Capitolo 21

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Manca poco a Natale, la caserma è addobbata dappertutto ormai e i due paramedici stanno diventando ogni giorno più frenetici. Mi obbligano a mettere stupidi cappellini con il campanello, non dico di no per non essere scortese ma ogni volta che accetto Otis e Cruz si mettono a ridere.

"Se non la finite mi obbligherete a vendicarmi, non so se vi conviene" li dico per l'ennesima volta.

"Ragazzi" ci chiama Severide "Boden ci vuole in sala riunioni"

Mi siedo in fondo, davanti all'ultimo tavolo, con dietro Matt appoggiato al muro e accanto a lui Kelly. Il Comandante dà le solite indicazioni e delle raccomandazioni, visto che il tempo sta peggiorando e probabilmente ci sarà una bufera di neve.

Camion 81, squadra 3, ambulanza 61, soccorso in 6023 Lake Shore.

Scendiamo dagli automezzi e ci dirigiamo all'interno dell'edificio, in un grande centro commerciale. Davanti all'entrata ci sono un sacco di persone che guardano preoccupate verso l'alto.

"Capp, Tony, andate a prendere il materasso" ordina Severide immediatamente.

"Mouch, Kidd, aiutateli" ribadisce Casey, poi si gira verso di me e mi guarda preoccupato "ce la fai?" mi chiede.

"Si si, ce la faccio" annuisco, anche se le mie parole suonano meno sicure di quanto avrei voluto.

Una ragazzina, avrà all'incirca sedici anni, è sporta dalla ringhiera del secondo piano, affacciata direttamente al piano terra, per cui sono circa dieci metri di altezza. Io, Casey, Severide, Otis e Joe saliamo per le scale fino a raggiungere il piano in questione. La ragazza sembra molto spaventata, ha la faccia rossa per colpa del pianto e fissa il vuoto sotto di lei.

"Ci parlo io" dico al Capitano.

Con un po' di riluttanza mi permette di parlare con lei, così mentre Otis lo aiuta a mettersi l'imbracatura, io mi avvicino lentamente.

"Ehi" cerco di sembrare più dolce possibile "tesoro, come ti chiami?"

Lei volta leggermente la testa, spostando la chioma mora dei capelli. Mi guarda con i suoi occhi verdi smeraldo, che risaltano con il colore della pelle pallida.

"Athena" mi risponde dopo qualche secondo di silenzio.

"Wow, che bel nome! Come la dea greca della saggezza. Io invece mi chiamo Jane"

Lei torna a fissare il vuoto sottostante, mentre viene scossa da un singhiozzo.

"Non ti avvicinare" mi dice piangendo.

"No, non mi avvicino, tranquilla. Ma tu spiegami almeno perché lo vuoi fare"

"Il mio ragazzo... è morto di leucemia" singhiozza ancora "io lo amo, non lo voglio lasciare" avanza di un centimetro sul bordo del precipizio.

Mi volto un secondo verso i miei compagni, per vedere a che punto stanno. Casey ha quasi finito di imbracarsi, incontro lo sguardo con Severide, che cerca di avanzare di un passo. Lo fermo e gli faccio cenno di aspettare, Athena è già abbastanza terrorizzata.

"Anche io ho perso delle persone che amavo alla tua età" le dico.

"Davvero?" dice tirando su il naso.

"I miei genitori e mia sorella sono morti in un incendio quando avevo sedici anni, e mi sono trovata nella tua stessa situazione, so come ti senti in questo momento"

"E come hai fatto?"

"Mi hanno aiutato, mi sono fatta aiutare. E ora guardami, sono diventata un vigile del fuoco. Capisco che tu sia spaventata, triste e arrabbiata, ma questa non è la soluzione giusta Athena"

𝐆𝐢𝐫𝐥 𝐀𝐧𝐝 𝐅𝐢𝐫𝐞 // 𝕆𝕟𝕖ℂ𝕙𝕚𝕔𝕒𝕘𝕠 //Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora