Capitolo 6

382 24 18
                                    

Con il passare dei giorni e con l'inoltrarsi nella stagione invernale, le nubi cariche di neve finalmente trovarono sollievo e coprirono i territori del castello di Hogwarts di un manto bianco e uniforme.

Quella prima nevicata, che uniforme rimase per ben poco perchè, alla prima occasione, studenti di tutte le Case e tutte le età si fiondarono a guastarla, aveva riempito di tensione i corridoi del castello.
Neve, ad Hogwarts, generalmente significava Natale, ma quell'anno il Natale non era più soltanto una festività. In quella stessa data era stato fissato, come da tradizione, il Ballo del Ceppo e la prima neve di quell'anno risvegliò un po' tutti in modo nuovo.

Fenomeni strani iniziavano a verificarsi nel quotidiano dei maghi e delle streghe di Hogwarts, strani perfino per i loro standard. Un esempio lampante era la professoressa McGrannit, nessuno poteva dire di aver mai visto quella donna così austera, sorridere così tanto in una sola giornata, forse nemmeno Silente stesso.
Con la prima neve, si aprirono anche i corsi obbligatori di danza, terribilmente emozionanti per la Capocasa di Grifondoro, meno per gli studenti e ancora meno per il Capocasa di Serpeverde.

Poi c'era la febbre degli inviti.
Nei candidi cortili, nei corridoi e perfino nell'affollata Sala Grande avvenivano le più imbarazzanti e audaci confessioni d'amore: perfino gli gnomi di San Valentino erano stati assoldati in anticipo per dare voce agli studenti più timidi o ai più zuccherosi.

I gemelli Weasley videro anche in quel clima di follia un'ottima opportunità e avviarono un giro di scommesse apposta per diffondere il piú becero gossip su chi sarebbe andato al ballo con chi e riuscire a trarne profitto.
In molti trovarono quella scelta davvero di pessimo gusto, Hermione ad esempio si vedeva costantemente messa alle strette dalle speculazioni di tutti quelli che credevano fermamente che la Skeeter ci avesse visto giusto e che lei e Harry sarebbero andati insieme al Ballo del Ceppo.

Ebbene, i due Grifondoro coinvolti non ne potevano talmente più di negare qualsiasi implicazione romantica nel loro rapporto, che avevano smesso di farlo e la scuola era impazzita.

In una sola giornata di lezioni, Hermione aveva ricevuto cinque lettere minatorie da anonime ammiratrici del Prescelto e, durante la pausa pranzo, aveva avuto un attacco di nervi quando l'ennesimo curioso, che probabilmente intendeva scommettere con i gemelli, le si era avvicinato in cerca di informazioni sullo stato delle cose. Al povero malcapitato, Hermione aveva fatto levitare in testa una brocca e gliel'aveva svuotata addosso.

Ron stesso aveva frainteso ed era convinto che i suoi due migliori amici sarebbero andati insieme, quindi era corso da loro un giorno in Sala Comune, non sapendo nemmeno lui, di preciso, perchè l'idea lo disturbasse così tanto.

"Ma quindi è vero?!"

Harry alzò gli occhi dalla torta che stava mangiando, seduto a gambe incrociate su una poltrona, e sollevò un sopracciglio, non aveva per niente una bella cera.
Hermione sospirò, emergendo dalla sezione culturale della Gazzetta del Profeta e ruppe il silenzio.

"No Ron, sono i tuoi fratelli che cercano di ingannare tutta la scuola. E comunque oggi Harry ha invitato Cho."

Il moro grugnì in risposta e staccò con le dita un altro pezzo della sua torta al cioccolato.
Ron, improvvisamente più rilassato, sbarrò gli occhi sorpreso e si accostò all'amico, scuotendogli una spalla con irruenza.

"E quando intendevi dirmelo? Allora com'è andata?"

Harry subì passivamente quegli scossoni e continuò a mangiare la sua torta, per nulla dell'umore di ammettere di essere stato battuto sul tempo. E in che modo meschino poi...

"Oh"

Commentò il rosso e guardò Hermione. La ragazza scrollò le spalle, facendo fatica a nascondere un sorrisino lievemente divertito, poi, finalmente, il moro si decise a parlare.

Knights Who'd Give You Anything //Drarry (IN CORSO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora