Getto la lettera a terra come se mi avesse appena scottato, porto le mani alla bocca per cercare di coprire i singhiozzi seppur sia da sola.
È tornato, quel mostro è tornato. Pensavo di essermene liberata, ma ora è di nuovo qui, pronto a ribloccarmi nel limbo in cui mi aveva fatta cadere tempo fa.
Le lacrime non smettono, le gambe non mi reggono e crollo a terra, schiacciata dal peso della disperazione.
Non è vero, non può essere reale! È solo un incubo, ora ti sveglierai e ti accorgerai che nulla di tutto questo è mai successo!
Quando il mio sguardo ricade sulla lettera davanti a me, la realtà mi colpisce in faccia forte come uno schiaffo. Lui sa dove abito. All'improvviso una morsa allo stomaco mi attanaglia, la testa comincia a pesare e il tremore alle mani aumenta. Lui sa dove vivo, com'è possibile? Saprà anche dove lavoro? Se succedesse qualcosa alla squadra?
Mi viene da vomitare dalla disperazione, la nausea comincia a farsi sentire e prima che me ne possa rendere conto sono in ginocchio davanti al water. Vomito qualsiasi cosa, dalla colazione fino al caffè di qualche ora fa. Non ho il coraggio di guardarmi allo specchio, anche perché è completamente rotto e sarebbe molto difficile. Ma sono sicura di essere ridotta a uno straccio. Incredibile come stamattina potessi essere felice per una stupida uscita, quanto dovrò aspettare per liberarmi finalmente di James? Non posso vedermi con Matt finché ho lui alle calcagna, lo metterei in pericolo e questo non è giusto. Barcollando vado in cucina e alla vista di quel disastro mi torna la nausea, che però butto giù con un bicchiere d'acqua. O almeno, ci provo. Sento scricchiolare la porta d'entrata, che avevo lasciato mezza aperta."Jane"
Mi volto e Matt è proprio davanti a me, sconvolto.
È venuto qui, per me."Matt" dico con voce roca, con la gola che mi brucia.
"Stai bene?" continua lui avvicinandosi.
"No" esclamo mentre altre lacrime ricominciano a scendere.
Mi precipito da lui e mi faccio avvolgere dalle sue braccia, con i singhiozzi che tornano a farsi sentire e il viso stravolto dalle tante emozioni che mi hanno colpita in una sola volta. Frustrazione e rabbia, tristezza e paura, tutte in pochi istanti.
"Tranquilla, ci sono io" cerca di tranquillizzarmi lui, sempre incollato a me.
"I-io pensavo di e-essermene liberata" provo a spiegare tra i singhiozzi.
"Mi spiegherai più avanti, ora l'importante è che ti calmi" mi dice con il suo fare dolce.
"Non so cosa fare adesso" gli rispondo mentre provo a regolare il respiro e smettere di piangere.
"È semplice, vieni da me. A Kelly andrà più che bene, e probabilmente ora è al Molly o da Stella" si giustifica e mi guarda dritta negli occhi "a questo disastro penseremo domani, hai bisogno di riposo"
"Grazie" sospiro.
Il viaggio in auto dura poco, almeno così mi sembra. O sono solo io che tra tutta la confusione che ho in testa, sembra che il tempo voli in un secondo.
Mi accompagna fino all'appartamento, ma quando entriamo non siamo da soli. Kelly e Stella devono essere tornati da poco, visto che lei si sta ancora togliendo i tacchi."Matt, dov'eri finito? Ti ho chiamato più volte" dice Severide mentre apre il frigo, senza accorgersi di me.
"Ciao Jane, che ci fai qui?" mi saluta entusiasta Stella, però ora ho la testa che comincia a farmi male e ci metto qualche secondo a realizzare.
"Si si, sto bene grazie" rispondo senza pensarci e torno a fissare il vuoto.
Con la coda dell'occhio vedo lei girarsi verso Matt e fare un'espressione strana, per poi tornare con lo sguardo verso di me e appoggiarmi le mani sulle spalle.
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𝐆𝐢𝐫𝐥 𝐀𝐧𝐝 𝐅𝐢𝐫𝐞 // 𝕆𝕟𝕖ℂ𝕙𝕚𝕔𝕒𝕘𝕠 //
FanfictionJane Kennal, una normale ragazza in una grande città come Chicago. "Normale" si fa per dire. In realtà, nella sua vita ha avuto sempre poca stabilità. Suo padre, un vigile del fuoco, morì quando lei era piccola e dopo che morirono anche sua madre e...