Come al solito fui svegliata da mio padre alle 7:30 di mattina.
Andai in bagno per fare una doccia veloce ed indossai un jeans stretto chiaro con gli strappi sulle ginocchia e al lato della coscia, un top nero, le scarpe della gucci che custodivo gelosamente dato che le mettevo di raro.
Decisi di truccarmi, non molto giusto un po' di mascara, misi la matita facendo risultare i miei occhi ancora più scuri e indossai la giacca di pelle nera."Sono pronta."
dissi con il borsone in mano, entrando nella cucina dove mi aspettavano mio padre e mia sorella che avevano già messo le loro cose in macchina.
"Per quanto tempo staremo?"
chiesi mentre bevevo un succo di frutta.
"Non lo so, mo andiamocene che è tardi, non ci sta tempo."
disse mio padre quando mi vide finire il succo alla fragola, il mio preferito.
Usciamo di casa e mia sorella si mise nei sedili di dietro perché voleva sdraiarsi per dormire.
Mi sedetti affianco al mio papà e lui mise in moto prima di sfrecciare fra le strade, il mio sguardo era fisso fuori dal finestrino e più guardavo la mia città allontanarsi più mi saliva l'angoscia.Mia mamma era di Salerno, mio padre di Napoli, si incontrarono nella città di mia mamma ma per vari motivi io ero nata a Napoli, quando mia mamma uscì dall'ospedale si trasferirono a Salerno.
Davvero un casino la mia vita, già appena nata.
Ascoltai le canzoni durante il tragitto e ogni tanto mi ritrovavo a canticchiare.
"Piccola."
sentii mio padre che abbassò la musica allo stereo dell'auto, per farsi sentire meglio.
"Fammi fare bella figura, mi raccomando."
disse ancora e io annuii senza voler aggiungere altro.
-
-Mi sentii scuotere e aprii lentamente gli occhi, mi ero addormentata, non me ne ero nemmeno resa conto, di solito mi piaceva guardare fuori per ricordare tutto durante il viaggio, ma alla fine non era la prima volta che facevo questo tipo di viaggio.
"Andiamo forza, siamo arrivati."
era ancora mio padre, che cercava di svegliare sia me che mia sorella, con la differenza che quest'ultima subito si alzò dato che avrebbe visto il suo ragazzo, questo Pietro, aveva detto che aveva un fratello di due anni più grande di me, ma niente di più e nemmeno mi interessava, infatti sarei rimasta volentieri in macchina se non fosse stato che mi sarei sentita trascinare a forza.
Scesi dall'auto e rimasi meravigliata per la grandezza della casa che mi si parò davanti.
Era una villa a due piani, con un giardino enorme, era anche più grande di casa mia e casa mia non era affatto piccola.Sorpassammo gli uomini, che sicuramente stavano li per fare le guardie, fortunatamente non stavo portando io la mia valigia altrimenti sarei caduta a terra, ero così stanca che non riuscivo a stare nemmeno in piedi.
"Gennaro, da quanto tempo."
disse un uomo vicino alla porta d'ingresso, mio padre lo salutò stringendosi la mano con lui.
"Salvatore la grande già la conosci, lei è la piccola."
disse mio padre mostrandomi all'uomo e mi sentii in soggezione. Lui mi squadrò e mi fece un sorriso.
"Piacere, Anna."
dissi io per essere cordiale facendo un sorriso, anche se sentivo l'imbarazzo crescere in me, cosa che non era nel mio carattere.
"Piacere, andiamo, vi faccio vedere le stanze."
L'uomo di casa, ci fece entrare nella casa, mio padre sembrava stesse nella sua, sapevo che lui con quest'uomo ci fosse cresciuto insieme, erano come fratelli, si erano separati solo una volta sposati.
"Papà abbiamo fatto."
un ragazzo con i capelli neri e gli occhi del medesimo colore sbucò dalla porta d'ingresso, insieme ad un altro ragazzo un po' più grande dietro di lui, si assomigliavano ma avevano alcuni tratti diversi.
Notai mia sorella salutare uno dei due ragazzi, iniziarono a riempirsi di baci facendomi fare una smorfia di disgusto, stavano approfittando che i nostri padri erano in stanze diverse.
Odiavo tutte quelle smancerie."Bravo Salvatore, io stavo facendo vedere le stanze, ma dato che ci stai tu, la fai vedere tu a Anna la sua stanza?"
chiese l'uomo di casa uscendo da una delle stanze aveva una strana espressione in viso, mi girai verso mio padre guardandolo sconcertata.
Perché doveva farmela vedere lui? Non lo conoscevo nemmeno e dovevo rimanere da sola con quel ragazzo?!Sei una cretina, ci devi vivere per un po' quindi meglio prima che dopo.
"Va bene."
rispose Salvatore, mio padre mi fece cenno di seguirlo e dal suo sguardo mi fece ben capire che non potevo obbiettare. Alzai gli occhi al cielo e seguii il ragazzo leggermente infastidita, ma cercai di non mostrarlo.
"Questa è la tua stanza."
il ragazzo aprì la porta di una stanza, ci lanciammo uno sguardo prima che entrassi dentro.
Era davvero spaziosa, aveva un'ampia finestra che sbucava anche su un piccolo balcone rendendola molto luminosa, un letto matrimoniale situato al centro."Ti piace?"
mi chiese notando che non avevo detto ancora nulla. Mi girai verso lui e poggiai il mio borsone a terra.
"Si, mi piace."
annuii e lui mi guardò aveva un'espressione così seria, sembrava mi stesse studiando.
"Mi chiamo Salvatore comunque, ma penso che tu l'abbia già capito."
Presi le mie cose dal borsone e cercai di sistemarle sul letto, quando il ragazzo avrebbe avuto intenzione di uscire, avrei sistemato i miei vestiti nella cabina armadio.
"Si l'avevo capito, io mi chiamo Anna."
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SEI PAZZA COME ME!
ChickLit(ATTENZIONE, IL LIBRO HA SUBITO UN CAMBIO DI COPERTINA E QUALCHE TRATTO DELLA STORIA, QUESTA È LA VERSIONE UFFICIALE. LA STORIA È STATA PRIMA MOLTE VOLTE) Cosa succede quando si unisce il fuoco con la benzina? Cosa succede se si mette un fiammifero...