X - ɴᴇᴠᴇʀ ɢʀᴏᴡ ᴜᴘ

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Viaggiare in compagnia di perfetti sconosciuti si era rivelato, tutto sommato, abbastanza piacevole.

In fin dei conti, Iwaizumi non era certo un tipo di molte parole o dall'atteggiamento espansivo.

Si era adattato a quella situazione solo perchè, senza di lui, il suo migliore amico si sarebbe sicuramente fatto uccidere; tuttavia la presenza del gruppo non lo disturbava affatto.

Si era da subito trovato in sintonia con la compostezza di Akaashi e la personalità analitica di Kenma e si era fatto andare a genio l'esuberanza di Bokuto.

Kuroo, invece, gli trasmetteva quasi una sensazione di sicurezza che lo aveva spinto ad abbassare la guardia.

Dopo una settimana di convivenza aveva imparato ad apprezzare le qualità che ognuno di loro aveva da offrire.

E poi c'era Oikawa, che si era lamentato ininterrottamente fin dal giorno in cui si erano lasciati alle spalle la foresta di Mizar.

Erano stati obbligati a prendere la strada più lunga per arrivare alla loro meta tutti integri e aggirare il più possibile i cavalieri del Fukurodani.

Dando per scontato che le guardie reali avrebbero setacciato le foreste meridionali e i confini del Nekoma, si erano spinti ad est per attraversare l'intera Aoba Johsai.

Quella scelta però stava costando tutte le loro energie e persino Hajime si sentiva spaesato.

Al decimo gemito di cane bastonato nel giro di venti minuti, Iwaizumi perse definitivamente la pazienza: -SHITTYKAWA!-

-Cosa?- Sbottò questi, ancorandosi saldamente al busto del povero Akaashi.

Avvertì una strana sensazione stringergli lo stomaco, ma fece finta di niente.

Dopo due giorni durante i quali il mago aveva rischiato di disarcionare entrambi i passeggieri e Kuroo aveva optato più volte per lasciarsi precipitare in un burrone, Oikawa aveva fortunatamente ottenuto il posto accanto ad Akaashi.

Iwaizumi aveva intuito che tra Kenma e l'altro ragazzo del Nekoma stesse scorrendo cattivo samgue ma, alla fine, sembrava se la fossero messa via entrambi.

Kuroo aveva accettato di riprendersi il suo cavallo e i due semplicemente non si erano scambiati parola per la maggior parte del tragitto.

Ora gli occhi felini di entrambi erano puntati su di lui.

Si schiarì la voce e si rivolse ad Oikawa: -Smettila di frignare. Ci siamo mossi solo un'ora fa.-

-Forse ti sei dimenticato che dobbiamo trascorrere un'altra intera giornata su queste scomodissime selle.-

-No, non l'ho fatto. Ma forse non mi sono lamentato fin da quando ho aperto gli occhi la mattina.-

-Beh, forse mi sono stancato di stare seduto per ore e ore sul didietro di un cavallo. E, forse, mi sono pentito di aver intrapreso un viaggio che ci porterà via metà della nostra vita.-

-Forse avresti dovuto pensarci prima.-

-Forse non mi avete lasciato altra scelta.-

-Forse-

-Forse sarebbe meglio se chiudeste il becco.- Si intromise Kuroo, tornando a guardare il sentiero che avevano davanti.

-Forse dovresti farti gli affari tuoi.- Disse Oikawa, acido come al solito.

Iwaizumi grugnì in assenso, imbarazzato per essere stato ripreso.

In effetti, Toru non aveva tutti i torti: nel giro di sette notti avevano ricoperto una distanza che, in circostanze normali, ne avrebbe richieste almeno dieci.

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