CAPITOLO 6: Inizio Blog

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"Ho pregato che lui smettesse, ma egli ha continuato senza redenzione...".

- Killing me softly

Restai pietrificata sul sedile, ancora visibilmente scottata dal suo parlare

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Restai pietrificata sul sedile, ancora visibilmente scottata dal suo parlare. Urtata dalla sua insinuazione.
Potevano dirmi di tutto ma non che fossi una sgualdrina; una squilibrata pronta a entrare nei pantaloni di un figo qualunque. Okay no, non un figo qualunque. Dopotutto si parlava di Jace... Insomma, un pezzo grosso.
E non potevo mentire a me stessa, non potevo dire di non averci pensato. Per carità, l'uomo era fatto anche di passione. Tuttavia, non ero un soggetto in astinenza che non sapeva controllarsi. E di sicuro, non stavo cercando di farci sesso. Almeno, non in quel modo.
Porca miseria! Per chi cavolo mi aveva presa? Un'accusa così liberatoria e arrogante!

Jace nel frattempo, era sceso dall'auto e aveva aperto la portiera posteriore per rimuovere la figura addormentata di sua sorella, prendendola tra le braccia. Sospirai, prima di scendere a mia volta.
E senza nemmeno salutarlo, mi diressi verso l'uscita del suo garage.

-Che cazzo fai?-

La sua domanda mi colse alle spalle.
Socchiusi gli occhi, per poi voltarmi verso di lui.

-Vado a casa mia, non si vede?-

Katelyn si mosse tra le sue braccia. Infastidita nel sonno dal nostro parlare.
Poverina, quella voleva solo riposare e dimenticarsi l'incubo di oggi. E io stavo qui a litigare con suo fratello.

Oltre a ciò, capivo l'umore scontroso di Jace. Doveva sentirsi stanco, arrabbiato per la situazione di sua madre. E non aveva senso peggiorare le cose.

-Bea non cominciare...-

Lui rilasciò un verso frustrato dalle labbra.

-No, permettimi di lasciarvi in pace-

In fondo, non era ciò che voleva?

Avrei conservato la rabbia, le parole offensive, per un altro giorno. Un giorno che non fosse quello. Mi voltai, dirigendomi verso casa mia, che stava a cinque minuti dalla sua.

Una volta a casa, decisi che non sarei andata all'università l'indomani. Anche perché l'orologio segnava le quattro del mattino.
Mi immersi subito in un bagno caldo e poi mi lavai i capelli. Verso le cinque e mezza, mi sedetti davanti al mio pc, salutando le poche ore di sonno rimaste. Ormai il briciolo di sonno che avevo era sparito con la vasca. Accesi lo schermo e cominciai a scrivere sul mio diario personale. Una specie di blog dove annotavo frammenti della giornata, pensieri e quant'altro.
Jace, ultimamente, ne era divenuto il soggetto e se non parlavo della mia vita monotona, scrivevo di lui. Raccontavo di un Jace Eyre, dal punto di vista allegorico, ovvero, mi ero inventata una sorta di storia fantasy/medievale, dove lui interpretava il protagonista, soprannominato "Sir Labyrinth".

Un uomo coperto da un mantello che nessuno aveva mai scorto. Un uomo misterioso, affascinante e gelido. Oscuro come le selve selvagge. Un individuo che avresti tranquillamente inserito in un dipinto cupo, eppure camminava alla luce del sole. E Jace, raffigurava tutto quello e molto ancora.

Dopo aver scritto per un'oretta, mi appoggiai con i gomiti sulla scrivania. E tra un pensiero e l'altro mi addormentai profondamente.

🔸🔸

[ Diverse Ore dopo...]


Fu la suoneria del mio cellulare a svegliarmi.
Sfregai gli occhi, alzandomi piano, per poi cercare il cellulare con lo sguardo.
L'aggeggio stava sul letto, dove avrei dovuto stare io stanotte. E non in questa posizione scomoda. Grugnii stanca, afferrandolo malamente.

L'orologio segnava le dodici di pomeriggio

Strabbuzai la vista, svegliandomi completamente.

Cavoli! Avevo dormito fino a mezzogiorno!

Corsi subito in bagno a lavarmi, il cellulare ancora in mano:
Due chiamate perse da Mamma.
Dieci chiamate perse da papà.
Due chiamate perse da Jace.
Tre messaggi nuovi da Jace
Otto chiamate perse da Cinthya(BBF).

I miei occhi caddero istintivamente sul suo nome, dimenticandomi per un secondo, di tutte le altre notifiche che erano arrivate con quelle di lui.
Mi aveva chiamata per davvero?
Aprii il registro delle chiamate: la prima risaliva alle sei e venti, e l'altra alle dieci del mattino.
Mi portai una mano tra i capelli ancora scombussolata. La mente a pezzi. Il cuore martellante.
Continuai a scorrere col dito sullo schermo, verso i messaggi di Jace.

6:40am
Jace(Venerdì):
"Mi dispiace okay? E' che mi sentivo di merda, non intedevo quello che ho detto... ".

8:00am
Jace (Venerdì):
"Perché non rispondi? Piuttosto vieni qui e mandami a 'fanculo. "

10:15am
Jace (Venerdì):
"Cazzo Bea...! Hai la porta chiusa, non posso nemmeno entrare".

L'idea che fosse venuto a cercarmi fin sotto casa mia, mi fece esplodere gli organi inferiori. Potevo sentire l'adrenalina scorrermi nelle vene, l'eccitazione e la testa leggera. Managgia a lui!
Aveva più controllo del mio corpo che io di me stessa. E la cosa mi irritiva.
Mi recava un fastidio e un piacere allo stesso tempo. Nel modo in cui mi rendeva instabile, nella maniera in cui andavo in tilt, al suono del mio nome nella sua bocca.

Mi trascinai verso il bagno, lavandomi i denti e il corpo di nuovo.
E inseguito, risposi a tutte le chiamate perse tra cui anche quelle di Jace.
Principalmente quelle di Jace.

12:40am
Beatrice:
" Vi va di prendere una pizza da me, a cena? ".

Scrissi il messaggio velocemente, con l'ansia che potesse vedermi Online, e decidere di dissentire. Tuttavia... la risposta fu positiva. Un sogno per i miei occhi. Un mistero per la mia mente.

12:41am
Jace(Venerdì)
"Ok, a dopo"





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