XIII - ʙᴀᴄᴋ ᴛᴏ ᴅᴇᴄᴇᴍʙᴇʀ

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La pianura era particolarmente suggestiva d'inverno, pensò Oikawa.

L'infinita distesa di erbacce spontanee rigata da qualche tiglio si ghiacciava e veniva avvolta da una densa nebbia talmente gelida da colpire direttamente alle ossa.

Le rovine di un vecchio borgo, in lontananza, aggiungevano un velo di mistero al paesaggio.

Oikawa sapeva che la piana, fredda e sfuocata, nascondeva storie e leggende cupe che gli avrebbero messo i brividi.

Solo le lame spettrali che riflettevano un po' di luce le urla dei guerrieri muovevano quello scenario così piatto.

Schivò per pura fortuna la punta di una freccia che si conficcò nel terreno.

L'asta di legno venne calpestata dallo stivale di un combattente che stava finendo il suo nemico trapassandogli il cranio con una lancia.

L'uomo liberò l'arma staccandola con forza dal cadavere e si fiondò sull'avversario successivo senza degnare il mago di uno sguardo.

Oikawa boccheggiò alla vista del sangue che sgorgava a fiotti macchiando l'erba di rosso.

Si coprì la bocca con una mano e, nauseato, sentì le ginocchia cedere sotto il suo peso.

I soldati cadevano a terra come se fossero fatti di carta e i nemici ci passavano sopra senza portare il minimo rispetto ai caduti.

La formazione serrata si era sciolta già da tempo e la battaglia non si combatteva più spalla a spalla con i propri compagni.

Qualcuno tra la folla, di tanto in tanto, ricordava al gruppo di restare unito nonostante l'evidente sconfitta.

Gettarsi in mezzo agli altri eserciti roteando selvaggiamente la propria spada era il modo migliore per finire in una fossa comune, eppure le speranze di sopravvivere grazie al lavoro di squadra si erano fatte vane.

Un ululato agghiacciante irruppe dalle file del loro esercito.

-TU!-

Allo stregone sembrava di riconoscere quella voce, ma i lamenti straziati dei guerrieri si sovrapposero a quel debole suono.

Uno spostamento d'aria avvertì il ragazzo che un nemico stava incombendo su di lui.

Rotolò di lato e una parte del mantello si strappò sotto i suoi occhi.

Sollevò la testa e incrociò lo sguardo vacuo di una donna.

Il volto era segnato dalla vecchiaia e dalla stanchezza e il petto solcato da graffi profondi.

Non avrebbe ucciso Oikawa perchè portava rancore nei suoi confronti.

Lo avrebbe fatto perchè quello era il suo compito.

Ma non aveva affatto l'espressione di un'assassina.

La donna sollevò le braccia e abbassò la lama mirando al petto di Oikawa.

Il ragazzo agguantò lo scudo di un soldato agonizzante accanto a lui e parò il fendente.

Il bronzo cozzò violentemente contro il ferro, facendogli tremare l'intero braccio.

La voce del loro capitano, questa volta, riecheggiò nell'intera pianura: -OIKAWA!-

Il mago si irigidì e perse la presa sullo scudo.

Era arrivato il momento che aveva tanto temuto.

-ORA!-

Oikawa incrociò gli occhi esitanti della guerriera e si sentì sprofondare nel terreno.

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