CAPITOLO 48

444 16 22
                                    

"Sono animalista e mangio carne, perché sono debole ai piaceri come col sesso, come con l'arte."
-Enula

3 Giorni Dopo

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


3 Giorni Dopo.
(LIVERPOOL, UK)

DAMIEN

Il fine settimana era ormai finito e la nuova settimana cominciata. Avevo raggiunto Cole a Liverpool, a circa un'oretta da Manchester, nella speranza di poter prender parte a uno degli eventi più clamorosi e scalpitanti dell'anno. Oggi si riuniva gran parte della comunità: dalle gang meno conosciute a quelle più famose.
Avevano preso appuntamento nel Midnight pub, dove anche Nicholas e Jace sarebbero sicuramente giunti con il resto del gruppo. Sempre che non erano già arrivati.
L'ospite d'onore per questa serata, era Alaric Cassidy Waynar.
Un uomo potente e scrupoloso, il quale fama precedeva ogni suo passo e ogni sua azione. Si faceva chiamare "Settimo Cavaliere (Seventh Knight)".
Ed era stato dietro le sbarre diverse volte, però scagionato a motivo delle grosse somme che sborsava in cambio della sua libertà, e siccome non tutti erano integri nella società, vi erano quei funzionari del sistema che preferivano il denaro alla salvaguardia dei cittadini.
E non solo, era conosciuto per il suo temperamento agghiacciante, la sua brutalità e la sua nota altezza. Un uomo di quarantaquattro anni, con un corpo da giocatore di rugby. Si teneva allenato e amava incutere paura al prossimo.

-Credo che qualcuno mi stia cercando assiduamente...-

Trasecolai, ritornando al presente, in tempo per notare la solida figura di Jace giungere dal fondo della sala.
Strabuzzai la vista, imprecando tra di me.

Cazzo!

Avevo pensato di essermi nascosto bene, di essere abbastanza immerso nella folla e nel frastuono del pub, per essere notato. Eppure...
-Non so che merda stai dicendo, non sono qui per te!-
Avevo una bibita tra le mani, intento a sorseggiare la vodka mentre impaziente aspettavo l'arrivo delle altre Gang. La mente troppo affollata e densa, per solamente pensare d'intrattenere qualcun'altro oltre a Cole.
-Allora perché mi rispondi?-
Socchiusi gli occhi infastidito, obiettando severamente.
-Ma che cazzo! Sei tu che stai dicendo cazzate, ti sto solo dicendo che...-
Non mi fece finire, sciogliendosi in un sorriso provocante.
-Non ho mai fatto nomi, ho soltanto detto di sentirmi cercato, poteva essere chiunque. Mi sono fermato qui, perché mi hai risposto tu...-
Boccheggiai appena, intuendo il suo tranello di merda.

Lo aveva fatto apposta.

Appoggiai il bicchiere sul tavolo delle bevande, l'espressione ancor più imbronciata di prima.
Un forte senso di imbarazzo, il quale nascosi in fretta.
-Vaffanculo, vaffanculo a te e a me che ho risposto...!-
Jace sorrise ancor di più, lasciandomi impreparato. Confuso.
-Ma che cazzo hai da sorridere?-
Lui alzò gli occhi al cielo, tirando le ciocche indietro con le dita.
-Come stai?-
-Cosa...?-
Stavolta lo fissai con quattro teste immaginarie. Convinto che fosse ubriaco, drogato o peggio, impazzito.
-Damien... Perfavore-
Mi stava prendendo in giro?
Mi allontanai di tre passi per inquadrarlo bene. Quella sera portava uno smoking nero con una rosa rossa sul taschino frontale. Le scarpe lucide e i capelli ben pettinati con del gel, eccetto per i ciuffi ribelli che ogni tanto cadevano sulla fronte.
-Non capisco perché ti dovrebbe interessare!-
Feci per andarmene, ma venni trattenuto per l'avambraccio.
-Okay, va bene. Non te la prendere. Ma almeno potresti dirmi perché sei qui? E non dire che non mi interessa...-
Mi precedette, citando le stesse parole che stavo per formulare nuovamente.
- Perché mi fai tutte queste domande e non ti godi la festa? Ci sono almeno una dozzina di donne che muoiono dalla voglia d'intrattenerti...-
Jace sospirò, serrando la presa sul mio avambraccio per poi tirarmi verso di lui.
-Sei ancora incazzato con me, vero?-
Tentai di liberarmi con uno strattone, cercando di mettere a freno le improvvise emozioni che stava risvegliando.
- Damien erano solo due anni... -
Con una testata contro il suo mento riuscii a divincolarmi, spostandomi velocemente tra la folla in cerca del bagno.
-Va fatti fottere!-
L'ira di nuovo alle stelle e il fumo alle orecchie.
Ciò che lui vedeva come due anni insignificanti, per me erano stati ansia e solitudine. Inferno e tragedia.
Pertanto, non capivo perché stesse cercando di affrontare un tale argomento in un posto così grondante e pieno di gente invadente.
Neanche il rispetto di parlarne in un altro ambiente meno eclatante.

"Mi mancano entrambi".

Non avrei dovuto dirlo, non avrei mai dovuto confessarlo.
Non se lo meritava.

JACE

Imprecai mentalmente, riprendendomi dal colpo ricevuto alla bocca.
-Woah... Che succede qui? Il marmocchio ti ha graffiato di nuovo?-
Alzai gli occhi su Nicholas, incontrando la sua espressione divertita. La mano tesa verso di me con un fazzoletto di carta.
-Grazie...-Mi pulii via il sangue, toccando il taglio minuscolo sul labbro inferiore.
-Ogni volta che vi lascio da soli vuole farti fuori...-
Scossi il capo gentilmente.
-No è colpa sua, non gli ho ancora detto la verità-
Nicholas sgranò gli occhi verdognoli, incrociando le braccia sul petto.
- E cosa aspetti Jace? Quello va in giro a fare l'ingrato, quando non sa nemmeno come sono andate le cose!-
Sospirai, gettando il fazzoletto nel cestino vicino alla parete.
-Perché voglio che impari a restare in piedi da solo, anche se non dovesse trovare sostegno da nessuna parte-
Sfilai un pacchetto di sigarette dalla tasca, offrendone una anche a lui.
-Ti rivedi in lui?-
Nicholas accese la sua, passando l'accendino anche a me.
-Sì, mi ricorda com'ero con tuo fratello. Anch'io seguivo Daniel come un'ombra. Ed è stato difficile quando è venuto a mancare... -
Trascinai i pensieri da un'altra parte, non volendo sostare in quei ricordi pungenti, troppo allungo. Il vuoto nel petto e i sensi di colpa.
Nicholas si incupì, voltando subito gli occhi da un'altra parte, sottraendosi al mio sguardo. Consapevole di non essere mai stato in grado di superare la morte di suo fratello.

-Eh beh, abbiamo tutti visto e vissuto episodi sconvenienti, Damien non è speciale... -

-Lo so ma... È ancora giovane...-

Nicholas fece spallucce, sbuffando.
-Ha 18 anni! Porca miseria, non è più un ragazzino! Deve crescere e affrontare la vita come tutti noi-
Annuii con la testa, dandogli ragione anche se non completamente.
-Lo so, lo so... È solo che è giovane ai miei occhi, mi capisci? Quando lo guardo, vedo il ragazzino di 14 anni, e tutt'ora resta per me, come un fratellino minore-
Nicholas liberò la nuvola di fumo, fissando le donne nel fondo della sala, i nostri compagni intenti a rimorchiare a destra e manca.
-Eh! Che fratellino esemplare! Sbaglio o voleva sequestrare la tua ragazza? O non era lo stesso farabutto che ti ha fatto quasi uccidere in passato? Per non parlare che è alleato con i nostri nemici!-
Nick rise, mostrando alcuni denti argentati.
-Minchia che fratello amorevole! Senza eguali!-
-La smetti di sfotterlo?- gli diedi una spinta amichevole, sorridendo insieme a lui.
-Jace!Nick! È qui!-
Uno dei nostri ci chiamò, attirando la nostra attenzione.
Ci voltammo all'unisono, giusto nel momento adatto per vedere l'entrata di Alaric Waynar. La presenza sonora, gli occhi maliziosi e il sorriso largo. Un sorriso camuffato. Falso. Colmo di segreti e bugie.
Nick si avvicinò a me, sporgendosi verso il mio orecchio destro.
-Dobbiamo stare attenti, una mossa falsa e siamo morti-




BE HONEST (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora