Capitolo 33

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Stropiccio gli occhi ancora assonnata e mi stiracchio, scoprendo poi che l'altra parte del letto è vuoto. Alzo la testa per guardare meglio, pensando di essermi sbagliata. Quello successo stanotte non può essere stato solo un sogno giusto?
In quel momento Matt esce dal bagno e torna a stendersi accanto a me.

"Buongiorno" lo saluto, e lui ricambia.

"Bello vederti così"

"Così come?" domando confusa.

"Felice" mi risponde tranquillamente.

"Merito tuo, Capitano" ribatto, accarezzandogli il petto con una mano.

Ci baciamo e poi decido di alzarmi. Ma lui mi prende un braccio e mi tira verso di sé.

"Ancora un po' dai" si lamenta.

"Casey! Non vorrai mica fare tardi spero!" lo rimprovero

"Solo per oggi" insiste.

Scuoto la testa e sguscio via dalle sue braccia, poi finalmente vado a fare colazione.
Quando siamo pronti usciamo dal nostro appartamento e andiamo a lavoro. Sono tornata in piene forze e il Comandante ha approvato il mio ritorno. Questo è il primo turno alla 51 dopo quasi due mesi.
La mia auto purtroppo è andata completamente distrutta e non ho ancora abbastanza soldi per prendermene una nuova, perciò mi faccio portare da Matt. Scendiamo e ci incamminiamo a braccetto, finché non sento una pacca sulla spalla e veniamo raggiunti da Joe, Otis e Herrmann.

"Finalmente!" esclama Otis "non vedevamo l'ora che tornassi"

"Parla per te" aggiunge Herrmann, ricevendo un pugno in cambio.

"Tanto lo so che ti sono mancata" ribatto.

Dall'entrata mi corre incontro Stella, che mi saluta abbracciandomi. Saluto anche la squadra al tavolo, poi sistemo il mio armadietto e vado a sedermi sul divano accanto a Mouch.

A tutte le unità, crollo di un cavalcavia ad Englewood Park.

Arriviamo sul posto e lo spettacolo non è uno dei migliori. Dopo di noi arrivano anche altre squadre da altre caserme, ma tutti prendono ordini da Boden, essendo l'unico Comandante sulla scena.
Sotto le macerie ci sono diverse auto, completamente schiacciate dal peso dei massi. Dalle auto sopra invece, cominciano ad uscire delle persone, completamente spaesate. Salgo sopra dei massi e aiuto una donna a scendere, ha la faccia completamente sporca e gli occhi sono spalancati, potrebbe essere sotto shock.

"Io ho sentito delle urla e.. e non ho fatto in tempo a frenare.. pensavo che-" mi dice mentre la porto a un'ambulanza.

"Non si preoccupi signora, ora i paramedici si occuperanno di lei"

La faccio sedere e i paramedici iniziano a visitarla, sto per andarmene ma la signora si alza di scatto e mi afferra per un braccio.

"C'era una bambina nell'auto di fronte alla mia!"

"Ok signora, di che colore era l'auto? Se lo ricorda?" cerco di mantenere la calma e sperare che quella bambina non sia rimasta schiacciata.

"Rossa" mi risponde la donna, poi la rassicuro dicendole che l'avremmo trovata.

Mi avvicino all'auto da dove è scesa la donna, cercando quella rossa di cui parlava.
Gli altri vigili del fuoco stanno tirando fuori gente da sotto le macerie, alcuni feriti gravemente e altri già deceduti. Comincia a formarsi un nodo in gola, sollevo qualche masso e lo sposto finché da uno spiraglio intravedo il finestrino di un auto ribaltata. Mi stendo a terra e controllo meglio, incontro lo sguardo con una bambina. Avrà all'incirca otto anni e mi guarda del tutto incosciente di quello che le è appena successo. È legata al suo seggiolino, grazie al cielo. 

𝐆𝐢𝐫𝐥 𝐀𝐧𝐝 𝐅𝐢𝐫𝐞 // 𝕆𝕟𝕖ℂ𝕙𝕚𝕔𝕒𝕘𝕠 //Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora