Capitolo IV

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Jennifer passò quasi l'intera giornata nella sua camera un po' per non rincontrare i maggiori dei Mikaelson dopo la figura che aveva fatto e un po' per non incontrare Kol... Aveva passato una notte divertente con lui e forse non voleva ammettere che con lui stava bene.
Stette quasi tutto il giorno appoggiata alla fienstra a guardare il giardino sul retro oppure sul letto sonnicchiando di tanto in tanto, aveva chiesto a Ginny di portarle i pasti in camera così non si sarebbe dovuta muovere da lì.
Uscì dalla stanza solo per andare in biblioteca per recuperare il libro iniziato la notte prima, raccolse il libro dal tavolino e guardò il divanetto dove erano stati seduti per tutta la notte, sorrise appena e strinse il libro che aveva in mano al petto poi uscì dalla stanza.
Mentre usciva notò la figura di Kol nel giardino sul retro attraverso la grande finestra del corridoio che si affacciava su di esso, lo guardò per qualche secondo per poi ritirarsi
"Scendete a farmi compagnia Jennifer?" la sua voce raggiunse le orecchie della ragazza che incredula tornò indietro chiedendosi come aveva fatto a capire che era lì, annuì ancora un po' confusa e lo raggiunse
"Mi avete evitato per tutto il giorno o sbaglio?" chiese lui con tono malizioso, lei arrossì vistosamente imbarazzata e annuì sconfitta senza dire nulla "Siete stata così male con me?" Jennifer alzò lo sguardo di scatto sentendosi immediatamente in colpa solo per il fatto che lui lo avesse pensato
"Oh no, non dovete neanche pensarla una cosa del genere, visto come hanno reagito i vostri fratelli ho pensato che fosse meglio se non mi facevo vedere più di tanto in giro" disse una mezza verità, non era uscita anche per non vedere lui ed evitare di dirgli quello che stava per dire "In realtà sono stata molto bene, vi devo ringraziare" confessò, non era mai riuscita a tenere le sue sensazioni per sè non faceva parte del suo essere anche a costo di essere sconveniente come in quella occasione
"Ad essere sincero anche io sono stato molto bene con voi"ammise Kol d'impulso, lei spontaneamente sorrise e mentre continuavano a guardarsi e a studiarsi calò un leggero silenzio.
"Come avete fatto?" gli chiese schietta senza pensarci troppo
"A fare cosa?" chiese lui confuso
"A sapere che ero alla finestra" spiegò, lui pensò a una risposta plausibile
"Vi ho visto, mentre vi giravate per andarvene, avete distolto lo sguardo mentre io mi giravo verso di voi" cercò di usare un tono abbastanza sicuro per risultare convincente perchè in realtà grazie al suo super udito e olfatto l'aveva percepita dietro di lui e aveva riconosciuto il suo odore, lei fece spallucce mangiando la foglia
"Mi fate fare un giro del giardino o rimaniamo qui in eterno?" chiese lei sarcastica e sorridendogli, l'imbarazzo che aveva provato fino a quel momento con lui si era volatilizzato come se non fosse mai esistito
"Ma certo, prego signorina" le porse il braccio che lei accettò e iniziarono la loro passeggiata intorno al magnifico giardino alla francese con erba tagliata perfettamente e fiori coloratissimi a dare un po' di brio al verde, al centro del giardino c'era un bellissimo pozzo decorato con un roseto ormai in fiore. Jennifer lasciò il braccio del suo accompagnatore per avvicinarsi al pozzo, guardando incantata le rose
"Sono identiche a quelle che mia madre faceva crescere nel nostro giardino" commentò lei sorridendo, Kol si avvicinò ne staccò una dalla pianta usando delle forbici che il giardiniere aveva lasciato sbadatamente sul bordo del pozzo e gliela regalò, lei lo guardò sorpresa e sorrise
"Vi ringrazio" la prese in mano ma si bucò una delle dita con una spina, la lasciò cadere a terra dopo aver avvertito il dolore, un rigolo di sangue iniziò a fuoriuscire dalla piccola puntura. La faccia del ragazzo cambiò si irrigidì di colpo, strinse forte il tubo in ferro battuto che teneva il secchio per cercare di controllarsi, dopo sei secoli riusciva a controllarsi piuttosto bene davanti al sangue ma questa volta senza capirne il motivo era particolrmente nervoso, lei lo guardò preoccupata
"Vi sentite bene?" lui annuì e tirò fuori dalla tasca dei calzoni un fazzoletto di seta e glielo diede per fermare il sangue
"Perdonatemi ma devo proprio andare" disse lui velocemente prima di girarsi e andarsene lasciando Jennifer alquanto frastornata e confusa dal suo comportamento.

Kol sconvolto dalla reazione del suo corpo al sangue scappa senza pensarci troppo verso le stanze dei fratelli. Entrò senza bussare nello studio di Elijah e trovò il resto della famiglia compresa Rebekah lì che parlavano, non si chiese neanche il perchè di questa riunione senza di lui da quanto era scombussolato da quello che gli era successo.
I fratelli lo guardarono silenziosi, notando che i suoi occhi stavano diventando più scuri e le vene sotto di essi più marcate
"Che è successo?" chiese Elijah alzandosi dalla sua sedia
"E' quello che sono venuto a chiederti fratello, non so cosa mi succede!" disse sedendosi, la sorella si alzò dalla sua sedia e chiamò dentro la stanza una giovane ragazza
"Da' un morso qui fratello, sembra che tu ne abbia bisogno" disse lei, Kol la guardò incredulo
"Cosa? No! Non ho bisogno di dissanguare la tua serva Rebekah, voglio solo capire perchè non riesco più a controllarmi!" lei sbuffò scocciata poi guardò la serva negli occhi
"Dimentica quello che è appena successo ed esci di qui" le ordinò, dopo un secondo la ragazza distolse lo sguardo da lei con aria confusa e uscì dalla porta
"Che vuol dire che non riesci a controllarti?" chiese Klaus
"Jennifer si è punta un dito con una rosa e..." iniziò a raccontare ma fu interrotto dal fratello
"Jennifer? Non ti avevo detto di starle lontano?"
"Nik fallo finire per favore" sentenziò Rebekah
"Stavo dicendo, squando si è punta dalla ferita sono uscite poco più di due o tre gocce di sangue e io sono come impazzito, sono scappato per non farle del male!"
"Magari avresti dovuto" commentò la bionda con tono apatico, Kol la guardò in cagnesco "Era solo un' idea.." continuò
"E' una cosa normale fratello, c'è qualcosa in quella ragazza che ti turba a livello mentale, qualsiasi cosa di lei ti manda su di giri compreso il sangue... I nostri sensi sono amplificati mille volte in più rispetto a quelli umani e questo vale anche per i tutti i tipi di sentimenti" spiegò Elijah con molta calma appoggiandogli la mano sulla spalla "Stai attento, potresti farle male veramente" disse serio, Kol annuì immerso tra i suoi pensieri e uscì dalla stanza più inquieto di quando era entrato.
"Ottimo lavoro Elijah, lo hai messo alla gogna" commentò Rebekah sorridendo maliziosamente
"Ho dovuto, mi sento in colpa perchè so come ci si sente ma che altro potevo fare? Perchè mi sento più mostro di prima?" disse risedendosi sulla sua poltrona
"Hai fatto quello che dovevi, sai che quella ragazza non rientra nei nostri piani!" disse Klaus appoggiandosi alla scrivania con le braccia
"Lo dici tu che non hai sentimenti Nik!" rispose a tono la bionda
"Sta attenta a quello che dici sorellina" la minacciò lui
"Adesso basta, faremo quello che va fatto, lei deve sparire e lo faremo cercando di non ferire Kol" esordì Elijah
"Ma.."
"Nessun ma Rebekah, la riunione è finita, così è deciso!" le rispose categorico, lei alzò gli occhi al cielo e uscì dalla stanza seguita da Klaus lasciando Elijah da solo con i suoi rimorsi.

SPAZIO AUTRICE
Rieccomi!
Credevo di metterci di più a scriverlo sinceramente spero siate contente per come è venuto ahhah
Fatemi sapere che ne pensate, sto già pensando a come continuare e sono elettrizzata!
Prometto che ripubblicherò il prima possibile!
Una bio grande,
Sara

Jennifer Davon || The OriginalsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora