SEI PAZZA COME ME!

Capitolo 34

POV SALVATORE:

Mi svegliai prima di lei quella mattina e la guardai mentre dormiva.
Era perfetta, sembrava un angelo, in realtà era tutto tranne che un angioletto.

Quando mio padre tre mesi prima mi disse che mi sarei dovuto sposare, che avevano organizzato tutto il mio matrimonio con questa ragazzina di Salerno, non ci potevo credere.
Conoscevo già Anna, l'avevo vista appena era nata, ma ero un bambino di appena due anni, cosa potevo mai ricordare?

Ero arrabbiato, per la prima volta nella mia vita pensai di scappare da questo stile di vita, ma io ero fatto per quello, non potevo essere salvato, volevo rendere orgoglioso mio padre e l'avrei fatto, anche a costo di sposare una ragazzina sconosciuta.
Avevo già immaginato un matrimonio fallito, litigare ogni sera con lei perché troppo stressata e io che la lasciavo sola, ma se fosse stato quello il mio destino l'avrei accettato.

E invece da quando l'ho conosciuta, ero rimasto stupito della sua bellezza e il suo carattere forte e uguale al mio, mi teneva testa, ma se dovevamo fare qualcosa di azzardato sapevo che lei ci sarebbe stata, ho voluto credere per un attimo a quello stupido sentimento, chiamato amore, che tanto stupido non era dato che quella ragazzina mi aveva fatto provare nuove cose.

L'amore è quando invade il cervello e pensi sempre a lei? È quando vedi un'altra ragazza e capisce che la tua donna è molto più bella?
L'amore è quando hai la paura costante di perderla per qualche stupido errore?

Se fosse stato quello l'amore allora io ero innamorato, anche tanto, e non potevo crederci.

Io Salvatore Esposito, lo stronzo di turno, che uccideva a sangue freddo guardando negli occhi le sue vittime, si era innamorato di una ragazzina.

La vidi muoversi mentre le accarezzavo i capelli, si era svegliata.

"Buongiorno bimba."

sussurrai rubandole un bacio mentre si strofinava gli occhi, ancora assonnata, sembrava letteralmente una bambina, mi faceva impazzire.

"Buongiorno."

sorrise mentre io iniziai a baciarle il collo, tenendola stretta tra le mie braccia.

Iniziammo a baciarci e riprendere ciò che avevano finito la sera prima, unendo ancora una volta i nostri corpi in un'azione così piena di passione, piacere e soprattutto amore.

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POV ANNA:

Mi sentivo protetta e completa, per una volta nella mia vita, non avevo mai sentito quelle sensazioni, eppure con Salvatore era tutto diverso, lui era diverso con me come io lo ero con lui.

"Vado a fare la doccia. Vieni con me?"

chiese alzandosi da letto lasciandomi vasta visione sul suo corpo nudo.
Arrossii stringendo il lenzuolo nero sul mio corpo e scossi la testa.

"No, sei più libero di muoverti."

lui si mise a ridere per le mie schiocche rosse e il mio imbarazzo, soprattutto dopo aver fatto l'amore, e se ne entrò in bagno.

Mi alzai dal letto anche se avevo le gambe che tremavano, e mi avvicinai allo specchio, mentre riindossai le mie mutandine nere.

Osservai il mio corpo nudo, i capelli spettinati, le labbra gonfie per i baci, i segni sul seno e le gambe con i segni delle sue mani, avevo a che piccoli succhiotti sul collo.
Mi sentivo diversa, come se mi sentissi desiderata e donna! Come mi faceva sentire Salvatore.

Capii che non sarei stata più la stessa, che qualcosa in me fosse cambiato e mi piacevo.

Indossai una delle maglie della versace del mio ragazzo e presi dei vestiti prima di uscire dalla camera e andare velocemente in un altro bagno.
Mi sarebbe piaciuto lavarmi con lui, ma mi sentivo ancora stremata, e sapevo che lui non riusciva a controllare i suoi istinti.

Chiusi la porta a chiave e mi infilai nella doccia per lavarmi. Lavai i miei lunghi capelli e insaponai il mio corpo, prima di sciacquarmi.

Uscii dalla cabina doccia e avvolsi i capelli in un asciugamano più piccola e il mio corpo in una più grande.

"Anna stai qua?"

la voce di Salvatore fuori la porta mi portò a posare la spazzola, con la quale stavo pettinando i capelli e avvicinarmi alla porta, ma senza aprire.

"Sto qua."

"Dopo andiamo a fare un servizio."

disse il ragazzo con un tono alquanto felice.

"Va bene, dammi dieci minuti."

non sentii una risposta arrivare e così tornai a pettinare i capelli e li asciugai velocemente con un asciugacapelli.
Ero curiosa di sapere dove saremmo andati.

Lavai i denti e il viso quando finii con i capelli e evitai di truccarmi, così non avrei perso neanche tempo. Infilai l'intimo dopo aver tolto l'asciugamano grande e mi vestii.

Lasciai i capelli lisci e slegati senza fare altro e uscii dal bagno correndo in camera per scegliere le scarpe. Mi morsi il labbro guardandomi allo specchio mentre pensavo a quale scarpa indossare e alla fine decisi per un paio di tacchi neri, un po' troppo alti per i miei gusti ma dovevo abituarmi.

Uscii dalla camera e trovai Salvatore seduto sul divano con il cellulare in mano che quando sentì i miei passi alzò la testa per guardarmi.

Rimase per qualche minuti fermo lì a scrutarmi prima che io potessi muovermi verso lui e scuoterlo da ogni pensiero stesse facendo.

"Mi chiedo sempre perché devo farti uscire, quando posso tenerti qui dentro e nessuno ti vede."

prese la mia mano, mi lasciai scappare una risata ricevendo da lui un sorriso senza mostrare i suoi favolosi denti e uscimmo di casa.

"Dove andiamo?"

chiesi entrando nel suo range rover bianco e posando il cellulare nella mia borsa.

"Ho imposto ai nostri padri di farci scegliere a noi qualcosa per il matrimonio e ci hanno lasciato libera scelta su quale ristorante scegliere tra quelli che hanno visto, però mo pensa a quale vestito vorresti indossare, perché andiamo a prendere le tue scarpe."

mise in moto mentre si accendeva una sigaretta. Aprii il finestrino godendomi l'aria calda dell'estate che stava arrivando.

"Le mie scarpe?"

spalancai gli occhi, io nemmeno ci avevo pensato a che tipo di abito volevo.

E poi si, i sentimenti tra me e Salvatore erano nati, leggeri o forti che siano, c'erano, ma non mi sentivo pronta per il matrimonio, eravamo piccoli e ci eravamo appena conosciuti, ero solo spaventata che in futuro quel sentimento sarebbe sfumato e non ci sarebbe stato nient'altro. Ma solo un matrimonio fallito, come tutti gli altri.