"E racconterò delle tue gesta innate e delle tue passioni elevate, della danza che intraprendeva il corpo tuo, quando doveva fondersi con il mio...".
-J.Kai|9:30pm|
Cardiff, Wales
Luogo: Casa temporanea di Jonathan Eyre〰️〰️〰️〰️〰️
Caro Diario...
Ti scrivo per esternare quello che si muove nel mio corpo.
Per parlarti di quello che non riesco più a reprimere, dei sentimenti che continuano a incidere. A tagliare la superficie.Ti parlo di Alaric, del padre di questo bambino che tengo in grembo.
Ti parlo dell'amore represso, dell'affetto che ancora galleggia nei meandri del mio spirito.
Nonostante i due uomini dopo di lui.Nonostante William Villain e Jonathan Eyre.
Ti parlo di un cuore che si incrina, di un amore che non si dissolve.
Ti parlo di lui per non dover parlare di me.
Per non doverti dire che ancora soffro e che non posso spirare; che il mio cuore non riesce a esalare.
E che conto i giorni come i granelli di sale, per non dover meditare.
E mi appaiono così infiniti, ripetitivi.
Sempiterni.
Non finiscono mai...E vi sono giorni in cui vorrei lasciare tutto e correre da lui. Fregarmene della promessa fatta a Jonathan o dell'impegno preso per crescere questi bambini.
Ci sono giorni in cui penso e credo, di star perdendo il lume della ragione, quell'ultimo barlume di speranza.L'ultimo treno per il capolinea.
Ci sono momenti che vorrei trasgredire ogni regola e soffocare il mio ego.
Ci sono secondi in cui sto per farlo, in cui mi basta solo un pretesto qualunque.
Una scusa mediocre.E ci sono millisecondi in cui sono alla porta, con un piede oltre la soglia.
Ma poi... Mia figlia mi chiama e mi chiede dove sto andando, urla chi sto cercando...?
E allora rientro e chiudo il portone.
Mi ripeto che è la cosa giusta, che non devo ascoltare la carne. Non devo dar retta alla voragine.
Eppure...
Il richiamo è così forte, l'amore così tuonante. E non sono più in grado di strapparmi le orecchie, anzi, non voglio nemmeno farlo.
Non voglio più combatterlo.Io voglio sentirlo.
Voglio sentire la sua voce.
Quel suo modo di articolare, di parlare, di mettere insieme le parole.
Quel modo che ha di spaccarmi la spina dorsale e le ossa con un tocco della sua mano.
La maniera in cui le apre, l'ardore con cui le infilo. Sono invaghita delle mie dita nelle piaghe della sua carne, la stretta ferrea. Il pugno d'acciaio.
Il bacio dorato.E mi fa impazzire, mi fa tremare.
Mi pare di volare e altre di sprofondare.
Dio santissimo... Non mi fa respirare.Non mi fa respirare...
Con affetto,
Martha Ross
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BE HONEST (In Revisione)
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