"Che succede? Dove vai?" Matt mi corre incontro.
"In ospedale" gli rispondo prendendo la mia giacca dal divanetto dell'ufficio.
"Jane, fammi spiegare" cerca di fermarmi Antonio.
"Non provare ad avvicinarti" gli punto un dito contro, con tutta la rabbia che ho in corpo.
"Andate a litigare fuori dalla mia centrale!" esclama Trudi dal bancone, con il suo solito fare strafottente.
Non me lo faccio ripetere due volte, prendo Matt per il polso e lo trascino fuori. Gli racconto cosa è successo omettendo dettagli futili, gesticolando all'impazzata per colpa dell'arrabbiatura.
"Ora però ti calmi" interviene Kelly, che intanto ci aveva seguito all'esterno dell'edificio.
"È così che lavora la squadra di Voight, perché pensi abbiano risolto così tanto casi?" mi dice Matt, lanciando un'occhiataccia alla centrale.
Ringrazio il Comandante e Kelly per essere venuti a vedere come stavo, poi mi faccio dare un passaggio da Matt fino all'ospedale.
"Puoi anche tornare a casa se vuoi, non serve che tu rimanga qua con me" gli dico quando entriamo al Med.
"Non ti lascio da sola" mi risponde lui in cambio e sorrido, contenta di avere un amico come lui.
"James Barnes, ferita da arma da fuoco" dico a Maggie, che mi indica l'ultima stanza a destra.
La porta a vetri è chiusa, è intubato e sotto il camice ospedaliero si può vedere la fasciatura che gli hanno fatto per la ferita.
"Dovrei entrare?" domando più a me stessa che a Matt, che si gira a guardarmi.
"Perché me lo chiedi se sai già la risposta?"
Sospiro, prendo coraggio e faccio scorrere la porta. Entro silenziosamente e mi avvicino con calma, facendo scorrere il mio sguardo dalle macchine al viso dell'uomo. Gli prendo la mano, poso gli occhi sui suoi sperando che li apra. Mi sento terribilmente in colpa, questa è la verità, nonostante tutto quello che mi ha fatto passare, ora è in queste condizioni perché ho deciso di scappare con Sebastian. Se non lo avessi fatto, non lo avrei incontrato e avrei molti meno problemi al momento. Invece il destino ha deciso che non ne uscirò mai, io sono nata per essere come lui.
"Mi dispiace"
Una lacrima scende silenziosa lungo la mia guancia, poi sento le due dita che si chiudono attorno alle mie. Ritorno a vedere le sue iridi azzurre, non sono mai stata più felice di vederle.
"Infermiera!" chiamo senza staccare gli occhi da lui "sono contenta che tu sia vivo"
Entrano due infermiere e mi chiedono gentilmente di uscire, non me lo faccio ripetere due volte, lascio un bacio sulla fronte all'uomo e torno da Matt.
"Lo so che non dovrei, ma sono felice che sia vivo"
"Sei una persona buona" mi risponde "forse anche troppo, non se lo merita dopo quello che ti ha fatto"
Gli sorrido, in un ringraziamento silenzioso.
"Jane" sento chiamarmi da una voce familiare alle mie spalle.
Alex è in piedi e si regge con un bastone, anche se ancora molto pallido.
"Alex!" esclamo "torna subito a letto! Ti devi riposare!"
"Sei proprio un angelo!" mi abbraccia "prima salvi la mia vita e poi anche quella di James"
"Vuoi sprecare tutto il mio duro lavoro? Torna subito nel tuo letto!" gli ordino e lui si arrende, tornando indietro.
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𝐆𝐢𝐫𝐥 𝐀𝐧𝐝 𝐅𝐢𝐫𝐞 // 𝕆𝕟𝕖ℂ𝕙𝕚𝕔𝕒𝕘𝕠 //
FanfictionJane Kennal, una normale ragazza in una grande città come Chicago. "Normale" si fa per dire. In realtà, nella sua vita ha avuto sempre poca stabilità. Suo padre, un vigile del fuoco, morì quando lei era piccola e dopo che morirono anche sua madre e...