VII - ʜᴀᴜɴᴛᴇᴅ

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Kuroo non stava evitando Kenma.

Stava fuggendo da lui.

-Kuro?-

-Non ora, sono occupato.-

Il ragazzo aveva provato ad avvicinarsi prima di cena e Tetsurou lo aveva brutalmente respinto.

-Kuro?-

-Scusa, non mi va di parlare quando sono affamato.-

Ma il biondo pareva intenzionato a distruggere il muro che lui si stava impegnando a costruire.

-Kuro?-

-Sono stanco, è meglio rimandare a domani le conversazioni.-

Fortunatamente, Kenma non era un tipo insistente.

Si accontentava di una risposta diretta pur di poter tacere indisturbato in un angolo.

Tuttavia l'espressione di presunta indifferenza lasciava trapelare sincera preoccupazione.

-Sicuro di stare bene?-

Tetsurou cercò con lo sguardo il suo migliore amico lo trovò nel bel mezzo di un racconto mentre agitava con enfasi le braccia rischiando quasi di colpire Akaashi.

I due compagni erano seduti con la schiena appoggiata sulla parete di legno della capanna, abbastanza distanti perchè i loro discorsi giungessero ambigui e frammentati.

Puntò nuovamente l'attenzione sul ragazzo che aveva di fronte e si accorse che aveva smesso di smaneggiare con uno dei suoi soliti rompicapo.

-Te l'ho detto, ho solo bisogno di riposare.- Mentì il corvino, avvolgendosi in una delle coperte che aveva fornito loro Matsukawa.

Kenma non indagò ulteriormente, permettendogli di estraniarsi dal resto del mondo almeno per quella sera.

Una parte di lui sapeva che era sbagliato attribuirgli la colpa del suo stato d'animo: in fin dei conti, non era stato Kenma a stordirlo con quello stupido incantesimo.

Eppure Kuroo era convinto che il ragazzo lo avesse stregato dal momento in cui aveva realizzato di amare il suo amico d'infanzia.

Soffocò un lamento nella coperta e si distese sul pavimento freddo.

Le assi scricchiolarono sotto il suo peso.

Sentì dei piccoli passi che si allontanavano da lui e ipotizzò che Kenma avesse raggiunto gli altri viaggiatori.

Sapeva che i ricordi non gli avrebbero sentito di chiudere occhio, quindi aveva deciso di crogiolarsi il più lontano possibile dalla causa di quel dolore.

Non doveva farsi piegare.

Si era impegnato così tanto nel corso degli anni a reprimere i suoi sentimenti che portarli a galla con la forza era stato il colpo di grazia.

Si strinse nel suo bozzolo e sperò che, una volta svegliatosi, si fosse trattato solo di un incubo.

Quella notte, Kuroo sognò Kenma.

×××××

Un colpo.

Due colpi.

Tre.

Al quarto pugno Kuroo si convinse ad alzarsi per accogliere chi stava bussando alla porta.

-Chi potrà mai essere a quest'ora?- Sbuffò Kenma senza muovere un muscolo per aiutare il ragazzo.

Tetsurou fu abbagliato dalla luce pallida dei primi raggi del sole che riuscivano a farsi strada tra gli alberi.

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