Capitolo 15

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Finii di fare dei semplici boccoli ai miei capelli, così da non lasciarli sempre lisci e mi truccai con un poco di mascara, contorno labbra rosso e riempite con il medesimo colore.

"Sei fantastica come sempre."

mi sorrise mia sorella.

"Come te."

le sorrisi a mia volta e presi una pochette della gucci nera, dato che non mi fidavo infilai la mia pistola dentro, sotto gli occhi attenti di Sara.

"Stai attenta, sappi che la maggior parte di loro sanno che tu sarai la futura Esposito, non dovrebbero farti nulla, come non toccano nessuno di loro, ma hanno tanti nemici, sta attenta."

ci abbracciammo prima di uscire dalla stanza e arrivare nel soggiorno, dove c'erano gli uomini di casa, compresi altri uomini che stavano parlando con mio padre e il boss di casa.

"Scusatemi, ma ho una cosa da dirvi, riguardo stamattina."

mi sentii improvvisamente gli occhi puntati addosso e d'instinto mi avvicinai a mio padre, dove stava anche Salvatore.

"Ne riparliamo domani, mo andate."

disse il boss di Napoli guardando me, Salvatore, Sara e Andrea.
Sentii una mano afferrare la mia vita e spronarmi ad uscire.

"Non mi hai nemmeno fatto salutare."

sbuffai girandomi verso il ragazzo, mentre uscivamo di casa.

"Non mi interessa, ti sei vestita così e già ci stava qualche rattuso di merda che ti stava guardando assai, sti stronzi."

disse con tono arrabbiato e roteai gli occhi.
Mi ritrovai in macchina sola con lui, mentre Andrea e Sara si erano già avviati con la macchina del più grande.

"Sei tu che ti fai paranoie e sei troppo geloso."

osservai mentre guidava e lo vidi fare un leggero ghigno, potevo mai trovarlo attraente anche mentre guidava?

"Io non sono geloso."

mi fece l'occhiolino, Salvatore stava giocando troppo con me, non aveva capito nulla.
Non lo risposi, dato che non mi servono parole, la mia vendetta avveniva direttamente.
Ti avrei dimostrato io chi era o no geloso Salvatore Esposito, stasera la tua gelosia sarà alle stelle.

Appena arrivammo scendemmo dall'auto e andai vicino a Sara che notai stare con Andrea fuori all'entrata della discoteca ad aspettarci.

"Salvatore ci stanno loro."

notai il ragazzo accanto a me irrigidirsi ed entrare insieme a suo fratello, ma non solo lui ebbe quella reazione.
Se mi avesse vista mi avrebbe riconosciuta, ormai sapevo quali erano i suoi piani ma non volevo essere notata, altrimenti mi sarebbero aspettate le peggiori torture.

"Sara andiamo a prendere un drink?"

chiesi nervosa a mia sorella quando entrammo anche noi. Guardando attorno non avevo visto nessuno con viso familiare, ed era meglio così.

Ordinai il mio drink e afferrai il mio cellulare dalla borsa.

A Papà:
Papi ci sta Michele qua, che devo fare? Se mi vede?

inviai, e subito mi arrivò la risposta, stranamente.

Da Papà:
Se hai portato a termine il piano non importa se ti vede, basta che stai attenta.

A Papà:
Va bene, domani vi dico che cosa ho sentito stamattina.

Rimisi il telefono nella mia borsetta, speravo con tutta me stessa che quel cretino non facesse qualcosa a Salvatore, li avevo sentiti che avevano un piano per fargli del male, solo che ora dovevano ancora mantenere i loro visi d'angelo e fare finta di volere la pace, me lo sentivo quella sera sarebbe successo qualcosa.

"Dopo vado da un cliente di papà, tu resti qua o vieni con me?"

chiese mia sorella prendendo il suo bicchiere.
Scossi la testa succhiando dalla cannuccia il mio drink.

"Resto qua, e poi.. devo dire una cosa a Salvatore."

mentii, la verità era che dovevo accertarmi che fosse ancora vivo.
Questo senso di protezione che avevo nei suoi confronti doveva sparire.. avevo paura che gli succedesse qualcosa, o diventavo un brutto essere se sapevo che qualcuno l'aveva fatto del male.

"Va bene, io vado allora."

finì il suo drink e posò il bicchiere sul bancone lasciandomi sola.

Erano ormai dieci minuti che stavo seduta lì su quello sgabello a pensare cosa fare se mi fossi trovata Michele davanti, e guardate un po'? Parli del diavolo e spuntano le corna.

"Ma guardate qua, ci sta la ragazza di stamattina, stai solo tu qua? Niente amiche bambolina?"

chiese ironicamente avvicinandosi a me, fortunatamente era solo e non affiancato da qualcuno.

Siamo io e lui, posso farcela da sola.

"Lasciami in pace."

risposi secca alzandomi e guardandomi attorno, volevo vedere se ci fosse Salvatore, o Sara o Andrea nei paraggi.

"A chi cerchi? Stamattina ti sei comportata come una stronza, ma mi piacciono i caratteri come i tuoi lo sai?"

si avvicinò troppo al mio orecchio e lo scansai cercando di allontanarmi da lui, ma con scarsi risultati dato che mi afferrò il polso.

"Mi devi lasciare stare, ti ho detto."

stava iniziando a farmi davvero innervosire, non era possibile che con Salvatore non odiassi il suo tocco o la sua vicinanza, anzi.. a volte l'avrei voluto avere più vicino.
Ma inutile dire che questo Michele mi stava dando su i nervi e non poco.

"Perché? Un Esposito non si tocca? Lo so, perciò sto qua. Perché stamattina stavi dentro a quel bar eh? Che volevi? Dovevi sentire qualcosa?"

mi strinse la presa e iniziò a camminare tra la folla, trascinando anche me, che per quanto volessi liberarmi lui era più forte.
Aveva saputo che io facevo parte degli Esposito ormai. E ora? Cosa ne voleva fare di me?

"Sei solo una zoccola, che c'è? Mo non parli più? Il gatto ti ha mangiato la lingua?"

urlò sbattendomi contro un divanetto, dove caddi ma prima che lui potesse imprigionarmi sotto di lui mi alzai velocemente.

"Non ti permettere di parlarmi così, lasciami stare."

gli urlai per farmi anche sentire, a causa della musica alta, dato che avevo messo una certa distanza tra i nostri corpi.

Forse quella sera provai un poco di paura, uno dei sentimenti che non provavo mai, o almeno quasi mai, eppure quel ragazzo era riuscito a far rinascere quell'emozione in me.

"Io ti uccido così vediamo il boss che fa."

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