Capitolo XVI

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"Vi piace il mare Lady Davon?" esordì il suo accompagnatore muovendo il braccio libero attorno a se indicando la vastità dell'oceano che li circondava
"Molto, mia madre adorava tutto ciò che lo riguardava, le navi e la navigazione e andavamo spesso al porto quando era in vita" gli sorrise vedendo il sole tramontare alle loro spalle regalando al cielo sfumature arancioni e rosate
"Potrei rimanere a guardarlo per ore" disse l'uomo avvicinandosi al bordo della nave puntando gli occhi verso l'orizzonte
"E' magnifico" commentò lei sorridente, l'uomo spostò il suo sguardo su di lei
"Sì sono d'accordo è magnifico" continuò a guardarla per i secondi successivi, Jennifer avrebbe scommesso che non si riferiva al tramonto su cui erano affacciati. Arrossì vistosamente allontanando il braccio che era incastrato a quello del capitano
"Posso farvi una domanda? Anche se non sono sicura che possiate rispondermi" chiese lei cercando di cambiare discorso sentendosi a disagio
"Ma certo, per voi sono come un libro aperto milady"
"Siete piuttosto giovane per essere già capitano di una nave, o sbaglio?" l'uomo scosse la testa corvina
"No, non vi sbagliate affatto. Ho sempre avuto una passione per il mare, già da piccolo accompagnavo mio zio che era un comandante della Royal Navy quando andava a controllare le navi da guerra e da esplorazione dirette nel Nuovo Mondo. Lì mi venivano raccontate un sacco di storie fantastiche e piene di avventure così a 17 anni, dopo che mio zio morì, scappai di casa per unirmi a una ciurma di sbandati, volevo esplorare i sette mari e ripercorrere le sue orme. Purtroppo però venni rispedito a casa dopo la prima traversata perché ero troppo giovane e inesperto. Fu mio padre a darmi una seconda possibilità, acquistò una piccola azienda di import-export da e per le Americhe e la fece gestire a me e mio fratello: lui si occupa della parte economica e io della parte pratica. Mi ci sono voluti quasi dieci anni per riuscire a conquistare il rispetto dei miei uomini ed a diventare il capitano di questa nave, è stata dura ma ho realizzato il mio sogno." Jennifer ascoltò ogni parola incantata dal discorso del capitano, i suoi occhi le sembravano così luminosi e pieni di felicità che non poté fare altro che sorridere per tutto il tempo, non aveva mai visto nessuno così pieno di orgoglio per quello che era diventato
"Non avete mai pensato di entrare in marina come vostro zio?" chiese
"Certo che ci ho pensato ma non sono mai stata una persona violenta e portata per la guerra" lei annuì
"Chiedo a voi che avete viaggiato tanto per mare, i pirati esistono davvero?" lo sguardo di lui si fece più duro
"Esistono e sono pericolosi Lady Davon" il suo tono era quasi seccato
"Perdonatemi non volevo turbarvi" la sua espressione dura si ammorbidì posando di nuovo i suoi occhi color ghiaccio su di lei
"Dovreste essere voi a perdonarmi, non volevo essere sgarbato. Ho avuto diversi incontri ravvicinati con i pirati e ho perso molti uomini per questo, non è un argomento che affronto volentieri" lei annuì senza dire una parola
"Ma parliamo un po' di voi milady, come mai una ragazza graziosa e intelligente come voi non è ancora sposata? Improvvisamente tutti gli uomini d'Inghilterra sono diventati ciechi e stupidi?" lei rise per il suo commento
"Oh no, mi sarei dovuta sposare con uno dei fratelli Mikaelson ma dopo la morte di mio padre è saltato l'accordo matrimoniale" riuscì a rimanere molto vaga sull'argomento, non poteva certo raccontargli di essere diventata un vampiro
"E come mai siete ancora con loro?"
"Siete un tipo curioso Capitano Jones" l'uomo rise divertito alzando le spalle
Improvvisamente alle narici di Jennifer l'odore di salmastro si mescolò con un odore familiare
"Jenny, va tutto bene qui?" la voce di Klaus interruppe la loro conversazione, aveva un tono piuttosto infastidito
"Ma certo, il capitano è stato così gentile da farmi fare un giro del ponte superiore" disse sfoderando un bellissimo sorriso guardando il biondo appena arrivato
"Beh allora credo ti potermi unire anche io al piccolo tour, se per voi non è un problema ovviamente" lo sguardo del vampiro si posò sull'uomo di fianco a Jennifer che rimase un attimo interdetto dalla situazione ambigua
"Ovviamente no, siete il benvenuto" Jennifer notò un po' di fastidio anche nella voce del capitano, alzò gli occhi al cielo annoiata dalla scenetta che si stava svolgendo davanti a lei
"Sapete che vi dico miei cari signori? Io mi ritiro nella mia stanza, il viaggio mi ha affaticato molto" i due rimasero increduli dall'affermazione della ragazza che rise sotto i baffi divertita, poi se ne andò dandogli le spalle.

Mentre prendeva le scale per avviarsi sottocoperta si sentì chiamare, così girandosi incuriosita riconobbe la figura di Kol non molto lontana da lei
"Jen, possiamo parlare un attimo?" deglutì a disagio ma poi annuì avvicinandosi a lui lentamente
"Di cosa volevi parlare?"
"Lo sai di cosa voglio parlare.." la sua voce era roca e triste, il cuore di Jennifer si contorse
"Non è proprio il momento Kol, sono molto stanca è stata una lunga giornata" disse cercando di evitare l'argomento
"Jen, ti prego non mi aspetto niente da te ma almeno ascoltami" si guardarono per un secondo prima che il ragazzo abbasasse lo sguardo
"Va bene, ascolterò" si arrese
"Io non sono qui per chiederti perdono, so di non meritarlo e sono perfettamente d'accordo con la tua decisione ma avevo bisogno anche solo di scambiare due parole con te, mi manchi" le prese una mano che lei strinse sorridendo leggermente "Mi manca l'aria quando non ci sei, mi sento come se mi avessero tolto il cuore dal petto e lo avessero buttato in fondo al mare. Mi manca davvero tutto di te, di noi."
"Perché mi fai questo?" chiese lei sentendo gli occhi bruciare come l'Inferno
"Ho cercato di starti lontano e di darti il tuo spazio ma avevo bisogno di dirti tutto quello che sento, non voglio ferirti di nuovo ma volevo che lo sapessi. Sono stato un egoista, ma continuerò a preferire averti qui viva ma lontana che morta e sapere che avrei potuto salvarti" ammise prendendole anche l'altra mano ma lei le liberò entrambe abbracciandolo mentre le lacrime le cadevano dagli occhi
"Manchi anche a me" confessò mentre le braccia di lui le circondavano i fianchi tenendola stretta, poi lei si allontanò leggermente prima di prendergli il viso tra le mani "Io ti perdono Kol ma questo non cambia niente tra noi lo sai vero? Qualcosa si è rotto e non è niente che si possa risanare, almeno non per me" lui annuì stringendola ancora
"Lo so, non posso tornare indietro ma voglio che tra noi le cose si sistemino. Continuare ad ignorarci come se non esistessimo è doloroso per entrambi" lei si asciugò le ultime lacrime con le mani
"Sei la persona migliore che potessi incontrare Kol e chiunque sia destinato a te è una persona estremamente fortunata, solo che non penso di essere io" lui sorrise debolmente
"Io ci sarò sempre" disse guardandola intensamente negli occhi prima che lei lo abbracciasse di nuovo e gli sussurrasse un "Anche io per te" nell'orecchio. Poi prese le distanze accarezzandogli il viso e sorridendogli dolcemente, poi si allontanò diretta nella sua stanza sfinita.

Si svegliò di soprassalto confusa, non ricordava bene il sogno che aveva appena fatto ma si ritrovò a tenere in mano la collana della madre che aveva appesa al collo. Se prima non poteva separarsene per motivi affettivi adesso era diventata la sua protezione contro la luce del sole, dopo essersi trasformata Kol ci aveva fatto fare un incantesimo in modo che la sua pelle non bruciasse quando usciva in pieno giorno.
Posò di nuovo la testa sul cuscino fissando il soffitto aspettando di ricadere di nuovo tra le braccia di Morfeo ma si sentiva troppo agitata quindi si alzò per versarsi un bicchiere d'acqua. Mentre beveva sentì due voci sconosciute provenire dal corridoio
"John se lo venisse a sapere il capitano si arrabbierebbe lo sai, la nostra fedeltà va a lui" riuscì a intercettare le parole della prima voce
"Lo so ma quei soldi mi servono Hawk, i nostri passeggeri a quanto pare sono persone importanti e voglio approfittarne finché posso" rispose quello che doveva chiamarsi John
"Come fai ad essere sicuro che quando attraccheremo in America quell'uomo sarà lì ad aspettarli? Non lo conosci neanche" il cuore di Jennifer fece un balzo e si avvicinò ancora di più alla porta per sentire meglio
"So che qualcosa non va in queste persone amico, me lo sento, quel Mikael o come si chiama avrà quello che vuole. Punto."
Dannazione, siamo stati venduti pensò Jennifer nella sua testa sentendo i loro passi allontanarsi.
Quando fu sicura che i due erano lontano aprì lentamente la porta e si avvicinò a quella di fronte alla sua dall'altra parte del corridoio e bussò cercando di fare meno rumore possibile, sentì un mugolio venire dall'interno che la fece sorridere e la porta venne aperta da un Klaus un po' spettinato e con ancora gli occhi un po' abbottonati
"Jenny che ci fai fuori dalla mia porta a quest'ora?" chiese sbadigliando e grattandosi il retro del collo confuso
"Abbiamo un problema Nik" la sua voce era ferma e sicura entrando nella stanza, a quell'affermazione gli occhi di Klaus fecero un guizzo facendogli capire che era sveglio e pronto ad ascoltarla così iniziò il suo racconto...

SPAZIO AUTRICE
Eccomiii
Allora ho preso una decisione, non aggiungerò più lo "spazio autrice" in fondo ai miei capitoli: primo perché puntualmente non so mai che scrivere ahaha e secondo perché mi sono resa conto che danno fondamentalmente solo noia. Magari lo aggiungerò solo per spiegarvi qualcosa in alcuni punti della storia.
Vi amo tutti immensamente e grazie per aver dato una possibilità alla mia mente contorta.
Mi scuso anche perché il capitolo risulterà forse un po' noioso ma purtroppo esistono anche i capitoli di passaggio...
Xoxo (non c'entra nulla lo so ma ho sempre voluto scriverlo ahah)

Sara

Jennifer Davon || The OriginalsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora