poco delicatamente sul divano e poi si sdraiò sopra di me. Senza preavviso mi spostò gli slip ed entrò in me. Mi sfuggì un gemito e questo bastò per farlo eccitare ancora di più. Iniziò a spingere dentro di me sempre più forte e sempre più velocemente. Tutte le stanze della casa erano riempite dei nostri gemiti. Poi si abbassò verso di me e io ne approfittai per avvinghiarmi al suo corpo. Conficcai le unghie nella sua schiena. Tra un gemito e l'altro mi sfuggi uno "scusa" sussurrato. Mi guardò e poi prese le mie mani le, intrecciò con le sue e le mise sopra la mia testa. Prese la mia maglia e la squarciò in due. Quasi mi spaventai per la forza che possedeva. "Loki" lo chiamai. Lui capì e diede due colpi secchi. Mi aggrappai al suo collo mentre entrambi giungevamo al culmine.
Poi mi lasciò cadere e si sdraiò appoggiando la sua testa tra i miei seni. Mentre riprendeva fiato disse "Allora... mi sembra di aver capito che ti è piaciuto". Diamine e me lo chiedeva pure? Non feci in tempo a rispondere perché ci eravamo entrambi addormentati. Cazzo che casino!

The apartment  // Loki LaufeysonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora