Capitolo 23

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Gennaio quell'anno era stato più freddo del solito, un freddo secco, che si infilava sotto le vesti e portava a rabbrividire, un freddo che gelava i rami spogli degli alberi e caricava il cielo di nubi bianche, rendeva il sole pallido, ma che non concesse nemmeno ad un singolo fiocco di neve di sfuggire alla sua morsa per cadere ad imbiancare il panorama del castello di Hogwarts.

Harry, in un pomeriggio bianco di inizio Febbraio, sedeva sul davanzale interno di una delle ampie finestre della biblioteca insieme a Ron mentre Hermione era persa tra gli scaffali alla ricerca di nuovo materiale per le sue ricerce. La strega si era lanciata a capofitto nello studio degli incantesimi di guarigione da quando, all'ultimo incontro dell'ES, Colin Canon era stato scagliato inavvertitamente da Luna Lovegood contro una parete e aveva perso i sensi sul colpo. Tutti i membri del raduno si erano spaventati molto, erano accorsi al capezzale del ragazzino ed Hermione più di tutti aveva detestato trovarsi pressochè impotente di fronte alla sua condizione.
Alla fine Colin era stato trasportato in infermeria e l'incidente giustificato con una semplice caduta dalle scale, ma questo avvenimento e il fatto che ormai la cicatrice sulla mano di Harry provocata dalle punizioni insistenti della Umbridge fosse impossibile da cancellare del tutto, aveva creato in Hermione un senso di urgenza, di insoddisfazione e metterle un freno era qualcosa che nessuno si sarebbe azzardato a fare.

Harry appoggiò il capo al vetro, si girò quanto bastasse perchè il suo sguardo annoiato e stanco potesse vagare sul cortile quasi deserto sotto di lui. Da lì vedeva chiaramente il tronco degli alberi che si diramava in un intreccio di legno grigio e scarno. Era tanto secca quell'aria... non aveva senso che che non nevicasse, questo si diceva il Grifondoro, lasciandosi indisporre da quel pensiero. Non sapeva nemmeno lui perchè si fosse accanito a tal punto con la neve quell'anno, semplicemente non ne poteva più di stare ad aspettarla, era come se, finchè i prati del castello non si fossero colorati di bianco, l'inverno non fosse ancora davvero iniziato e quindi non potesse mai giungere il suo termine.

Harry si morse un labbro distrattamente, poi, nel giro di una frazione di secondo, il suo sguardo appesantito si accese di una vitalità quasi aggressiva. Malfoy stava attraversando il cortile, Harry avrebbe riconosciuto tra mille quella sua chioma platinata così impeccabile, ma non era solo: come al solito Parkison e Zabini erano con lui come due sentinelle instancabili. Ormai dall'inizio dell'anno il Grifondoro aveva notato che ci fosse qualcosa di diverso nel comportamento di quei tre ed era quasi sicuro che avesse ben poco a che fare con quell'ennesimo slancio di idiozia che aveva portato la Umbridge a nominarli qualcosa tipo aiutanti ufficiali dell'Inquisitore Supremo.

No, si trattava di altro, Harry lo aveva capito dal modo in cui Draco evitava il suo guardo ed evitava lui in generale come poteva, scappava dall'evidenza che invece il moro aveva ben accolto di quella sorta di strampalata attrazione reciproca, ma non era poi una sorpresa, Harry lo aveva sempre saputo: Draco era un codardo, lo era sempre stato, non avrebbe mai affrontato la cosa.
Non senza un incentivo almeno e per quegli interminabili giorni di Gennaio, ogni volta che aveva incrociato lo sguardo del Serpeverde a tavola e lui l'aveva distolto, il moro aveva provato il forte impulso di dare a Malfoy un incentivo memorabile. Lo odiava come non mai in quei momenti, odiava il modo in cui si ostinava a sfuggirgli almeno quanto trovava disturbante che, nonostante ciò, lui stesso non potesse frenare l'impulso di rincorrerlo.

"Harry senti, secondo te con Marte che si allinea con Venere, che conclusioni possiamo trarre dalle forti pulsazioni delle stelle di Rastaban ed Eltanin?"

Il moro, distolto dal corso fin troppo libero ed impetuoso dei suoi pensieri, alzò un sopracciglio mentre rivolgeva a Ron la sua attenzione.

"È Astronomia o Divinazione?"

"Onestamente amico, vorrei saperlo anch'io"

Sbuffò il mago dai capelli rossi spingendo in avanti il libro sul davanzale dove entrambi sedevano e incrociando le braccia al petto seccato. Da lì il moro raccolse il volume borbottando un assorto "fa vedere" e per un po' fece scorrere lo sguardo sulle pagine in questione e sugli appunti disordinati del suo amico.

Knights Who'd Give You Anything //Drarry (IN CORSO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora