XVII - ʏᴏᴜ ʙᴇʟᴏɴɢ ᴡɪᴛʜ ᴍᴇ

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Akaashi si svegliò a causa di una leggera pressione sul braccio.

Il suo collo scricchiolava, dolorante.

Non si ricordava quando i suoi occhi si erano chiusi, quindi la stanchezza lo aveva colto all'improvviso.

Non poteva nemmeno dare la colpa alle notti insonni, visto che l'uomo misterioso e la radura della Karasuno avevano smesso da un pezzo di infestare i suoi sogni.

Si sfregò gli occhi con una mano e impiegò qualche secondo per mettere a fuoco la stanza.

Le pareti erano di un bianco freddo, così come le lenzuola del lettino su cui dormiva Bokuto.

Accanto alla sua sedia, una figura in penombra era addolcita dalla luce delle candele.

-Yo.-

Akaashi raddrizzò la schiena e dischiuse le ciglia. -Kuroo-san?-

-Mi spiace, ci hai preso in pieno.- il moro girò attorno alla sedia e si piazzò di fronte al lettino. -Come sta?-

Keiji si passò una mano tra i capelli e trattenne uno sbadiglio.

-Kita-san è tornato per controllarlo e gli ha somministrato uno sciroppo antidolorifico. Non si è ancora ripreso, ma se la caverà.-

-Lo so.-

-È forte.-

Kuroo posò lo sguardo su di lui e la sua espressione sembrò ammorbidirsi.

-Perchè non vai anche tu a dormire?-

-Sto bene.-

-Hai preso sonno sulla sedia.-

-Ho detto che sto bene.- rispose Akaashi, schietto. -Non che possa davvero interessarti, in ogni caso.-

La bocca di Kuroo si ridusse ad una linea sottile. -Vorrei scusarmi per tutto, Akaashi.-

Il ragazzo inarcò un sopracciglio, invitandolo a continuare.

-So di essermi comportato un po' da stronzo, ma...-

-Un po'?-

-Lasciami finire, diamine. Sotto le apparenze sei un infame tanto quanto lo sono io.-

Akaashi accennò l'ombra di un sorriso, ma si affrettò a nasconderlo.

-Non penso che questo casino sia colpa tua.-

-Bugiardo.-

-Dico davvero!- sollevò le mani in segno di resa. -La verità è che ho solo paura che Kenma e Bokuto ci rimettano la pelle. Voglio dire, puoi biasimarmi?- indicò il corpo davanti a loro e Akaashi si sentì sprofondare.

-Tutta questa storia mi ha dato alla testa.- proseguì -e ti ho usato come sfogo.-

-Non vi ho mai costretti ad accompagnarmi.-

-Lo so, lo so. Ma era la cosa giusta da fare. É ancora la cosa giusta da fare.-

Il peso sulle spalle di Akaashi, in qualche modo, si alleggerì.

-Perdonami, non sono una cattiva persona. Voglio dimostrarti che di me ci si può fidare.-

Keiji spostò lo sguardo su Bokuto e si concentrò sul suo petto ansante che si alzava e abbassava ad un ritmo ipnotizzante.

-So di tua sorella. Mi dispiace molto. Quello che le è capitato è inaccettabile.-

Kuroo sussultò, ma poi rilassò la schiena.

-Già. Te lo ha detto Bo, immagino.-

Akaashi annuì.

-Ti ha detto anche che sono stati due mercanti del Fukurodani ad ucciderla?-

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