Capitolo XV

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Quando aprì gli occhi quella mattina le sembrava di non rivedere la luce da secoli, dopo quello che era successo con Kol era rimasta quasi sempre chiusa nella sua camera, l'unica persona che aveva visto in quella settimana era stata Katy la nuova serva che le stava preparando i bagagli prima della partenza.
Dopo essersi alzata e concessa un bagno caldo bussarono alla porta, il corpo esile dai capelli ramati di Katy si avvicinò e aprì
"E' la signorina Rebekah milady" l'avverte poi
"Falla entrare per favore" le sorrise debolmente e la rossa aprì la porta facendo entrare la sua amica "Lasciaci sole Katy" le ordinò dopo che Rebekah si fu avvicinata abbastanza da abbracciarla, la serva annuì con il capo e uscì.
"Come ti senti cara?" le chiese allontanandosi dal suo corpo, lei scrollò le spalle sfinita
"Meglio di ieri" ammise sedendosi davanti alla specchiera iniziando a pettinarsi i capelli castani
"Kol non è cattivo" disse la bionda che si era appoggiata alla colonna del letto a baldacchino alle sue spalle guardandola attraverso lo specchio, la mora si girò verso di lei
"Questo lo so, ma non è una giustificazione per quello che ha fatto" la sua voce era ferma e seria mentre si rigirava verso lo specchio "Anche se voi siete abituati e pugnalarvi alle spalle di continuo non vi permette di farlo anche con me" aggiunse sempre più seccata dall'argomento
"Hai ragione" disse lei staccandosi dalla colonna e raccogliendole i capelli tra le mani iniziando a formare una treccia "Ma tu adesso sei una di noi lo sai" aggiunse sorridendole provocando anche a Jennifer un sorriso.

Dopo la seduta di trucco e parrucco le ragazze si accomodarono sul letto
"Facciamo un gioco" disse improvvisamente Rebekah incuriosendo l'amica
"E di cosa si tratta?" la bionda le fece un sorrise compiaciuto
"Dato che domani partiremo per non tornare più" iniziò a spiegare "Ho un pensiero fisso da un po' di tempo e pensavo di farlo diventare realtà, e so perfettamente che anche tu vuoi fare qualcosa ma ti stai trattenendo" il corpo di Jennifer si irrigidì di colpo guardando scioccata l'amica "Facciamolo, togliamoci il pensiero"
"Rebekah..." disse lei ma fu interrotta
"Niente ma Jenny, vuoi farlo te lo leggo in faccia" lei scrollò le spalle arrendendosi
"E te cosa vorresti fare?" la ragazza di fronte a lei le regalò un'occhiata complice
"Gregory, il figlio dello stalliere, hai visto quanto è carino?"
"Reb ma dici davvero?" chiese ancora più scioccata
"A volte l'ho beccato che mi guardava quando non ero attenta, e poi il modo in cui aiuta il padre con i cavalli" aveva gli occhi sognanti, la mora si portò una mano al viso "Dai facciamolo, ti prego!"
"E va bene, tanto prima o poi avrei dovuto farlo" l'abbracciò più felice che mai
"Più tardi ti racconto tutto" disse volando fuori dalla porta lasciandola sola con i suoi pensieri.

Quando fu davanti al portone prese un respiro profondo
Devo farlo. pensò prima di bussare quasi in soggezione.
La porta si aprì dopo pochi secondi, il corpo di Klaus si materializzò davanti a lei togliendole il fiato per un attimo
"Jenny, entra" si spostò per farla accomodare nel suo studio, le sembrava di rivivere il primo incontro con lui: anche questa volta aveva i capelli legati indietro e qualche macchina di pittura sulla faccia, la camicia lasciata fuori dai pantaloni leggermente sbottonata e i pantaloni gli avvolgevano le gambe toniche perfettamente.
"Perché sei qui?" le chiese notando che la ragazza lo stava fissando da quasi cinque minuti senza dire una parola, risvegliata dalla sua trance arrossì vistosamente
"Sì scusa, ehm... In realtà sono qui per un motivo specifico" spiegò incuriosendo il ragazzo davanti a lei "Ho fatto un accordo con Rebekah, tutte e due dovevamo fare qualcosa prima di andare via da questa casa e sono venuta qui per questo" si accorse che il discorso che aveva fatto filava meglio nella sua testa
"Quindi?" chiese Klaus sorridendo divertito
"Sì giusto, sono qui per scusarmi Nik" disse con aria seria ma imbarazzata "Anche se sono estremamente arrabbiata anche con te per aver coperto Kol, tu non c'entravi nulla con questa storia e io sono stata cattiva con te" il ragazzo si stupì delle parole che uscirono dalla sua bocca
"Non hai niente di cui scusarti, tantomeno per quella che tu definisci cattiveria, ho incontrato tante persone cattive nella mia vita e fidati tu sei l'ultima della lista" lei sorrise abbassando lo sguardo, Klaus si avvicinò a lei alzandole il viso con due dita facendo incontrare i loro occhi, sentì il respiro di lei farsi più corto e ansiamante "Non abbassare mai lo sguardo davanti a nessuno" le ordinò facendola annuire.
Da così vicino e con la luce che l'aiutava notò che gli occhi azzurro cielo del ragazzo di fronte a lei erano leggermente sporcati da pagliuzze dorate, li trovava estremamente interessanti avrebbe potuto guardarli per ore.
"Perché ti sei preso la colpa?" gli chiese senza un minimo di controllo delle parole che le uscivano dalla bocca, ma lui non mosse un muscolo
"Perché era giusto così" il viso di Jennifer si corrugò non capendo la sua affermazione
"In che senso?" chiese di nuovo, lui fece il suo sorriso beffardo facendo sorridere anche lei
"Se te lo dicessi finirebbe male" lei continuò a guardarlo confusa "Vedi, tu sei una ragazza incredibile Jenny e io sono convinto che tu meriti il meglio che la vita possa offrirti"
"Continuo a non capire dove vuoi arrivare"
"Kol è un Mikaelson ma è il migliore tra noi, è quello più umano insieme a Rebekah" spiegò "Meritavi di rimanere con lui, lo amavi e lo ami tutt'ora ed era giusto che io mi prendessi la colpa per lui."
"Credi di essere cattivo?" la domanda sorprese Klaus che però annuì, non lo aveva detto ma lei aveva lettto tra le righe
"Non c'è ombra di dubbio, io sono l'incubo di mezzo mondo Jenny e solo perchè l'altra metà non mi conosce" lei scosse la testa avvicinandosi pericolosamente a lui
"Io non sono d'accordo"
"Ma se mi hai definito sgradevole e rozzo" disse divertito, lei lo guardò seria portando le braccia al petto
"Tutti possono cambiare idea Nik, magari non ti comporti sempre bene ma non sei cattivo, non per me, non con me."
"Ma con te è diverso" disse lui
"Perché con me dovrebbe essere diverso?" chiese lei ancora più seria
"Perché tu sei... speciale" Klaus notò che le si illuminarono gli occhi dopo le sue parole e sentì una sensazione di calore dentro di sé che lo fece rilassare. Jennifer si morse il labbrò cercando di controllare le emozioni, l'idea che Klaus le stesse così vicino le faceva battere il cuore talmente forte che credeva che le sarebbe uscito dal petto
"Nik.." provò a dire qualcosa ma venne zittita da le labbra del ragazzo che si erano posate sulle sue, le gambe le tremavano terribilmente ma le braccia di Klaus le circondarono la vita dandole sostegno ma non si allontanò, lasciò che il bacio continuasse e diventasse qualcosa di più profondo e spinto. Le braccia di Jennifer finirono attorno al suo collo intrappolando i capelli biondi di lui nei suoi palmi tirandoli leggermente facendolo sorridere
"Nik no.." raggrupò tutta la sua forza di volontà per allontanarsi e non tornare tra le sue braccia, sentiva ancora la sensazione che lui le trasmetteva scorrerle sotto la pelle
"Mi dispiace" disse lui dandole le spalle incapace di guardarla, avrebbe voluto solo lei in quel momento in ogni modo possibile
"Nik.." non riusciva a dire altro che il suo nome, per un attimo pensò di avere qualche strana malattia mentale ma poi si rese conto che era solo mancanza di coraggio "Guardami" ma lui non si mosse "Ho detto guardami" ripeté
"Non ci riesco" la sua voce si spezzò in gola, rimase ammutolita dalla sua reazione anche lo stesso Klaus si stupì
"Lo vorrei, lo vorrei davvero... Ma ho bisogno di tempo, quello che è successo con Kol mi condiziona ancora e mi ci vorrà del tempo per superarla" confessò lei "Ma questo non vuol dire che per me tu non vali nulla, se deve accedere voglio che in quel momento tu sia il mio unico pensiero. Capisci quello che ti sto dicendo?" spuntò un sorriso sul viso del ragazzo che si girò
"E va bene" scrollò le spalle reprimendo qualsiasi tipo di desiderio avesse "Ma io non mi arrendo, sappilo" le accarezzò il volto facendola sorridere
"Non ho mai detto che devi farlo" sorrise anche lui lasciandole un bacio sulla fronte provocandole dei brividi lungo la schiena
"Adesso vado" disse lei facendolo annuire "Ci vediamo più tardi"
"A dopo Jenny" la guardò andaresene chiudendosi la porta alle spalle.

Circa quattro ore dopo si ritrovarono tutti fuori dalla casa per partire per sempre senza fare più ritorno.
I cinque erano divisi in due carrozze, Jennifer avrebbe diviso la sua con Rebekah, i bagagli erano tanti quindi avevano dovuto distribuirli in più veicoli.
"Sei pronta per la tua nuova vita?" le chiese Rebekah appena si mise a sedere
"E' tutto così nuovo per me, non so neache cosa pensare" lei le sorrise prendendole la mano
"Andrà tutto bene, noi saremo lì per te" sorrise anche Jennifer ricambiando la stretta.

Quando arrivarono al porto si accorse che era molto più agitata di quello che pensava, riniziare da capo le sembrava una bella idea ma andare dall'altra parte del mondo la preoccupava e non poco.
Una mano le si posò sulla schiena risvegliandola dai suoi pensieri, quando mosse lo sguardo incontrò gli occhi blu e il sorriso di Klaus accanto a lei
"Tutto bene?" le chiese
"Più o meno, sono un po' preoccupata ma so che è la cosa giusta da fare"
"Saremo sempre lì per te. Non ti succederà niente finchè starai con noi, te lo prometto" si ricordò delle parole che Rebekah le aveva detto poco tempo prima e sorrise
"So di essere al sicuro" precisò facendo sorridere il ragazzo "Ma non vuol dire che tutto questo cambiamento non mi spaventi" lui annuì capendo il suo discorso
"Devi abituarti all'idea, è stato difficile per tutti all'inizio. Una vita da vampiro può essere lunga come cento di quelle umane, i cambiamenti sono inevitabili" lei scrollò le spalle
"Va bene, facciamolo" lui le regalò un sorriso raggiante baciandole la fronte
"Andiamo allora."
Si avvicinarono all'enorme veliero che galleggiava a poche decine di metri da loro: la nave era in legno scuro con tre grandi alberi che reggevano enormi vele quadrate bianco candido, era sviluppato su quattro livelli ed era assolutamente enorme. Il retro della nave era decorato con motivi floreali dello stesso colore delle vele. Videro l'equipaggio composto da almeno duecento uomini salire sull'imbarcazione. Jennifer notò che quella nave poteva far benissimo parte della Royal Navy e si sentì improvvisamente più tranquilla, il mare le piaceva molto ma il fatto che avrebbe affrontato un viaggio così lungo su una nave del genere la faceva sentire più al sicuro.
Quando salirono a bordo li accolse il capitano della nave
"Benvenuti a bordo della Golden Key, io sono il capitano Lawrence Jones"  era un uomo di bella presenza abbastanza giovane per essere capitano ma tutti lo guardavano con rispetto: indossava un completo nero di alta sartoria con grandi bottoni dorati che lo avvolgeva come un guanto e con sotto una camicia color crema, il tutto ora completato dalla fodera della sua spada anch'essa nera che gli scendeva dalla cintura e lasciava scoperta solo l'elsa dorata. Aveva grandi occhi azzurri ghiaccio, capelli neri corvini e per armonizzare il viso aveva un po' di barba tenuta in ordine. Aveva tratti decisi ma armoniosi e un sorriso luminoso.
Fece un inchino e Elijah prese parola
"Il piacere è tutto nostro Lord Jones, io sono Elijah Mikaleson e loro sono i miei fratelli Niklaus, Kol e mia sorella Rebekah. Mentre la signorina è Lady Jennifer Davon."
Dopo i vari convenevoli il capitano li fece accompagnare nelle rispettive stanze e gli lasciò il tempo per accomodarsi.

Quando la nave salpò Jennifer uscì dalla camera trovando Rebekah nel corridoio
"Jenny! Io volevo salire sul ponte, mi accompagni?" lei annuì vistosamente perché era anche la sua destinazione "Hai visto quanto è attraente il capitano Jones?" lei lanciò uno sguardo d'intesa e risero.
Una volta raggiunto il ponte principale notarono di essere le uniche che erano uscite dalla stanza
"Lady Davon, Lady Mikaelson" le ragazze si girarono poggiando gli occhi sul capitano sorridente "Spero che le camere siano di vostro gradimento, purtroppo sotto coperta non è esattamente elegante quanto in una magione"
"Vanno benissimo milord" anche Rebekah sorrise
"Oh no, io non sono un Lord, quello è mio padre, solo Capitano" annuirono convinte
"Se posso permettermi la domanda Capitano, da quanto siete a comando di questa nave?" chiese Jennifer attirando l'attenzione dell'uomo dagli occhi di ghiaccio
"Ormai sono quasi cinque anni milady, il mare è sempre stato il mio elemento" lei le sorrise, alle sue spalle del capitano vide materializzarsi la figura di Kol
"Capitano vogliate scusarmi ma devo andare a scambiare due parole con mio fratello" si congedò Rebekah lasciando l'amica sola con il misterioso e attraente uomo
"Allora Miss Davon, le andrebbe di fare un giro del ponte superiore?" le porse il braccio che lei accettò ben volentieri.

SPAZIO AUTRICE
Eccomiiii
Scusate l'attesa ma ho avuto un po' di problemi nello scrivere e nel trovare il tempo di farlo.
Spero vi piaccia :)
Vi abbraccio,

Sara

N.B. per chi avesse visto Once Upon a Time per descrivere il Capitano mi sono ispirata al personaggio di Killian (Uncino), si vede anche dal cognome che gli ho dato, ho un'incredibile crush per lui da sempre ahahah

Jennifer Davon || The OriginalsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora