XXIX - ʙᴇᴛᴛᴇʀ ᴛʜᴀɴ ʀᴇᴠᴇɴɢᴇ

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-Ricorda.-

Quella fu l'ultima parola che Akaashi riuscì a cogliere, prima che il paesaggio circostante si trasformasse in una stanza buia.

Gli alberi e i cespugli avevano lasciato il posto a pareti di fumo e un'orizzonte di infinita oscurità.

Allungò una mano, e osservò le sue dita svanire nelle tenebre.

Persino i suoi piedi poggiavano sopra un pavimento color ossidiana.

Che fine aveva fatto Wakatsu?

Ma soprattutto, dove si trovavano i suoi amici?

-Che diavolo ci fai qui?-

Akaashi si girò di scatto, riconoscendo quella voce.

La stessa voce che aveva infestato i suoi incubi per settimane.

-Tu!-

-No, tu!- ribadì lo sconosciuto, facendosi avanti.

La sua toga strisciava sul suolo senza produrre il minimo suono.

Akaashi si ritrovò involontariamente ad indietreggiare.

-Come hai fatto a trovarmi?-

Il tono era piuttosto alterato, pensò Akaashi.

-I-io...-

-Ti avevo avvertito che non saresti stato capace di sopportare un altro legame telepatico. Perchè ci hai provato lo stesso?-

-Non ho fatto niente!-

-Stai comunicando con me!-

-Non è stato intenzionale!-

La figura si fermò a pochi passi da Akaashi, e il principe liberò l'aria trattenuta nei polmoni.

Quando lo sconosciuto si tolse il cappuccio, Keiji rimase colpito dall'aspetto bizzarro del mago.

I capelli appuntiti erano di un rosso vivo, simili alle fiamme di un fuoco.

Gli occhi erano rivolti verso il basso, donandogli un'espressione assonnata, se non fosse stato per il sorriso a dir poco inquietante.

Le iridi rosso scuro scrutarono il ragazzo dalla testa ai piedi, e Akaashi ricordò chiaramente la prima volta che gli erano apparse in sogno.

La figura riprese a muoversi lentamente e Keiji non trovò la forza di spostarsi.

L'espressione del rosso, in contrasto con il tono di voce, gli mise i brividi.

Com'era possibile, per qualcuno, essere tanto allegro e intimidatorio allo stesso tempo?

-Devo... devo tornare dai miei amici.- balbettò -Si staranno preoccupando.-

-Il tempo scorre diversamente, qui dentro. Come se stessi dormendo. Hai corso un bel rischio, Akaashi Keiji.-

-Chi sei?- chiese il principe, senza tanti giri di parole.

Il mago sollevò le spalle. -Tendo. Satori. Non vedo come questo possa interessarti, però.-

-Sei l'uomo dei miei sogni.-

Il mago strabuzzò le palpebre e corrugò le sottili sopracciglia. -Uhm... grazie?-

-No, voglio dire,- si corresse subito -sei quello che mi ha ordinato di arrivare fino a Shedir. Ti ho visto la notte prima della mia partenza, e quelle successive. Mi hai condotto fino a qui.-

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