XIV - ᴛʜᴇ ᴏᴜᴛꜱɪᴅᴇ

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Osamu non era propriamente sicuro del motivo per cui Atsumu ce l'avesse con lui.

Si era raggomitolato, sottoforma di volpe, sulle gambe del ragazzino di nome Kenma e aveva ascoltato i discorsi del suo nuovo gruppo fino all'ora di pranzo.

Dopo una breve pausa per fare rifornimento, erano ripartiti verso la direzione del Date Tech e Osamu era crollato in un sonno profondo per la maggior parte del viaggio.

Quando si era svegliato, il cavallo aveva già ricoperto la distanza che il suo trio, a causa della stanchezza e della perdita di energia magica, avrebbe percorso nel doppio del tempo.

Il suo ragazzo era ancora appisolato tra le braccia di Bokuto, che sembrava entusiasta di poter affondare le dita nella pelliccia soffice della kitsune.

Suna era sempre stato caratterialmente freddo e riservato, ma Osamu era anche entrato in contatto con il suo lato da approfittatore.

Suo fratello, invece, era stato scaricato in grembo al povero Akaashi che - stando ai racconti di Iwaizumi - era stato martoriato fin da quando erano partiti.

-Aka-chan- Lo aveva deriso Kuroo, gettandogli tra le braccia la versione animale di Atsumu -A te affido la parte più problematica.-

Il ragazzo aveva sospirato e, rassegnato, si era gettato un'occhiata alle spalle. -Ma Oikawa-san doveva già venire con me.-

-Hey!- Si era lamentato il mago, che non aveva gradito la presa in giro.

Akaashi si era limitato a squadrare i suoi compagni con uno sguardo distaccato e assente che, per certi versi, gli ricordava molto quello di Suna.

Osamu sollevò la testa: si stavano avviando verso il pomeriggio inoltrato.

Le nuvole grigiastre del cielo erano cariche di pioggia, ma le lunghe frange dei sempreverdi avrebbero fatto loro da riparo.

Entro sera, stimò il fratello Miya, avrebbero sicuramente raggiunto la gola di Tejat.

Una foglia secca si depositò dolcemente sul suo muso e Osamu la scacciò muovendo il naso.

Il fruscio del vento gli fece rizzare i peli sulla schiena e Kenma depositò automaticamente una mano sul dorso della kitsune.

Le foglie cadevano danzando dagli alberi fino a riempire il sentiero di colori caldi.

Gli zoccoli dei cavalli calpestavano quelle più accartocciate e il debole scricchiolio gli trasmetteva quasi una sensazione di tranquillità.

-Hey.- Lo chiamò sottovoce il biondino, spronandolo appena con un dito per assicurarsi che fosse sveglio. -Kuroo vuole sapere se manca tanto al vostro villaggio.-

Osamu allungò le zampe inferiori e si stiracchiò per bene.

Non avendo la facoltà di parlare in forma animale, si sporse dal cavallo per controllare di preciso dove si trovassero e scosse energicamente la testa.

-No.- Tradusse per lui Kenma.

Il ragazzo davanti tirò un sospiro di sollievo: -Menomale, perchè ho un disperato bisogno di riposare e mettere qualcosa sotto ai denti.-

Osamu tornò ad accoccolarsi sulle gambe di Kenma e chiuse nuovamente gli occhi.

Si sarebbe pacificamente riaddormentato, se la presa del ragazzo non si fosse irrigidita tutto d'un tratto.

Cercò inutilmente di strisciare fuori dalla mano che lo ancorava sul suo grembo, ma la visuale era coperta dalla schiena di Kuroo.

-Chi sono, Kuro?- Sentì domandare con tono teso.

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