XXVI - ʟᴏᴠᴇ ꜱᴛᴏʀʏ

935 80 265
                                    

Il materasso si piegò sotto il peso di Kuroo con un sinistro cigolio.

-Tuo fratello è più grande?- chiese il ragazzo.

Tsukishima sistemò le scartoffie sul tavolo ammassandole in un angolo.

-Sì. Di cinque anni.-

-Come si chiama?-

Tsukishima aspettò che Kenma fosse entrato nella stanza per fulminare entrambi con il suo sguardo tagliente.

-Perchè vuoi saperlo?-

Kuroo sollevò le mani in segno di resa. -Rilassati, amico. Cercavo solo di fare conversazione.-

-Allora non sono interessato.- rispose Tsukishima, avvicinandosi alla porta -Tanto per curiosità, chiunque ti rivolga la parola assume automaticamente l'appello di "amico"?-

Kuroo ignorò la provocazione e si guardò attorno con aria scocciata.

La camera del fratello di Tsukishima aveva le pareti dipinte di un bianco sporco, quasi grigio.

Soprabiti, borse e panni arrotolati erano stati raggruppati sotto l'asse di legno che fungeva da scrivania.

Il letto ad una piazza e mezzo era morbido e abbastanza largo da contenere due persone.

Tsukishima appoggiò una spalla all'armadio e assottigliò lo sguardo.

-Non toccate nulla che non sia di vostra proprietà, escluso il letto.-

-Il pavimento possiamo toccarlo?- scherzò Kuroo, guadagnandosi una gomitata da parte di Kenma.

-Ho raccontato a mia madre che siete due compagni del corso, quindi sforzatevi di mantenere la parte.-

-Faremo del nostro meglio.- assicurò Kenma.

-Andrò a studiare in camera mia. La cena è alle otto.-

Il ragazzo fece per uscire, ma il suo passo si interruppe a mezz'aria.

-Se provate anche solo a-

-No, non faremo sesso sul letto di tuo fratello. Te lo prometto.- lo precedette Kuroo.

Tsukishima, poco convinto, si richiuse la porta alle spalle.

Il tonfo fece tremare le pareti.

-Amabile, non trovi?- ironizzò Kuroo.

Kenma cadde a peso morto sul materasso.

-Sono così stanco.-

Kuroo lo prese come un invito per stendersi al suo fianco e osservare il soffitto.

Per un po' rimasero così.

Solo loro due, avvolti dal silenzio.

A Kuroo tornarono in mente le notti passate distesi sui campi di grano, sotto l'immensa volta celeste.

-Vuoi dormire?- chiese.

Il suo ragazzo emise un gemito di frustrazione.

-No. Non ci riuscirei in ogni caso.-

Kuroo si sollevò sui gomiti per guardarlo in faccia. -Come mai?-

Kenma, invece che affrontare il contatto visivo, iniziò a gesticolare.

-Oikawa, l'ambiente sconosciuto, l'intera missione. Per quanto ne sappiamo, potremmo raggiungere il Pozzo domani stesso.-

Kuroo iniziò a disegnare piccoli cerchi sull'avambraccio del più piccolo, che parve rilassarsi sotto il suo tocco.

Long LiveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora