7. LASCIARE IL SEGNO

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Non riesco ancora a credere a ciò che le ho appena detto guardandola dritto negli occhi

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Non riesco ancora a credere a ciò che le ho appena detto guardandola dritto negli occhi.

《Cazzo.》sbotto tra me e me buttando a terra tutto ciò che incontro e riportando le mani fra i capelli.

Lei non deve fraintendere.

Dopo aver fatto una doccia al volo, mi precipito in camera mia per cercare di rimediare.
Non appena varco la porta, vedo Beatrice seduta sul mio letto con lo sguardo perso nel vuoto e le mani poggiate delicatamente sulle gambe.
Ha i capelli legati in una coda non molto ordinata e il suo viso è contornato da un piccolo ciuffo che le ricade dolcemente lungo la guancia destra.

《Allora andiamo?》le domando mentre cerco le chiavi della macchina.
Da lei non ricevo nessuna risposta.
Rimane a fissarmi con uno sguardo freddo e mi domando cosa cazzo succede adesso.

Ora la sua presenza è ad un passo dal mio corpo e mi trattengo parecchio nel seguire il mio insisto.
Ha le labbra serrate e gli occhi che tremano.

《Perché ti sei comportato in questo modo con me? Perché ti sei preoccupato?》domanda tutto d'un fiato guardandomi dritto negli occhi.

Preoccupato? Ti ho solo fatto un favore. Nulla di più.》dico senza prestarci attenzione.

Lo so cosa starà pensando in questo momento.
Ma non posso farci niente, va bene così.

《Perfetto. È tutto chiaro quello che hai appena detto. 》sbotta lei con tono freddo guardandomi negli occhi.

Solo ora mi accorgo che sono bellissimi.
Sono di un verde smeraldo molto intenso, sembra che abbia due cristalli al posto degli occhi.

《Adesso devo tornare a casa.》si affretta a dire spingendomi e dopo aver preso tutte le sue cose, esce spedita dalla stanza.

Scendo al piano inferiore cercando di raggiungerla, ma lei è già davanti al portone con il respiro affannato.

《Lascia che ti accompagni.》affermo avvicinandomi al suo viso.
La nostra vicinanza mi fa sentire ancor di più la sua tensione.

《Non preoccuparti per me, vado a piedi.》 e con fin troppa chiarezza, mi guarda per l'ultima volta, per poi correre via da me, scomparendo tra i numerosi vialetti.

È così che deve andare.

-

Nei giorni a seguire non l'ho più vista se non al college, visto che siamo anche nella stessa classe.
Non ci siamo più guardati né parlati da quella volta a casa mia.
Dopo due ore di filosofia, adesso abbiamo educazione fisica.
Insieme al professore ci dirigiamo in palestra e noi maschi ci incamminiamo verso gli spogliatoi.

《Ehi campione.》 saluta Lenny dandomi una pacca sulla spalla e spostandosi delle ciocche castane dagli occhi.

Io mi limito a fare un cenno col capo, concentrando la mia attenzione sul mobiletto dinanzi alla mia vista.

《Qualcuno sembra giù di morale. Che succede? Opera della tua amorosa?》domanda lui con tono divertito.

Quasi lo gonfio a pugni.

《A cosa ti riferisci?》 domando indifferente mentre mi alzo dalla panchina infilandomi la tuta.

《Dai andiamo! Lo sa chiunque che quella Milton ti piace.》

《Spari solo cazzate.》sbotto nervoso uscendo dallo spogliatoio e vedendo il suo sorriso spegnersi.

Questa storia deve finire.
Solo adesso noto che anche le ragazze si sono cambiate.
I miei occhi vanno su una chioma bionda.

Indossa un paio di leggings neri che lasciano perfettamente intravedere il suo corpo e inoltre la magliettina corta lascia una bella visuale sul resto.

Ad un certo punto il rumore di un fischietto attira la nostra attenzione.

《Bene ragazzi, oggi faremo una partita a pallavolo, maschi contro femmine. Vi dividete in sei postazioni ognuna. La partita termina a 20 punti. 》 ci informa il professore.

Le ragazze si sono disposte nell'altra metà del campo.
Elise è vicino a Beatrice, mentre Carol si posiziona davanti a me cercando di fissarmi più che può.
Il suono del fischietto indica l'inizio della partita.

Il primo a battere è Demon, le ragazze riescono a pararla lanciandola nel campo avversario.
Riesco a prenderla in tempo tirandola nuovamente nel loro campo e la mancata attenzione di Carol, ci fa segnare un punto.

Noto la faccia contrariata di Beatrice, ma non si lascia abbattere così facilmente.

A metà della partita Carol è inciampata su Beatrice beccandosi una delle sue frasi stronze.

La partita termina con un punteggio di 20-15 per noi.

Lenny nel frattempo si avvicina con lo sguardo basso e pentito di ciò che è successo.

《Ti va una birra dopo?》domanda poi cercando di tirare un sorriso.

《Va bene.》e dopo avergli lanciato un'occhiata mi dirigo verso gli spogliatoi.

Poco prima di arrivare, qualcuno mi prende per il braccio facendomi voltare su un viso conoscente.

《Sono felice che abbiate vinto, sei il mio campione!》 e senza avere il tempo di allontanarmi, ritrovo le labbra di Carol contro le mie.

Beatrice guarda la scena schifata da lontano e ciò mi spinge a marcare di più la sua attenzione su di me.

Premo entrambe le mani sul davanzale posteriore di Carol facendola quasi sussultare e inizio a baciarla senza sosta, pesantemente.

《So che ti piace ancora essere baciato da me.》asserisce lei staccandosi dalle mie labbra per riprendere fiato.

Noto Beatrice allontanarsi senza degnarmi più di uno sguardo e solo adesso capisco di aver colpito il bersaglio in pieno.

《Puoi sempre fare di meglio.》affermo spocchioso per poi allontanarmi da lei, sotto le sue occhiate di fuoco.

Passo una mano per togliere ogni residuo di rossetto rimasto addosso e rientro in spogliatoio intento a farmi una doccia.

Dopo essermi cambiato, esco da questo bordello lasciando che tutta la rabbia scorra dentro le mie vene.

𝘗𝘌𝘙 𝘚𝘌𝘔𝘗𝘙𝘌 𝘊𝘖𝘕 𝘔𝘌Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora