20. OVUNQUE, COME IL PREZZEMOLO.

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Oggi è domenica, il che vuol dire solo una cosa

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Oggi è domenica, il che vuol dire solo una cosa.

CIBO.

Non so come vivrei senza, è l'unico amore della mia vita.
Una parte di me credeva che fosse una chioma bionda, ma la realtà è diversa.
Edward non è di mia proprietà, il cibo è tutto un altro discorso.
A volte non so perché, ma quando lo vedo pensieroso vorrei fare qualcosa per farlo sorridere o per farlo stare bene.

So anche che non se lo meriterebbe, perché è uno stronzo, ma non riesco a fare finta di niente, proprio no.

Nella mia testa non riesco a smettere di pensare a quello che è successo sotto quell'albero.
Eravamo ad un millimetro di distanza, dopo avermi afferrata per il polso il mio corpo scontra il suo ed ogni volta che succede, mille brividi mi scorrono lungo la schiena e il mio cervello va in tilt.
Ormai per me quel posto è diventato magico.

Vedevo nei suoi occhi un briciolo di speranza, di luce.
Quell'aria da misterioso mi fa impazzire ogni cavolo di volta.

Smetto di pensare a Edward e decido di fare una doccia, visto che dallo stato che mi ritrovo, non sono presentabile nemmeno per i vicini di casa.

Quasi quasi rido di me stessa.

Dopo essere andata in bagno, butto il mio pigiama, che altro non è che una semplice maglia oversize, nel cestello e successivamente avvio la mia playlist.

Quando mi immergo sotto il getto d'acqua ogni pensiero scivola via come l'acqua e mi abbandono nel mio piccolo cerchio di felicità.

È una delle sensazioni più belle al mondo.

Terminata la doccia, anche se non volevo più uscire, decido di mettermi un vestito molto carino che ho preso l'anno scorso a Miami.

È con le spalline, stretto solo sui fianchi e poi cade perfettamente morbido sulle gambe.
Lo adoro.
È stato un amore a prima vista.
I capelli li lascio naturali, visto che sono lisci come la seta, mi limito a spazzolarli un po, dopodiché li asciugo leggermente.

Vi chiederete perché mi sto vestendo in modo decente?

Beh si è fatta ora di pranzo ed ho deciso di andare allo Starbucks, magari con Elise.

Sto morendo di fame, quindi decido di chiamarla subito.

《Ehi Bea buongiorno, come stai? Ti stavo giusto pensando.》ammicca con entusiasmo.

《Buongiorno Elise, tutto bene, tu? Ascolta, visto che sto morendo di fame, volevo chiederti se ti va di andare a mangiare qualcosa allo Starbucks. 》domando mentre preparo la mia borsa sperando che non mi cadesse il cellulare dall'orecchio.

《Allo Starbucks? Va bene ci sto! Anche a me piace molto quel posto, hanno dei panini squisiti e fanno degli ottimi frullati!》afferma lei.

《Perfetto, allora ci vediamo lì, a dopo.》dopodiché chiudo la chiamata.

𝘗𝘌𝘙 𝘚𝘌𝘔𝘗𝘙𝘌 𝘊𝘖𝘕 𝘔𝘌Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora