Capitolo 20

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"Scegli una parola"

"Che?"

"Se ti senti in pericolo la dici e noi interveniamo" mi spiega Adam, dopo che mi ha sistemato il microfono sul colletto della maglia.

"Ade" dico senza riflettere, tanto ché l'uomo mi guarda storto non capendo a cosa mi riferissi.

"Ade, il dio degli inferi" ripeto "James mi ripeteva sempre che si sentiva rappresentato da Ade"

"Va bene, che Ade sia" mi risponde sorridendo.

Adam mi sta molto simpatico, è sempre cordiale e sorride molto, ma è anche molto bravo nel suo lavoro e sa farsi rispettare.

"Da quanto fai questo lavoro?" gli domando mentre sistema alcune attrezzature sul tavolo.

"6 anni" mi risponde "non ho nemmeno fatto la pattuglia, sono stato scelto direttamente dall'accademia"

"Non molti poliziotti possono dire di aver avuto la stessa fortuna, giusto?"

"Già, sono stato fortunato, ma ho anche avuto un bravo insegnante" mi dice, le ultime parole però le pronuncia quasi se fosse nostalgico, triste.

"Penso di aver appena toccato un argomento delicato, scusa" gli rispondo frettolosamente.

"Tranquilla, mi fa piacere parlarne. Alvin era un grande amico oltre a un grande poliziotto"

"Si chiamava così? Alvin?"

"Esatto. Alvin Olinsky, il poliziotto più in gamba che io abbia mai conosciuto. È stato un brutto colpo per tutti quando è stato ucciso. Antonio non te ne ha mai parlato?"

La domanda che mi fa mi lascia un po' delusa, perché no, non me ne ha mai parlato. Mi rendo conto che io e Antonio non ci conosciamo davvero bene e che non abbiamo mai iniziato a frequentarci sul serio.

"No, non me lo ha mai detto..." decido di rispondergli alla fine.

La porta si apre e compare il resto della squadra, con giubbotti antiproiettile e pistole.

"Sei pronta?" mi chiede Hailey, seguita a ruota da Burgess.

"Se fai come la volta che ti hanno preso in ostaggio, non avremo problemi!" esclama quest'ultima.

"E tu come hai fatto a saperlo?" le chiedo perplessa.

"Le voci girano" alza le spalle lei.

"Di che parlate?" domanda curioso Adam.

"Lunga storia, forse un giorno ti farò vedere" lo provoco per divertimento, facendogli l'occhiolino, per poi mettermi a ridere.

Noto però uno strano sguardo da parte di Antonio, così mi metto accanto a lui, appoggiando un braccio sulla sua spalla.

"Devo semplicemente cercare di farlo parlare il più possibile vero?" gli domando.

"Più informazioni raccogliamo meglio è, quindi si" mi risponde freddo, come se gli vessi fatto un torto.

"Che hai?" gli chiedo quando in auto non mi rivolge nemmeno per un secondo la parola.

"A cosa si riferiva Burgess?" mi domanda.

"In realtà è divertente, una volta in caserma abbiamo ricevuto una chiamata per assistenza alla polizia. Una banda aveva preso in ostaggio delle persone e aveva bloccato tutte le porte, perciò ci hanno chiamato. Ero da sola quando mi hanno presa e mi hanno usata per minacciare la polizia, ma non mi sono fatta trovare impreparata. Li ho stesi, tutti quanti"

𝐆𝐢𝐫𝐥 𝐀𝐧𝐝 𝐅𝐢𝐫𝐞 // 𝕆𝕟𝕖ℂ𝕙𝕚𝕔𝕒𝕘𝕠 //Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora