Quando finalmente apro gli occhi l'unica cosa che riesco a vedere è l'intensa luce bianca sul tetto della piccola sala d'ospedale dove mi trovo. Impiego qualche secondo per realizzare cosa è successo, prima di ricordare perché sono qui. Symphony, la mia piccola... sento le lacrime cadere copiosamente, il dolore fisico che provo in questo momento è nulla in confronto a quello del mio cuore, che si è spezzato in mille pezzi. Probabilmente questo dolore durerà per sempre, e non riesco neanche a immaginare come possa sentirsi Riven.
Tempo dopo, proprio mentre penso a lui, la porta della stanza si apre, rivelando il mio ragazzo. Davanti a lui c'è una culla con le rotelle, più simile a un'incubatrice che a una culla vera e propria, visti i numerosi tubicini collegati ad essa.
- "Finalmente la mamma si è svegliata. Guardala Symphony, lei è la tua mamma." Dice Riven guardando prima me e la piccola creatura dentro la culla.
- "Riven... Non riesco a crederci." Rispondo io ricominciando a piangere, cercando subito di alzarmi, essendo però costretta a restare ferma per via del dolore al basso ventre.
- "Dovrai stare ferma per un po', Piccola. Tranquilla, nostra figlia non va da nessuna parte"
- "Io pensavo che..."
- "Lo so. Ho avuto paura, più di quanta io ne abbia avuta in tutta la mia vita. Eri in quella maledetta sala operatoria da più di sei ore, un infermiere mi ha detto che non ce l'avreste fatta. Alex è arrivata come il resto della squadra e io ho iniziato a piangere, a buttare tutto fuori. Ero arrabbiato con me stesso, non riuscivo a dare una spiegazione a quello che stava succedendo. Nessuno fiatava, nell'atrio qui fuori, si sentivano solo i miei singhiozzi. Ormai eravamo tutti rassegnati, io più di tutti, quando il medico che per dodici ore aveva cercato con tutto sé stesso di tenervi in vita, ci ha avvisato che ce l'avevate fatta. Però tutto ha una condizione, giusto? Non eri riuscita a risvegliarti dall'anestesia, non sapevano quanto tempo sarebbe passato e c'erano probabilità che non succedesse, ma ho continuato a sperarci fino alla fine. Sei la persona più forte che io conosca, e me l'hai dimostrato per l'ennesima volta. Ho passato le notti e le giornate accanto a te, su quella scomodissima sedia accanto al tuo lettino, stringendoti la mano. Dovevo ricevere almeno un ultimo bacio, un'ultima carezza, un ultimo tuo sospiro. Ma adesso sei qui, Amore mio, Symphony è qui, e vi prometto che non vi lascerò mai andare."
Quando Riven conclude il racconto ci baciamo bagnandoci le labbra con le nostre lacrime di felicità.
Qualche giorno dopo siamo finalmente a casa. Symphony adesso sta bene, ed io e Riven ci stiamo godendo appieno i nostri primi momenti da genitori. Ho passato tanto tempo della mia gravidanza a chiedermi a chi sarebbe somigliata nostra figlia, e adesso posso finalmente saperlo. Symph ha i capelli molto simili ai miei, soltanto di qualche tono più chiari. Un'altra cosa che ha preso da me sono le labbra, carnose e rosse come le mie. Con mio grandissimo stupore, Symphony presenta il neo sulla guancia che caratterizza mio padre. Se solo lui mi parlasse ancora, potrebbe vedere questa splendida bambina, sono certa che la amerebbe come la amo io. Per il resto, in ogni caso, è identica al suo papà. La forma del viso, il naso, la fisionomia, sono uguali a quelle di Riven. Per non parlare degli occhi... quegli occhi così profondi che anni fa mi hanno fatto innamorare del padre di mia figlia, li ha adesso lei.
Non avrei mai pensato, anni fa, che una cotta da me considerata "passeggera" per quello specialista scorbutico e lunatico mi avrebbe portata a dare alla luce una meravigliosa creatura. Non avrei mai pensato che dopo tutto questo tempo, sfiorare le labbra del padre di mia figlia mi avrebbe causato le stesse sensazioni di quando ero una ragazzina, quel senso di vuoto, come se avessi le farfalle nello stomaco. Non avrei mai immaginato di amarlo così tanto, e sono certa che la mia vita con lui e Symphony è completa.
Chiudo il diario non appena sento il campanello di casa suonare. È strano, non aspettavo nessuno e Riven si trova a lavoro in questo momento. Senza indugiare troppo, prendo in braccio mia figlia, che era sdraiata nella culla accanto a me, e che stava giocando con un piccolo orsacchiotto che le ha regalato la sua cuginetta Clara. Mi dirigo verso la porta, aprendola, e trovandomi davanti l'ultima persona che avrei potuto immaginare.
- "Papà..." dico con le lacrime agli occhi. Symphony inizia a ridere non appena vede mio padre, sembra già adorarlo. Perché è qui? È stato chiaro quando ha detto che non voleva sapere nulla né di me, né di mia figlia o di Riven...
- "Figlia mia. Ti devo delle scuse." Risponde lui, altrettanto commosso.
- "Accomodati." Gli faccio spazio dentro casa non appena chiusa la porta. Lo invito a prendere posto sul divano, mentre poso nuovamente Symph dentro la culla.
- "Su Melody si è sparsa velocemente la voce che hai avuto una bambina, sai bene che essendo una Winx tutti ti conoscono. E per questo motivo ho riflettuto molto. Voglio essere un buon nonno, voglio godermi ogni istante della crescita di mia nipote e voglio continuare a supportare mia figlia. Scusami per come mi sono comportato, sono sicuro che Riven sia un ottimo padre e un ottimo compagno di vita."
- "Ti voglio un mondo di bene, papà" corro ad abbracciarlo con le lacrime agli occhi. Sono contenta che lui sia ancora con me, che non mi abbia abbandonata.
ANGOLO AUTRICE: Ciao a tutti! Vi avviso con molta felicità che il prossimo sarà l'ultimo capitolo di questa lunga storia. Se tutto va bene, riuscirò ad aggiornare soltanto questo weekend, dato che è una settimana molto impegnativa per me dal punto di vista scolastico. Cosa succederà, secondo voi, nel prossimo capitolo? Fatemelo sapere attraverso un commento e lasciate una stellina se vi va.
PS: Vi invito inoltre a leggere la seconda storia che sto scrivendo, ossia "Quello che c'è tra noi", che si trova sul mio profilo.
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Non lasciarmi mai più - Musa & Riven
FanfictionMusa e Riven sono innamorati da sempre. Tra alti e bassi, riusciranno i due a stare insieme? Saranno oppure destinati a vivere lontani, per non ferirsi l'un l'altro? Dalla fantasia di una bambina di 6 anni all'immaginazione di una ragazza di 16. Sto...