Capitolo 20

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"Non ti credo."

dissi attraverso la porta, si forse aveva ragione ma io non lo volevo stare ad ascoltare, già era tanto che mi stavo fidando di lui, ho sempre avuto problemi a dare la mia fiducia agli altri, e vederlo tra le braccia di un'altra non era stata una bella sensazione.

"Anna, apri, te lo giuro, ma non lo vedi che avevo anche i capelli più corti?"

fece sbattere i pugni contro la porta così mi decisi ed aprii allontanandomi.

"Io non mi fido."

dissi sinceramente guardandolo male e a sua volta sbuffò passandosi una mano nel ciuffo pieno di gel, come lo portava lui.

"Tu non te ne vai, ti sto dicendo che questa foto è di un anno fa, perché non mi vuoi credere? Cosa devo fare"

buttò il mio cellulare sul letto e afferrò la mia vita.
Non dissi e non feci nulla, ero ferma e distolsi anche lo sguardo per non farlo cadere in quelle pozze nere che a mio parere, ogni giorno diventavano sempre più belle, con una scintilla in più che li faceva mettere in risalto.

"Dove stavi andando vestita così?"

infilò le mani nelle tasche posteriori del mio jeans stretto e mi strinse il sedere tra le sue mani.

"Smettila."

cercai di allontanarlo ma con scarsi risultati, dato che non si spostò neanche di un centimetro da me.

"Ti odio Salvatore, io mi sveglio preoccupata per te e mi devono arrivare questi messaggi."

mi sollevò da terra mettendo le mani sotto le mie cosce per mantenermi e misi le mani sulle sue spalle per paura di cadere.

"Come mai sei preoccupata per me, ti interessa sapere se mi uccidono?"

chiese mordendosi il labbro e infilando la testa nell'incavo del mio collo.

"Non te lo dico."

misi una mano tra i suoi capelli accarezzandoli mentre lui mi lasciava dei baci umidi sul collo.
Si avvicinò al letto e mi fece stendere sopra, mettendosi su di me.

"Sei una stronza."

lo sentii succhiare un lembo della mia pelle ma non dissi nulla e chiusi gli occhi, continuò così fino a quando non si staccò.

"Così tutti sapranno che sei mia."

lo guardai male mentre lui strinse i miei fianchi tra le sue mani.

"Io non sono tua."

dissi titubante e lui continuava ad accarezzare il mio basso ventre, fino ad arrivare al bottone dei miei jeans, lo sbottonò ma misi le mie mani sulla sua bloccandolo.

"Statti ferma bimba, lasciami fare."

mi fece togliere le mani e abbassò anche la zip dei jeans, il problema era che io mi sentivo già bagnata, e infatti quando sfiorò il tessuto delle mie mutandine con le sue dita, sorrise soddisfatto.

"Non dire una parola."

sospirai fissando i miei occhi nei suoi.

POV SALVATORE:

La guardavo mentre la sfioravo dal tessuto senza mai arrivare pelle contro pelle, aveva gli occhi sgranati e le guance rosse.
Lo sapevo, nessuno l'aveva mai toccata e mi sarebbe piaciuto farla mia in quel momento.

Ma non potevo, sicuramente non era pronta e non volevo metterle fretta, avevamo anche appena finito di discutere.

Davvero non ero stato con nessuna, quella rossa era stata una botta e via quasi un anno fa, chi aveva mandato quella foto alla mia Anna voleva solo farci dividere.
Dovevo scoprire chi fosse.

"Vuoi di più bimba?"

le chiesi quando lei afferrò il mio polso così che potessi fare qualcosa e ghignai spostando il tessuto e iniziai a giocare con il suo clitoride mentre stuzzicavo la sua entrata con un altro dito.

"Sa..salvatore..."

ansimò chiudendo gli occhi, ed era solo l'inizio del piacere mia piccola Anna.
Era così bello vederla in preda al piacere da parte mia e sentire il mio nome dalle sue labbra mi faceva solo eccitare di più.

Infilai un dito nella sua entrata senza fare troppo forte e senza andare in profondità.
La vidi inarcare la schiena verso me e cercare di nascondere il viso ma non glielo permisi, era troppo eccitante vederla in quello stato.

Aggiunsi un altro dito e continuai a muoverli e stuzzicare il suo clitoride.
La sentivo bagnarsi sempre di più.
Stava arrivando il suo primo orgasmo.

"Liberti, non ti trattenere."

sussurrai quando la vidi mordersi il labbro.

"Salvatore."

gemette e subito dopo venne sporcando le mie dita del suo liquido, che davanti a lei assaporai.
Spalancò gli occhi e si coprì il viso rosso di vergogna.

"Dai bimba non fare così, andiamo sistemati."

POV ANNA:

Ero scossa e scioccata di essermi lasciata toccare da lui così.
Mi sistemai di nuovo il jeans e allacciai la scarpa destra..

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