Capitolo 9

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"Buongiorno"

"Buongiorno" gli rispondo, strabuzzando un po' gli occhi "come mai già sveglio?" gli chiedo.

"Non ho mai dormito in realtà" mi risponde.

"James! Ne abbiamo già parlato" lo sgrido, mentre mi alzo e prendo i miei vestiti dalla sedia.

"Dai amore non ti arrabbiare" mi dice mentre si avvicina e mi prende per i fianchi.

"Puzzi, vai a lavarti" gli ordino spingendolo via.

Lui alza le mani e si arrende, poi va in bagno ma si gira subito dopo.

"Vieni anche tu?" mi chiede maliziosamente.

"Ho il turno e sono già in ritardo" gli rispondo, mettendomi i jeans.

"Non farmi venire lì" mi punta il dito contro.

Lo raggiungo e gli bacio una guancia, però mi afferra il braccio e mi trascina nel bagno. Cerco di liberarmi per evitare di arrivare tardi a lavoro, ma non molla la presa e alla fine mi ritrovo nella doccia con lui.





Apro gli occhi e mi ritrovo nel buio totale, con solo uno spiraglio di luce che proviene da sotto la porta.
Decido di alzarmi per bere un po' d'acqua ma nell'alzarmi pesto qualcosa sul pavimento. Una figura si rigira sul pavimento e per un attimo temo sia un animale. Poi mi rimprovero da sola per l'idea stupida e avvicinandomi capisco che è proprio Matt, dentro un sacco a pelo. Quando è tornato? E perché dorme sul pavimento?
Mi alzo evitando di pestarlo e a tentoni riesco a prendere il telefono sul mobile vicino al divano. Accendo la torcia e in cucina apro il frigo, vedo della birra proprio sullo scaffale davanti a me e non esito un secondo a prendere una bottiglia. Proprio quando comincio a dimenticare, si ripresenta e oltre alla giornata riesce a rovinarmi anche il sonno.
Bevo immersa nell'oscurità, è come se il buio attorno a me rispecchiasse il mio cervello in questo momento. Il mio occhio cade sul punto in cui ci dovrebbe essere Matt. Mi conosce da un paio di mesi e si è già fatto in quattro per me, mentre io non mi sono mai degnata di chiedergli come sta lui. Mi sento una persona orribile ora, egoista e meschina. Dovrei iniziare a preoccuparmi di più per lui, per chi sta nella caserma con me, che per me stessa. I miei problemi non dovrebbero entrare sul posto di lavoro, eppure oggi è successo e non potrei stare peggio. Fuggire dall'altra parte della città non è bastato, dovrei andarmene completamente. Ma non posso, non ce la faccio. La 51 è come una famiglia, l'aria che si respira appena entrati lì è diversa da qualunque altra. E poi c'è Matt, che con quel fare dolce e autoritario allo stesso tempo, mi ha conquistata in meno di due mesi. Non lo posso abbandonare, non me lo perdonerei mai. Anche se per il bene di tutti dovrei andarmene, io voglio restare e lotterò con tutte le mie forze per rimanere. Permetto a James di farmi quello che vuole, ma se prova solo a sfiorare Matt giuro che lo torturerò finché non mi chiederà pietà in ginocchio.
Appoggio delicatamente la bottiglia vuota dentro il lavandino e sempre con la torcia accesa, torno sul divano. Rimango per un po' a fissare il biondo nella penombra, evitando di puntargli la luce in faccia, in modo che non si svegli. Poi mi metto a pancia in giù, faccio cadere il braccio e riesco a raggiungere la mano dell'uomo. La stringo leggermente e la accarezzo delicatamente finché non sopraggiunge il sonno e mi lascio andare.




Sento un fracasso terribile e mi sveglio di soprassalto, apro leggermente gli occhi per vedere cosa è successo e Kelly mi guarda dispiaciuto. A terra ci sono pentole d'acciaio e capisco che le ha fatte cadere lui.

"Mi dispiace" si scusa, ma io in cambio gli lancio un cuscino contro e mi rigiro nella coperta.

Purtroppo però non mi lascia pietà e me lo rilancia, per poi avvicinarsi sbattendo le pentole e urlandomi di alzarmi.
Non so se ridere allo spettacolo di lui che va avanti e indietro come un soldatino o alzarmi e buttarlo a terra. Alla fine decido di lasciar perdere e vestirmi, così prendo le mie cose e mi dirigo in bagno, da dove esce Matt a petto nudo.

𝐆𝐢𝐫𝐥 𝐀𝐧𝐝 𝐅𝐢𝐫𝐞 // 𝕆𝕟𝕖ℂ𝕙𝕚𝕔𝕒𝕘𝕠 //Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora