"Avevo perso tutto,
non trovando più la forza di lottare.
Ma un piccolo raggio di sole,
riuscì a farmi ritrovare la speranza."
Il rumore delle onde placa ogni mio pensiero, rendendolo quasi impercettibile, libero dalla trappola oscura che ritrova dentro di me.
La scogliera mostra la sua potenza, resa vulnerabile delle onde che impetuose e nitide, si scagliano contro di essa cambiando la sua forma e con sé, anche la sua storia.Mi sento esattamente come se il mondo aspettasse una mia mossa, un segnale per interagire alle mie stesse sfide.
Oggi mi sono sentito bloccato, come se qualcosa mi portasse ad allontanare Beatrice.
Mi sento ancora in colpa, una totale delusione nei suoi confronti, in ciò che stiamo costruendo insieme.
Perché mettere insieme dei pezzi rovinati non è così semplice come sistemare un vecchio puzzle.L'ho ferita, sebbene l'abbia fatto consapevolmente.
Ma non sono riuscito a guardarla negli occhi, quelli sono letali.
Mio padre riuscì a smuovere in me quelle immagini represse nel vuoto, che mi impediscono di ragionare.Odio solo l'idea di pensarmi dentro quella fottuta stanza dove mi tenne rinchiuso, come un lurido oggetto che non serviva a niente.
Sentivo mia madre dire che quello era il mio posto, il luogo dove meritavo di vivere, ma non scoprì mai il vero motivo.
Rimasi con questa rabbia, che man mano cambiò il mio modo di pensare, di ragionare, di vivere.
Finché crescendo non le permisi più di avvicinarsi a me, ad Elise.Prendo il primo sasso che trovo e con tutta la mia forza, lo lancio nell'esatto punto dove le onde si scagliano tra la riva.
Un respiro affannato, le vene che pompano irrefrenabili.
Il suono del mio cellulare mi distrae dal posto in cui mi trovo, ed il nome di Elise sullo schermo mi spinge ad accettare la chiamata.《Ehi fratellino, scusa se ti chiamo in questo momento ma ho bisogno di te.》
La sua voce placa tutta la mia ira.
《Dimmi pure.》
《Il fatto è che sono andata a fare un giro verso la costa di Zuma Beach, ma la macchina ha avuto un guasto e Lenny si è offerto ad accompagnarmi a casa. Potresti per caso darmi una mano per portarla a casa?》domanda preoccupata.
《D'accordo, ci penserò io.》
《Grazie mille! Ti invierò la posizione. Sei il fratello migliore del mondo!》 e dopodiché attacca.
Decido di ritornare in macchina, lasciando qui ogni ricordo lontano.
Mi metto in marcia verso la direzione che detta il GPS, sfrecciando sotto i colori profondi di questo tramonto.
Penso ad un sorriso, che tra tanti fa rilassare ogni mia tensione.
Mi manca tantissimo, mi manca la sua pelle, il suo dolce profumo, le sue mani piccole che sfiorando mille sensazioni indescrivibili che mi mandano fottutamente in tilt.
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𝘗𝘌𝘙 𝘚𝘌𝘔𝘗𝘙𝘌 𝘊𝘖𝘕 𝘔𝘌
ChickLitA R O M A N C E S T O R Y 𝘽𝙚𝙖𝙩𝙧𝙞𝙘𝙚 𝙈𝙞𝙡𝙩𝙤𝙣 è una diciannovenne che vive nel distretto più popolato di New York, Manhattan. Determinata, solare ma stronza al punto giusto, affronta ogni avversità che le si pone contro, sebbene qualc...