Bokuto odiava i cavalli.
Li detestava proprio.
Se avesse potuto scegliere tra cavalcare quelle bestie di Satana o farsi a piedi l'intero regno, non avrebbe esitato a fiondarsi sulla seconda alternativa.
Qualunque altro animale da compagnia sarebbe andato bene. Preferiva i cani, per esempio, o i gatti. I gufi.
Sfortunatamente, Bokuto era anche lo scudiero di uno dei cavalieri più fidati del re; e ciò significava avere a che fare con i cavalli ogni singolo giorno. Dalla mattina alla sera. Dall'istante in cui si svegliava fino a quando non tornava a casa ricoperto di lividi.
Perchè Bokuto poteva anche detestarli, ma quel sentimento non era niente in confronto all'odio che i cavalli provavano verso di lui.
Sospettava che l'intera scuderia si fosse segretamente messa d'accordo per vederlo soffrire. Probabilmente, i destrieri reali avevano sviluppato una specie di istinto sadico nei suoi confronti, dal momento che non poteva avvicinarsi ad uno di loro senza rischiare di essere decapitato, calpestato o ammazzato di una morte lenta e atroce.
Cavalli a parte, Koutaro adorava il suo lavoro. Lo amava veramente.
Fin da quando ne aveva memoria, il suo sogno era stato quello di diventare un cavaliere; aveva sempre provato un certo fascino per le armature d'acciaio che brillavano al sole, e si era esercitato per anni nell'uso della spada, assistendo a tutti i duelli delle fiere.
Si era nascosto dietro le mura per osservare i maestri che insegnavano ai giovani nobili come centrare il bersaglio ed era persino riuscito a procurarsi una balestra tutta sua.
Il giorno del suo sedicesimo compleanno si era presentato a palazzo per dimostrare le proprie abilità, e la sua lancia che aveva mancato di una sola spanna la testa del menestrello (era stato necessario l'intervento del consigliere reale per evitargli di passare il resto della vita nelle segrete del castello).
Per qualche assurdo motivo, in seguito all'episodio, uno dei cavalieri lo aveva preso in simpatia; gli aveva promesso che, se fosse stato uno scudiero fedele, in futuro gli avrebbe concesso il suo posto.
E così Bokuto si era ritrovato, dopo ben tre anni, a spalare letame e a lottare quotidianamente per la propria sopravvivenza nelle stalle di corte.
-Stupidi cavalli,- borbottò sottovoce, smontando dalla sella con un balzo e legando l'animale al palo di legno. Si assicurò che il nodo fosse abbastanza stretto e lanciò un'occhiata minacciosa al suo nemico.
Il cavallo pestò gli zoccoli anteriori senza degnarlo di uno sguardo.
-Oh, facciamo anche l'offeso?- Bokuto gli diede le spalle. -Stai buono finchè non sarò tornato.-
Si incamminò verso l'entrata dell'edificio e riuscì a distinguere il vago suono di un nitrito infastidito.
Non aveva bisogno di palare la sua lingua per capire che il cavallo aveva aveva escogitato almeno ventidue modi diversi per ammazzarlo e farlo passare per un omicidio accidentale.
Un brivido gli percorse la schiena e Bokuto si strinse nella camicia. Nonostante mancassero ancora due settimane all'arrivo dell'inverno, le serate si erano già fatte più fredde.
Il ragazzo girò attorno all'edificio di pietra e si infilò rapidamente nella locanda. Appena mise piede al suo interno, venne travolto dall'odore dell'alcol e dal frastuono generale.
Il locale, oltre ad essere una meta rinnomata, era anche uno spazio accogliente, frequentato dai più poveri tanto quanto da chi poteva permettersi di vivere nel lusso.
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أدب الهواة➤ BOKUAKA / KUROKEN / IWAOI + side ships ➤ AU: FANTASY/ROYALTY #1 iwaizumi 27/11/21 #1 ao3 22/12/21 #1 hq 11/03/22 Il sogno di Bokuto è sempre stato quello di diventare un cavaliere: si è esercitato per anni con la spada, ha assistito a numeros...