Capitolo 23

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"Mi spieghi perché ti vogliono arrestare?" esclamo tenendomi stretta al sedile. 

"Per la sparatoria immagino, ma non capisco come abbiano fatto ad arrivare al mio nome" mi spiega mentre superiamo alcune auto, e con quelle dell'intelligence che ci stanno dietro.

Mi mordo il labbro, ricordando la lavagna al distretto con tutti i volti e i rispettivi nomi. Non spiega comunque come abbiano fatto a sapere che era lì, in ospedale. 

"Cosa facciamo?" gli chiedo.

"Cerco di seminarli, tu prendi questa" apre lo sportello del cruscotto con una mano, tira fuori una pistola e me la mette in grembo "mira alle gomme" 

La prendo e apro il finestrino, mormoro una preghiera silenziosa di scuse verso i ragazzi, mi sporgo e inizio a sparare alle gomme delle loro auto. Sento che le ruote iniziano a fischiare e li vedo fermarsi in mezzo al traffico, causando per poco un incidente. Rientro con la testa dal finestrino e lo chiudo, con il fiato corto. 

"Evvai!" esulta Sebastian, spingendo ancora di più sull'acceleratore.

Si ferma qualche kilometro più avanti, in un vicolo di Logan Square, e spegne il motore, poi mi fa cenno di scendere. Una volta fuori, apre il baule e prende una cassetta degli attrezzi. Con un piede di porco stacca la targa della macchina, poi tira fuori un martello e inizia a rompere tutti i finestrini. 

"Che fai? Sei impazzito?" sbotto.

"Così non riusciranno a risalire alla gang. Quest'auto era di James, ce ne sono altre nel deposito, seguimi" mi dice mentre rimette gli attrezzi nel bagagliaio e lo chiude. 

"Aspetta, deposito?" gli corro dietro, sul marciapiede. 

"Si, abbiamo un deposito per le auto. Ce le portano dei ragazzi, le rubano dalle concessionarie, quando non le hanno ancora registrate a nome di qualcuno. Sono dei professionisti. Poi fabbrichiamo queste targhe a nome di uno di noi, così se ci fermano per dei controlli la polizia non si accorge di nulla. Le teniamo in un deposito nella South Chicago" 

Mi ha fornito un sacco di informazioni, se solo avessi il microfono! 

"Ma South Chicago è dall'altra parte della città. Che ci facciamo qui?" 

"Ho un amico che ci può dare una mano" mi risponde. 

Entriamo in un locale, ha l'aspetto di un bar di periferia, e ci sono poche persone dentro. Ci dirigiamo al bancone, dove un uomo sta pulendo alcuni bicchieri. Avrà all'incirca quarant'anni, di origini ispaniche. 

"Garcia!" lo saluta Sebastian.

"Oh mio dio! Johnson!" ricambia l'uomo "come mai da queste parti?" 

"Beh sai, i soliti problemi" 

"Fammi indovinare, ti stava inseguendo la polizia vero?" 

"Indovinato" 

Si stringono la mano, poi Garcia posa gli occhi su di me. 

"E questa bella chica?" mi guarda malizioso, al che alzo un sopracciglio e incrocio le braccia. 

"Jane, lui è Mathias Garcia, uno dei ragazzi che organizza gli incontri con i fornitori. Garcia, lei è Jane, il nuovo capo" ci presenta Sebastian. 

"Lei? Il nuovo capo? Ne sei certo?" mi squadra da capo a piedi il barista.  

"Non ti conviene scherzare con lei, è una tosta" mi difende Johnson. 

"A meno che tu non voglia venire qui, così ti faccio vedere quanto posso fare male a una persona" lo provoco. 

𝐆𝐢𝐫𝐥 𝐀𝐧𝐝 𝐅𝐢𝐫𝐞 // 𝕆𝕟𝕖ℂ𝕙𝕚𝕔𝕒𝕘𝕠 //Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora