IV - ᴜɴᴛᴏᴜᴄʜᴀʙʟᴇ

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Kuroo si era assicurato che ognuno avesse svolto il suo compito alla perfezione.

Lui stesso aveva adagiato i corpi dei soldati alle radici di una quercia e, quando uno dei nemici aveva dato il primo segnale di vita, il suo gruppo si era volatilizzato dalla zona.

Bokuto aveva poi raccolto la legna e Tetsurou aveva controllato che i bastoni non fossero bagnati o verdi, altrimenti sarebbe stato tutto inutile.

Akaashi si era offerto di pulire il terreno disponendo in fila una serie di massi per delineare un perimetro circolare.

Infine Kenma si era dedicato alla costruzione della brace e, dopo numerosi tentativi, Kuroo era finalmente riuscito ad innescare una scintilla.

Non restava che incorporare altra legna da ardere per mantenere il fuoco vivo.

Quando Bokuto fu di ritorno dalla caccia con un fagiano di rame, poterono finalmente sedersi tutti attorno al falò e approfittarne per cucinare la preda.

La notte era sopraggiunta scura e profonda prima che potessero godersi il tramonto.

Si erano addentrati nel folto bosco lasciandosi alle spalle i rumori dei villaggi e, sebbene Kuroo si fosse avventurato più volte in piena campagna al buio, non aveva mai sperimentato cosa volesse dire trovarsi da soli in un ambiente tanto spaventoso e sommerso dall'oscurità.

La luce candida della luna gli permetteve di distinguere la forma di diversi tronchi e le stelle brillavano sulle chiome dei pini, trasmettendogli un po' di calma.

Si pulì la bocca sul dorso della mano e gettò l'osso spolpato a terra.

Aveva deciso di non mettergli pressione per tutta la serata, ma la verità era che quell'Akaashi gli stava facendo saltare i nervi.

Era evidente che non si fidasse di lui, eppure il suo migliore amico non era dello stesso parere.

Aveva tentato di parlargli, ma Bokuto era troppo testardo per dargli retta.

Alla fine si era arreso e aveva scelto di concedere al ragazzo la possibilità di redimersi, a patto che le sue motivazioni lo convincessero.

Ma Akaashi non si era espresso.

Kuroo perse la pazienza e cercò di spronarlo: -Allora, bel faccino. Le spiegazioni si sono perse per strada?-

Akaashi non si scompose e si prese il suo tempo per rispondere.

-Quanto ne sapete di magia?-

Gli altri si guardarono tra di loro con la stessa espressione perplessa.

-Non molto.- Disse Kuroo -Quando avevo sette anni una creatura sovrannaturale ha attaccato il mio villaggio. Sono dovuti intervenire i cavalieri reali per rispedirla nella foresta.-

-Durante una spedizione nel confine ho incontrato una donna capace di mutare il proprio aspetto a piacimento.- Fece invece Bokuto -Ma al di fuori di questo esempio, non ho mai avuto a che fare con la magia.-

-Le voci di grandi maghi e prestigiatori giungono fino a qui.- Spiegó Tetsurou -Però è difficile che qualcuno di loro si addentri in città.-

Tutti e tre si votarono contemporaneamente verso Kenma.

Il biondino si nascose nel suo mantello, sentendosi osservato, e prese a giocherellare con l'osso del fagiano.

-Qualche settimana prima dell'arrivo di Kuro, un cliente si è servito della magia per aggiustare il calice che aveva rotto. Si è scusato e ha lasciato la locanda mezz'ora dopo. Nulla di troppo entusiasmante.-

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