Capitolo 22

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POV SALVATORE:

"Sa'."

la voce di mio padre mi fece distogliere lo sguardo dal corpo di Anna che se ne era salita in camera.

"Che c'è papà?"

chiesi guardandolo e incrociai le braccia al petto infastidito, quando lo vidi fissare insistentemente i miei tagli e il livido che avevo sul viso.

Non volevo arrabbiarmi con Anna, ma se le dicevo una cosa doveva ascoltarmi. Ero già incazzato per i fatti miei, lei non poteva assillarmi.

"Chi è stato? E non rispondermi male perché ti picchio Salvatore, non mi interezza se tieni diciotto anni."

aveva lo sguardo serio e le sue parole mi innervosirono solo di più.
Si che era mio padre ma non volevo essere nemmeno sfiorato, da nessuno.

"Michele."

risposi senza aggiungere altro.

"Salvatore, Anna andò a scoprire che avevano intenzione di fare, la mandai io stesso. Hanno intenzione di sterminarci, partendo da te. Devi stare attento con queste persone."

ora si che avevo le idee più chiare, Michele già l'aveva vista la mia Anna, per colpa di mio padre.

"Papà ma cosa fai? L'hai messa in pericolo, lei non ci deve entrare in queste cose."

sbottai contro di lui congelandomi sul posto per non picchiarlo.

"Salvatore tu mi hai scocciato, mettiti in testa che se Anna non era come volevo io, non avrei mai organizzato questo matrimonio. Tenete la stessa testa, è nata per comandare, come te. Non ci potrebbe essere donna migliore vicino a te. Siete uguali, quindi o ti fidi di lei o ti stai solo a vita, tutto questo già l'ho deciso."

alzò la voce urlandomi contro, stufo del mio comportamento. Effettivamente non potevo dargli torto, ma non lo avrei mai ammesso.

"Ok."

stavo per salire in camera dalla mia piccola quando mi bloccò di nuovo.

"Il messaggio per Anna quella notte era da parte della famiglia americana, abbiamo due minacce Salvatore, proteggi la tua donna, e unitevi che siete più forti."

annuii con la testa e salii le scale che portavano alle stanze.
Se avessero voluto toccare Anna avrebbero dovuto prima spararmi una pallottola in fronte.

POV ANNA:

Stavo sistemando i miei nuovi vestiti nella cabina armadio, li adoravo uno ad uno.

Sentii la porta della mia camera aprirsi ma non gli diedi importanza, già sapevo chi era.
Meglio per lui che mi chiedesse scusa.

"Bimba."

sentii la sua voce vicina e mi girai quando lo vidi vicino alla porta della cabina.

"Che vuoi?"

non lo guardai nemmeno, lui non riusciva a capire che io più guardavo i suoi lividi più mi saliva la voglia di uscire di casa e andare a sfondare chi l'avesse toccato in quel modo.

"E dai piccola lo sai che ero arrabbiato. Non volevo sfogarmi su di te."

si avvicinò a me afferrandomi la vita e roteai gli occhi, ormai era come un vizio.

"Dimmi chi è stato."

mi girai e lo guardai.

"Perché lo vuoi sapere così tanto? Che cambia?"

chiese guardandomi e strinse la presa sui miei fianchi.

"Salvatore."

il mio tono di voce era scocciato lamentoso, accompagnato da uno sbuffo.

"È stato Michele."

mi guardò con il suo solito sguardo da duro, lo sapevo che fossero andati da lui, Salvatore non sopportava chi voleva prendere il sopravvento su di lui, ma non capiva che certe cose non si dovevano fare di istinto, perché a volte il nemico aspetta solo una mossa sbagliata dalla nostra parte.

"Vieni con me."

gli afferrai la mano e lo portai nel bagno della mia camera. Lo feci sedere sul water chiuso e aprii un mobiletto dove avevo un disinfettante con l'ovatta.
Non era mai troppo tardi per farlo.

"Che vuoi fare?"

chiese sbuffando poi quando mi vide con quelle cose in mano.

"Non fare il bambino, fidati di me."

lo guardai con un'espressione severa e bagnai un pezzo d'ovatta, la poggiai delicatamente sul suo sopracciglio dove c'era anche il sangue secco. Lo vidi stringere i denti ma non disse nulla anzi, mi tirò tra le sue gambe cingendo la mia vita con le sue forti braccia.

"Sei uno stupido, se ti avessero ucciso?"

POV SALVATORE :

A quella domanda alzai gli occhi per guardarla.

"Ti stai preoccupando per me bimba? E poi a me nessuno mi uccide."

dissi con mio tono sicuro, ricevendo uno schiaffo sulla nuca da parte sua.

"Non siamo invincibili, prima o poi qualcuno ci farà fuori e tu non fai altro che alimentare la cosa, perché sei andato nel territorio nemico da solo."

la vidi mettere una crema sul rigonfiamento del mio occhio ma non le dissi nulla, la lasciai semplicemente fare, era ancora più bella nei panni di un improvvisa dottoressa.

"Fin quando abbiamo un patto non può succedere nulla."

le accarezzai la schiena facendo scivolare le mani sul suo sedere, ricevendo un occhiataccia da lei, che in cambio si formò un ghigno sulle mie labbra.

"Non se vai da persone che ti vogliono uccidere."

disse quelle parole così velocemente come velocemente si morse forte il labbro, forse era una cosa che non doveva dire.

"E tu che ne sai?"

mi accigliai guardandola male, ma forse sapevo già la risposta che mi avrebbe dato.

"Ho sbagliato a parlare."

quando finì di ripulire il mio viso dal sangue secco e di disinfettarmi si spostò dal mio corpo e buttò l'ovatta sporca nel cestino.

"Non mentire a me Anna!"

mi stavo seriamente innervosendo, e dato che volevo portarla da una parte non potevo permettermi di litigarci.

"Quando mi vedesti in quel bar con Michele era perché tuo padre mi aveva mandata lì, sospettava che lui avesse qualcosa da nascondere dato che erano troppo in silenzio. E così fu, quando andai al bar li sentii parlare da lontano e un ragazzo spronava Michele a muoversi e far qualcosa contro di voi. Michele confermò che avrebbe fatto qualcosa e sarebbe partito per far del male a te."

la vidi incrociare le braccia sotto al seno e se ne tornò nella sua stanza, dove io la seguii.

"Non mi faranno niente, come a te non farà nulla chi ha scritto quella frase sul muro."

disse abbracciandola da dietro e le spostai i suoi lunghi capelli da un lato, per lasciarle una scia di baci sul collo.
La sentii rilassarsi e non dire più nulla così approfittai e appoggiai le mani sulla sua pancia.

"Salvatore."

mi richiamò quando la mia mano iniziò a scendere verso la sua intimità ma mi aveva bloccato.

"Vestiti bimba, ti porto in un posto."

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