II - ɪɴɴᴏᴄᴇɴᴛ

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Non voleva entrare in quella foresta.

Il buio inghiottiva ogni albero, ogni fiore, ogni foglia.

Gli abeti si chiudevano sopra di lui con i loro rami secchi, impedendo ai raggi del sole di filtrare.

I cespugli venivano mossi da quel poco vento che riusciva a penetrare.

L'umidità era talmente concentrata nell'aria che gli parve di respirare acqua.

Nella nebbia riusciva a intravedere sagome ben definite: chiome irregolari, tronchi dalle forme contorte, felci dalle foglie appuntite.

Non gli piaceva affatto quella foresta.

Si mosse per cercare una già d'uscita.

Regnava un silenzio assoluto che gli mise i brividi.

Camminó sopra quel soffice tappeto di muschio senza badare a dove stava mettendo i piedi.

Voleva solamente raggiungere un sentiero.

Scorse un'ombra circondata dalla foschia.

Un animale?

No. Troppo fermo perché potesse trattarsi di un essere vivente.

Si avvicinó abbastanza per distinguere la sagoma di un vecchio pozzo.

Lo scavo era in verticale e di forma circolare. Era incastrato nel terreno e le erbacce si arrampicavano sulla pietra fino al bordo dell'apertura.

Qualcosa gli suggerì che non fosse il caso di approssimarsi ulteriormente.

Quel luogo sembrava emanare una certa inquietudine che lo intimorì non poco.

Si sentiva oppresso e svuotato, esageratamente e senza un reale motivo.

-Non c'è più tempo.-

Avrebbe giurato di trovarsi da solo, fino ad un istante prima.

Qualcuno si mosse nella penombra.

Distinse un rumore di passi che proveniva da un punto indefinito del bosco.

Provò a parlare, ma si rese conto che dalla sua bocca non poteva fuoriuscire alcun suono.

Avvertì un forte senso di stordimento ed ebbe l'impressione che i suoi polmoni si fossero riempiti della stessa nebbia che mascherava la figura misteriosa.

-Sei già stato qui.-

La voce si era fatta più nitida.

Doveva assolutamente scappare il più lontano possibile da quella foresta.

La foschia era così densa da impedirgli di capire dove si trovasse l'uomo che gli stava rivolgendo la parola.

Indietreggiò impaurito e sentì il cuore scalpitargli nel petto.

Si ritrovò ben presto con la schiena premuta contro la pietra fredda del pozzo.

L'aria era diventata irrespirabile e credette di poter svenire da un momento all'altro.

-Devi arrivare prima di loro.-

Lo sconosciuto era sempre più vicino.

Si voltò immediatamente e sussultò quando si accorse di non riuscire a scorgere il fondo del pozzo.

Il buco proseguiva per decine di metri nel terreno, impedendo al sole di giungere tanto in profondità.

Eppure l'oscurità stessa sembrava in movimento, come se l'ombra stesse cercando di chiamare a sè quei pochi spiragli di luce filtrati dai rami.

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