Prendo la mano a Matt ed entriamo in caserma, dove i miei colleghi mi accolgono con calore. Ricambio qualche sorriso e poi vado a riposarmi sulla mia branda. Sono settimane che non riesco a dormire, l'immagine dell'impiccagione di James non vuole lasciare la mia testa. Ho cominciato a prendere qualche sonnifero per cercare di aiutarmi, senza dirlo a Matt. Se lo sapesse probabilmente cercherebbe di fermarmi, e io non voglio. Mi aiutano e senza quelli non saprei che fare. Sono diventata più irritabile e me ne sono accorta, ma non ci posso fare nulla. È più forte di me. Vorrei solo dimenticare il passato e andare avanti. Apro il comodino accanto alla branda e tiro fuori la foto che i ragazzi mi hanno regalato per il compleanno. Lì sì che ero felice. Faccio un mezzo sorriso e accarezzo il mio volto della foto, desiderando di essere così di nuovo.
"Jane, stai bene?" mi chiede Stella.
"Si" rispondo "sto bene"
Rimetto a posto la foto e mi sdraio su un fianco, dando le spalle alla ragazza. Cominciano a bruciarmi gli occhi, ma in queste settimane ho versato talmente tante lacrime che ormai non me ne rimangono molte altre. Quel piccolo pensierino che mi si è insediato in testa dopo la definitiva morte di James mi ritorna in mente, e a pensarci mi si stringe il cuore. Lasciare la 51 dopo tutto quello che abbiamo passato insieme sarebbe un gesto meschino, eppure fuggire da Chicago mi aiuterebbe a cambiare vita. Magari andare in un posto lontano, in un paesino sperduto dell'Illinois, dove i fidanzati non sono degli assassini e trafficanti d'armi. Potrei vivere una vita tranquilla, e non frenetica come la vita qui. La mia mano scivola sulla tasca dei pantaloni, dove ho la lettera di dimissione. Il mio sguardo si posa poi sull'ufficio di Matt e lo vedo lavorare alla sua scrivania. Davvero voglio lasciarlo? Davvero voglio lasciare la 51? Otis e Herrmann passano come delle furie nel dormitorio, discutendo come fanno sempre. Anche qui mi lascio sfuggire un sorrisino, mi mancherà vederli litigare così ogni giorno. Dopo un po' decido di alzarmi e andare a fare un giro della caserma. Voglio ricordarmi tutto di questo posto, ogni piccolo dettaglio. Voglio che le mie orecchie si ricordino ogni risata, che il mio naso si ricordi ogni profumo proveniente dalla cucina e che il mio tatto ricordi il vecchio ma morbido divano della sala comune. Voglio immagazzinare la mia esperienza qui in un piccolo cassetto della mia memoria e ogni qualvolta mi sentirò sola, aprirò quel cassetto per ricordarmi che io una famiglia ce l'ho qui, a Chicago. Siamo diversi, e non solo esteticamente. Siamo differenti nel carattere e nei modi di fare, ma abbiamo tutti una cosa in comune. Abbiamo scelto di servire la comunità con il nostro lavoro e non c'è cosa più bella di questa. Litighiamo certo, ma come una vera famiglia ci riappacifichiamo e torniamo insieme più forti di prima. Purtroppo però, il mio istinto mi sta urlando di fuggire da Chicago, almeno per un po'. Senza volerlo mi ritrovo davanti all'ufficio di Boden e infilo la mano nella tasca. Busso e lui mi dà il permesso di entrare. Da seduto si toglie gli occhiali e mi dà il buongiorno sorridendo. Ricambio il saluto, poi tiro fuori la lettera e gliela appoggio sulla scrivania. Lui la guarda per un attimo, poi si alza e mi raggiunge dall'altra parte.
"Se hai bisogno di parlare con qualcuno-"
"Ho preso la mia decisione" lo interrompo.
"Jane, ascolta" mi mette una mano sulla spalla "so che hai passato tante cose da quando sei qui, sono abbastanza sicuro di poter dire che ti sei integrata più che bene. I ragazzi ti adorano e io sono il Comandante più fortunato di tutta Chicago ad averti qui con me. Non biasimarmi se cerco di farti restare. Ne hai parlato con qualcuno? Non per forza Casey, anche il cappellano può darti una mano, o anche io"
"Capo, sono stata benissimo qui con voi e mi lusinga sentire i suoi apprezzamenti, ma dopo la tempesta di problemi personali che ho subito, ho bisogno di un periodo di pausa lontano da qui. Lontano da Chicago" spiego.
"E va bene" sospira "non ti costringerò a rimanere se proprio non vuoi. Puoi aspettare la fine del turno, ma non sarà facile dirlo agli altri, vuoi che lo faccia io?"
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𝐆𝐢𝐫𝐥 𝐀𝐧𝐝 𝐅𝐢𝐫𝐞 // 𝕆𝕟𝕖ℂ𝕙𝕚𝕔𝕒𝕘𝕠 //
FanfictionJane Kennal, una normale ragazza in una grande città come Chicago. "Normale" si fa per dire. In realtà, nella sua vita ha avuto sempre poca stabilità. Suo padre, un vigile del fuoco, morì quando lei era piccola e dopo che morirono anche sua madre e...