Capitolo 1

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"Harry Potter"

Draco Malfoy scattò sull'attenti, teso all'improvviso da capo a piedi come una corda di violino.

Non era stato l'unico, tutta la Sala Grande taceva, cristallizzata in quel momento di sospensione.
Faceva più freddo tutt'a un tratto, nessuno si sarebbe sorpreso di vedere il proprio fiato lasciare le labbra in una voluta di condensa. Ma non sarebbe stato possibile: era solo Settembre e i Dissennatori avevano lasciato Hogwarts l'anno prima, quindi non poteva succedere.
Eppure le stesse fiamme delle candele sembravano stirate, smorte e immobili, il loro giallo aveva smesso di danzare, si era sbiancato e le ombre proiettate dalla loro fredda luce sulla Sala erano più lunghe e sottili, parevano volerla inghiottire.

"Harry Potter!"

Il preside ripetè il nome del Grifondoro ancora, più forte questa volta, e fu come se un tuono avesse scosso il castello dalle sue fondamenta.
Un brusio flebile, ma crescente, fece tremare quelle fiamme nuovamente, ma come a rallentatore, mentre la Sala si scongelava gradualmente, permettendo all'attonimento di lasciare spazio alla confusione.

Ogni rimasuglio di silenzio fu infranto del tutto quando il ragazzo si alzò in piedi e lasciò il tavolo dei Grifondoro, diretto verso quello dei professori.
Camminava al centro della sala accompagnato dalle espressioni di più radicale sorpresa e di più viscerale risentimento, ma queste lo raggiungevano solo da lontano.
Oscillava insieme alle fiamme delle candele, di nuovo accese di una pavida vitalità, ma stordito e disorientato, come sballottato dagli echi ovattati del suo nome, ridondante tutt'attorno.

Il primo punto fisso che trovò furono gli occhi cerulei del preside, limpidi e indecifrabili come al solito, velati da quelle caratteristiche lenti a mezzaluna.
Per un momento Harry credette fossero incupiti, ma forse era solo la danza di una delle fiamme delle candele riflessa nel suo sguardo.

Quando Potter sparì attraverso la stessa porta dove, prima di lui, tre ragazzi di tre scuole diverse erano passati, salutati da applausi e cori esultanti, la Sala Grande di Hogwarts esplose.

Ronald Weasley rovesciò un piatto e mentre questo si infrangeva sulla panca, il ragazzo camminava già veloce verso l'uscita della Sala.
Hermione Granger sembrava l'unica ad averlo notato, si era alzata in piedi di scatto e gli era corsa dietro, ma quando aveva chiamato il suo nome a pieni polmoni nel tentativo di sovrastare le mille voci in subbuglio l'una sopra l'altra, e aveva ricevuto dal rosso solo un'occhiata furente, si era fermata, stringendo la presa sulla spessa copertina di pelle del suo libro di Artimanzia.

Ginny Weasley aveva serrato la mascella, stretto la presa sul vetro del bicchiere di succo di zucca e si era chiusa in un silenzio per lei più che inusuale.
Fred e George Weasley si erano guardati e, quando l'uno aveva tirato fuori una piuma e l'inchiostro, l'altro già aveva messo mano a un pezzo di pergamena e poco dopo erano entrambi in piedi sul tavolo di Grifondoro a raccogliere scommesse.

Draco Malfoy rideva a crepapelle, rideva in modo isterico, rideva e temeva di non riuscire a respirare.
Aveva fatto una battuta poco prima, una nemmeno particolarmente divertente, eppure per qualche ragione lo faceva così ridere...
Tiger e Goyle lo imitavano per mero servilismo, Blaise Zabini aveva sollevato un sopracciglio, ma a sua volta appariva piuttosto compiaciuto.
L'ilarità del Serpeverde, tuttavia, si consumò in fretta, lasciando che il fuoco si estinguesse in fumo, un fumo amaro e difficile da respirare che lo costrinse a cominciare ad esprimere il proprio disappunto non appena ebbe messo piede fuori dalla Sala Grande.

"Ovviamente San Potter era l'eccezione alla regola. Mi chiedo come abbiamo fatto a non pensarci prima."

Il suo passo era spedito, le sue gambe lunghe e affusolate coprivano la distanza più in fretta di quelle degli altri del suo gruppo e solamente Blaise riusciva a stargli dietro.

Knights Who'd Give You Anything //Drarry (IN CORSO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora