Capitolo LXXVII

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Tutto ciò che ricordo sono piccoli insignificanti flash che mi colpiscono la mente ogni volta che provo a ricordare quel momento, provocandomi tachicardia e iper ventilazione. Ricordo luci e colori, odore di legno, vetri rotti, una voce che già avevo sentito, un'ambulanza e tanto, troppo dolore. Aprii gli occhi tra l'odore del lattice e quello del disinfettante alcolico. Per l'ennesima volta mi trovavo in un letto d'ospedale con flebo e bendaggi. Eppure era una sala che non avevo mai visto. Sciolsi la benda intorno alla testa che copriva anche un occhio e tutto era tornato alla perfezione. Mi alzai presi delle garze e tolsi le flebo dal braccio. Una goccia di sangue cadde a terra e un flash mi attraversò la testa, facendomi scontrare con il carrellino di metallo rovesciando tutto. Dalla vetrata che fungeva da muro vidi arrivare una ragazza giovane con i capelli raccolti in due chignon è una guardia vestita di rosso con la testa rasata e una lancia come arma. Mi bloccai, non ero nelle condizioni di battermi e per ora era meglio rimanere buone e sottostare agli ordini. Sentii una fitta all'addome ma cercai di rimanere impassibile e immobile. Un'altra donna vestita di viola con lunghe treccine mi circondò con un braccio e mi aiutò con l'altro portandomi a letto. "Salve , agente White. Io sono Shuri, sorella di Tchalla, re di Wakanda." Non riuscivo a comprendere nulla di ciò che stava dicendo. "Il signor Stark ti ha portata qui d'urgenza con uno dei suoi jet dopo che sei precipitata dal nulla in un edificio di New York dove si trovava anche lui. Ricordi qualcosa di ciò che ti è capitato prima?" Nel frattempo si era avvicinata per esaminarmi. Sembrava parecchio giovane, forse anche più di me, ma aveva un'aria austera, risoluta e professionale. Passò una luce davanti ai miei occhi, per controllarne la reattività, e poi controllò la parte della testa bendata per vedere se tutto era tornato alla normalità. Mi fece poi stendere e controllò anche il mio addome, la spalla e un braccio. "Sei umana?" "C- cosa?" Non riuscivo a focalizzarmi su nulla. "Ti ho chiesto se sei umana o se, invece, sei aliena." "No, vengo da New York. Io... abito... abitavo vicino alla Stark Tower." Lei annuì appena. Un uomo entrò e lascio dei vestiti su un comodino. "Sei straordinaria agente White!" La sua voce si fece mano a mano sempre più eccitata e stupita, piena di passione e interesse per l'argomento. "Sei arrivata in condizioni pietose. Nessuno in tutto l'universo sarebbe stato in grado di salvarsi e tu, in un paio d'ore, non hai quasi le cicatrici!" Iniziò a girare per la stanza mentre borbottava ipotesi su ipotesi. "Mi hanno cresciuta delle streghe. E la dea della morte mi ha donato una sorta di vita eterna." Lei sgranò gli occhi, quasi delusa dalla sua incapacità di arrivare ad una soluzione. "Sono umana ma non sono della tua stessa specie. Sono come una versione avanzata, indistruttibile." "Quindi i tuoi tessuti si rigenerano impeccabilmente senza un aiuto?" "Le mie cellule sono più intelligenti e, di conseguenza, più veloci." La ragazza mi fissò per qualche secondo ancora, poi si avvicinò al cumulo di vestiti. "Questi sono simili a quelli che indossavi quando sei caduta come una meteora dentro il Sancta Santorum, spero vada bene. Ho ricostruito il tessuto come meglio potevo ma non è uguale a quello originale, non sapevo che materiale fosse. Ho fatto qualche modifica, per renderla più moderna, vedrai tu cosa c'è di nuovo." Sono caduta nel Sancta Santorum? Non riuscivo a capire. "Aspetta! Cosa vuol dire nel Sancta Santorum.?" Lei si voltò di nuovo corrucciando la fronte in un'espressione stupita. "Non ricordi cosa è successo?" Scossi la testa lentamente. Con un cenno del capo ordinò alla guardia di lasciare la stanza e, come questa uscì, le pareti divennero opache. La ragazza si avvicinò e si sedette sul letto, facendo in modo che io facessi lo stesso. "Poche ore fa sei piovuta dal nulla dentro il tempio di New York. Poco prima di te anche il dottor Banner aveva fatto lo stesso. Avevi ferite gravissime e lesioni mortali in tutto il corpo. Grazie alla magia del dottor Strange, lui e Stark ti hanno portata qui, con l'intento di salvarti. Banner li stava avvertendo di una minaccia che incombeva sulla terra prima che tu finissi nel cratere precedentemente creato da lui. Parlava di un certo Thanos e del suo piano per 'ristabilire l'equilibrio'." Al suono di quel nome un brivido mi percorse dalla punta dei capelli alle dita dei piedi. "La nostra medicina è più avanzata rispetto a quella sul resto del globo, c'erano più possibilità di salvarti. Ma comunque non abbiamo fatto granché. Dopo averti messa in una delle nostre incubatrici per monitorarti e stabilizzarti ho notato che i tuoi tessuti si stavano ricucendo da soli. L'unica cosa che abbiamo sostituito sono le ossa della tua mano. Il tuo corpo non era in grado di rigenerarle da zero quindi ho posizionato delle particolari componenti in vibranio e la tua mano si è ricostruita intorno ad essi." Fissavo il pavimento. In realtà non stavo nemmeno ascoltando quello che diceva. Poco a poco tutti i miei ricordi stavano riaffiorando. I rumori si sovrapponevano fino a diventare forti da farmi fischiare le orecchie. Mi alzai di scatto, interrompendo bruscamente la ragazza. Sentivo le lacrime che avanzavano e lei capì in fretta che doveva abbandonare l'alloggio. Le pareti diventarono opache e io caddi in ginocchio su me stessa. Sentivo il dolore divampare dentro di me. Ricordai tutto e mi sembrò di impazzire. I miei occhi si iniettarono di sangue per lo sforzo e la voce a poco a poco mi morì in gola. Stramazzai a terra in preda alle convulsioni per qualche minuto, poi non respirai. Rimasi sul pavimento, incapace di muovermi e di fare qualsiasi altra cosa, ascoltando i rumori intorno a me. Iniziai a sentire dei passi correre sempre più veloci verso una forte luce. In men che non si dica mi vestii e uscii dalla sala, seguendo le persone. Andavano verso l'esterno. Vidi da una vetrata un jet che atterrava. Erano loro. Spintonai gli altri per riuscire ad arrivare per prima. Guardai verso l'alto osservando il jet che si abbassava. Mi coprii il viso con un braccio per proteggermi dall'aria. Mi voltai appena e vidi Shuri con un uomo in tunica. Poi sentii dei passi vicino a me. Un uomo di alta statura che teneva in mano un'arma da fuoco automatica mi si era posizionato di fianco. Scrutai il suo volto per alcuni  secondi cercando di ricordare dove avevo già visto un individuo che corrispondesse alla sua descrizione. Poi un colpo di genio. Che fosse davvero lui? Ne avevo sentito parlare allo shield. Era argomento di molti pettegolezzi. Alcuni credevano addirittura che fosse una leggenda metropolitana. Il soldato d'inverno. La descrizione corrispondeva. Super soldato che dà l'impressione di essere un uomo sulla trentina con capelli scuri di media lunghezza, occhi chiari. Strabuzzai gli occhi per qualche secondo prima di rendermi conto che fissarlo in quel modo mi avrebbe resa ancora più strana. Dal jet scesero Steve, Natasha, Sam, Wanda, Visione e Banner. Visione era in un pessimo stato. Lo sorreggevano gli altri per riuscire a portarlo all'interno del palazzo. Sentii Steve rivolgersi all'uomo in tunica come sovrano. Capii che era re Tchalla. Wanda seguiva Visione in preda all'agitazione. Steve corse ad abbracciare il soldato d'inverno e Sam lo seguì. Nat parlava con Shuri mentre entravano nel palazzo. Sembrava che tutti si fossero accorti di me ma cercavano di evitarmi. Banner invece mi venne incontro abbracciandomi. "Heather! Grazie al cielo sei viva!" La voce mi moriva in gola. Si staccò e mi mise le mani sulle spalle, guardandomi negli occhi. Con lo sguardo mi domandava degli asgardiani. Scossi la testa mentre mi si riempivano gli occhi di lacrime. Mi strinse di nuovo. Mi asciugai le lacrime e Bruce andò da Nat. Steve mi si avvicinò e mi presento al suo compagno. Si chiamava Bucky Barnes ed era stato sergente con lui durante la resistenza contro l'Hydra. Salutai appena Sam e poi entrammo nel palazzo tutti insieme. Non mi rivolsi al sovrano nemmeno una volta. Camminammo per poco tempo poi un ascensore ci portò in una sala simile ad un laboratorio. Vicino ad un lettino si trovavano Wanda e Shuri con Visione disteso. Non sapevo cosa fosse capitato. Mi allontanai di nascosto per avvicinarmi a Wanda. Si poteva percepire la sua preoccupazione nel vedere Visione in quelle condizioni. Le toccai appena la spalla e lei si voltò piano. Sospirò quando vide che ero io e mi abbracciò forte. "Sei tornata." La sua voce dolce era invece più malinconica. Io e lei legammo tanto dopo Sokovia. Strinsi la mano a Visione, come per dargli forza e tornai dagli altri. Mi avvicinai nel cerchio dei "grandi" in cui si discuteva sul da farsi. Steve mi presentò al re. "Tchalla, lei è Heather, agente dello shield." Sorrisi e lui allungò la mano che io presi e strinsi con vigore, come mio solito. Natasha strinse il mio avambraccio e arretrò, per dirmi di seguirla. Cercò una stanza appartata lontana dal trambusto. Entrammo e lei si voltò, il suo sguardo era quasi furioso. Mi battè una mano sul petto, spingendo indietro la mia spalla. "Dove diavolo sei stata ragazzina? Che cosa è successo?" La guardai e scrutai i suoi occhi lucidi e pieni di preoccupazione. I suoi capelli erano diventati biondi e non più di quel bel rosso naturale di una volta. Mi resi conto di quante cose mi ero persa mentre mi trovavo su Asgard. "Io..." provai ma le parole mi morirono in gola. Lei mi interruppe. "Eri un cadavere quando sei arrivata. Non eri viva. Non c'eri più. Sei piovuta dentro un edificio dal nulla. Se stark" deglutì cercando di scacciare le lacrime accumulate dalla tensione. "Se Tony non fosse stato così tenace saresti in una camera mortuaria ora." Il suo tono di voce si era abbassato. Guardavo in basso, sentendomi come una bambina che viene rimproverata. Sorrisi quasi come se la mia fosse una storia comica. "Sono quasi morta tre volte, quattro contando questa, ma non importa." Iniziai a spiegare cosa era successo. "Stavamo tornando sulla terra quando siamo stati attaccati da lui..." Il mio sorriso poco a poco sparì. "Loro..." Dovetti zittirmi e reprimere le lacrime. "Voleva il Tesseract." Guardai Natasha negli occhi. Cercai di continuare senza ricordare nulla. "Io-" Inspirai profondamente. "Non so perché lo cercasse. Ero svenuta. Non riesco a ricordare." Corrucciavo la fronte in cerca dei miei ricordi. "Parlava di equilibrio, di un suo piano, ricordo che sembrava un folle. Diceva di essere in cerca di altre gemme come quelle che aveva già sul guanto.
Natasha aveva gli occhi lucidi ma si ostinava a guardarmi negli occhi, come faceva sempre. Devo ammettere che raccontare tutta questa storia con tono ironico non era stata una delle migliori scelte che potessi fare. "Credevo davvero fosse la fine questa volta." Mi grattai il naso. "Niente più carne che si ripara, niente più aria nei miei polmoni." Sospirai. "Spero solo che un giorno questo ciclo si concluderà." "Hai perso qualcuno di molto importante, non è così?" Mi limitai a guardare il muro ignorando la domanda. Sospirai. "Sento ancora quel dolore nel ventre. Quando chiudo gli occhi mi sembra di vedere Loki steso inerme a terra." Natasha fece un passo ed intuii che voleva avvicinarsi per confortarmi. "No! Fermati." E lei arretrò subito. "So che non saresti nelle condizioni..." parlava senza più guardarmi negli occhi, trasmettendomi vergogna nella sua richiesta. "C'è una nuova guerra, uno di quei conflitti a cui si deve prendere parte." "Nat..." alzò finalmente lo sguardo. "Non c'è bisogno che tu mi convinca." Lei mi sorrise appena e poi mi strinse a se, nonostante la mia espressione contrariata. Usciti dalla stanza Nat si fiondò da Steve e Sam. Li vidi parlare per qualche secondo e poi entrambi alzarono lo sguardo fissandomi per un po' e guadagnandosi una strigliata da Natasha. Guardai Wanda stringere la mano di Visione mentre Shuri preparava il programma per rimuovere la gemma. Steve finalmente mi si avvicinò. Non riuscivo a fare a meno di notare quanto tutto fossero cambiati da quando ero partita. "Heather..." Gli ci volle un po' prima di iniziare a parlare. "Penso che tu debba stare..." Lo interruppi bruscamente. "Non è necessario che mi tratti come una ragazzina. Ho visto cose che non puoi nemmeno immaginare, cose che ti strappano l'anima dal petto e te la conficcano dentro con forza. Io scendo in campo. Scendo a guardare in faccia il nemico. Perché sono in grado, e questo lo so io tanto quanto lo sai tu." Tutti si erano bloccati ad ascoltare le mie parole. Mi zittii appena me ne resi conto e cercai di calmare le lacrime che mi erano salite agli occhi. Steve mi mise una mano sulla spalla ma non appena aprì bocca, forse per scusarsi, girai i tacchi e con passo svelto me ne andai lungo il corridoio decisa a raggiungere l'esterno. Mentre passeggiavo intorno al quinJet iniziai a bramare alcol e fumo, cosicché potessi soffocare i ricordi che lentamente stavano riaffiorando nella mia mente. Guardai verso l'alto, alla vetrata che dava sulla sala dove Shuri stava operando Visione. Wanda guardava continuamente fuori. Alzai appena gli occhi per scovare fuochi nel cielo. Mi bloccai come durante uno dei miei flashback. Velocemente iniziai a correre tra un flash e l'altro verso la sala da cui ero scappata. Giunsi con il fiatone. "Sono arrivati."

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Hey ragazzi! Finalmente è arrivata l'estateeee!!! Credevo appunto di avere più tempo per scrivere e tutto il resto invece... ho ancora molto da studiare 😭😭😭😭
Purtroppo quest'anno devo studiare per la patente e non riesco a ritagliarmi bene il tempo per scrivere...
Nonostante ciò, dopo molto tempo, sono riuscita a scrivere questo capitolo che vi pubblico mentre preparo i successivi.
Grazie per la vostra pazienza e alla prossima 🫶🏻<333

The apartment  // Loki LaufeysonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora