Capitolo XIII

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Rimase nella sua camera tutta la notte e la mattina successiva, continuando a disperarsi incapace di capire quello che voleva veramente. Non credeva che una vita da vampiro facesse per lei, ma l'idea di spezzare il cuore di Kol un'altra volta la distruggeva. Ma erano passate già dodici ore quindi doveva prendere una decisione e in fretta.
Era quasi l'ora di pranzo quando sentì bussare alla porta, Ginny era uscita per andare nelle cucine quindi si alzò ed andò ad aprire, davanti a se riconobbe la figura di Elijah in tutto il suo splendore.
"Elijah, cosa ci fate qui?" chiese non capendo il motivo della visita
"Se per voi va bene, vorrei parlarvi" tentennò insicura che fosse la cosa giusta chiudersi nella sua camera con lui ma poi aprì la porta e lo fece entrare, la ringraziò mettendo il piede dentro la stanza.
Decisero di accomodarsi sulle poltrone davanti al camino spento
"Di cosa volevate parlarmi?" chiese lei curiosa guardando il ragazzo, voleva cercare di evitare i convenevoli e arrivare subito al sodo
"Si tratta di Kol, ieri sera era molto turbato e posso immaginare il perché.." disse facendo caso alle enormi occhiaie viola che si erano formate sotto gli occhi della ragazza, non aveva ancora bevuto il sangue quindi il suo corpo si stava preparando alla morte
"Da quando vi importa di quello che prova vostro fratello?" ironizzò lei
"Da quando i suoi desideri coincidono con i miei" la guardò con lo sguardo affranto "Io vi ho vista stesa su quel pavimento morta, tutti eravamo provati dalla vostra scomparsa, voi siete entrata in questa famiglia come un uragano... Se devo essere completamente sincero avremmo dovuto allontanarvi da questa casa settimane fa, non era prevista una vostra permanenza così lunga con noi. Ma come ho detto tutto è cambiato il giorno che siete entrata dalla porta d'ingresso. Kol è innamorato perdutamente di voi, con Niklaus avete un rapporto particolare ma incredibilmente profondo, siete diventata amica di Rebekah e in un certo senso siete anche una mia amica anche se non abbiamo mai avuto particolari dialoghi. Tutto questo per dirvi che se avete deciso di non completare la trasformazione avete la nostra benedizione ma sicuramente saremmo tutti molto più felici se lo farete" le fece un sorriso sincero che le scaldò il cuore
"Kol non può avermi dato la benedizione" commentò lei con la voce rotta
"Non lo ha fatto, ma se è questo che volete dovrà accettarlo" le sue parole la confortarono "Mi sembra che abbiate già deciso" lei alzò il suo sguardo
"Probabilmente sì" lui annuì solamente prima di alzarsi e avvicinarsi alla porta
"Lasciate almeno che vi inviti a cenare con noi stasera" disse senza girarsi
"Ma certo"
"Bene, la cena sarà servita alle venti" poi sparì dietro la porta lasciandola di nuovo sola.

Si stava letteralmente trascinando verso la sala da pranzo, i muscoli le facevano male già da un paio d'ore e gli arti iniziavano a pesarle come macigni, ma aveva dato la sua parola a Elijah quindi concentrò tutta la forza che aveva per raggiungerli.
Quando entrò nella stanza il cuore di Kol si contorse, non poteva vederla in quelle condizioni: sembrava fosse invecchiata vent'anni in venti ore, la pelle che di solito era così perfetta aveva assunto un color grigiastro, il viso era scavato e le aveva regalato due occhiaie pronunciate che aveva tentato di coprire senza successo, camminava a fatica ma cercava di non darlo a vedere e respirava affannosamente come se avesse corso cento chilometri. Distolse lo sguardo da lei, non per il disgusto ma per il dolore che quella scena gli stava provocando, sarebbe stata sempre perfetta per lui.
Si mise a sedere alla tavola con la sua solita grazia e fece un respiro di sollievo per aver finito di faticare, così tutti e cinque seduti iniziarono a mangiare il delizioso cibo che era stato preparato per l'occasione.
"Vorrei dire due parole se me lo permettete" disse Elijah prendendo il bicchiere in mano e alzandosi dalla sedia, tutti lo guardarono "Sappiamo tutti che questa serata purtroppo non terminerà nel migliore dei modi, così ho voluto organizzare questa cena per poter ringraziare la qui presente Miss Jennifer Davon per aver illuminato la nostra casa anche se per poco tempo, siete stata una benedizione per questa famiglia" lei sorrise alle sue parole e mosse la testa per ringraziarlo anche se era cosciente che il ragazzo stava esagerando, aveva creato anche molti guai "Per favore vorrei fare un brindisi, riempite tutti i bicchieri di vino"
"Io non bevo vino, prenderò dell'acqua" disse lei fermando il valletto con la brocca in mano
"Per questa volta vi chiedo cortesemente di unirvi a noi" le disse Elijah incoraggiandola
"Eh va bene" si arrese lasciando che il ragazzo le riempisse il bicchiere di quel liquido
"A Jennifer, grazie di tutto" e si portò il bicchiere alla bocca seguito dagli altri.
Il liquido rosso le scese giù per la gola lasciandole un sapore strano in bocca, un misto tra l'acido e il ferroso, posò il bicchiere sotto gli occhi attenti dei commensali quando si sentì improvvisamente meglio, i macigni che sentiva appesi alle braccia svanirono e la sua testa le sembrò quasi più leggera, in quel momento realizzò e fece cadere le posate sul tavolo alzandosi e guardando seria i ragazzi seduti davanti a lei
"Cosa mi avete fatto?" aveva un sguardo truce in volto, non era mai stata così arrabbiata in vita sua, rimasero tutti in silenzio e la guardavano increduli mentre la sua pelle tornava rosa e sana e le occhiaie sparivano velocemente restituendole la giovinezza.
Con tutta la rabbia che aveva in corpo avrebbe voluto uccidere qualcuno così per evitare di perdere il controllo lasciò la stanza diretta nella sua camera, come si erano permessi di fare una cosa del genere? Di decidere per la sua vita? Proprio ora che iniziava a fidarsi di loro l'avevano pugnalata alle spalle.

Entrò sbattendo la porta spaventando la sua serva che era appena rientrata
"Mia signora, credevo foste a cena" disse lei calmandosi alla vista della ragazza
"C'ero, Ginny per favore lasciami sola" aveva un tono fermo
"Tutto bene?" chiese la bionda davanti a lei preoccupata
"Ho detto lasciami sola, per favore Ginny, non insistere" sentiva qualcosa di strano dentro di lei che cresceva così decise di far uscire la ragazza umana dalla sua camera prima di fare qualcosa di cui potesse pentirsi, la ragazza uscì senza fiatare vedendo la sua signora così alterata.
Una volta uscita si accorse che la rabbia la stava divorando, doveva calmarsi ma non ci riusciva così presa da un'attacco d'ira tirò un pugno al muro. Vide la parete frantumarsi mentre la sua mano era intatta, l'ira fece spazio allo sgomento, era talmente terrorizzata che iniziò a piangere disperatamente rannicchiandosi vicino al muro guardandosi la mano.
Nei cinque minuti successivi non si ricordava molto, sentì solo qualcuno piombare nella stanza, la raccolse da terra per poggiarla sul letto, quando riuscì ad alzare lo sguando tra le lacrime si allontanò dalla figura accanto a lei
"Non mi toccare" lo sguardo di Kol era indecifrabile, vederla in quel modo lo distruggeva quindi provò ad avvicinare una mano "Non mi toccare!" ripeté urlando continuando ad allontanarsi da lui
"Jen, devi calmarti" disse lui con tono calmo
"Non volevo tutto questo, è tutta colpa tua, colpa vostra!" le lacrime continuavano a rigarle il viso
"Jen per favore, mi stai spaventando, devi calmarti" lei ignorò le sue parole continuando a fissare il vuoto "Jen" ripeté, la ragazza con un balzo scese dal letto ma Kol riuscì ad afferrarla stringendola in un abbraccio
"Lasciami" continuava a ripetere battendogli le mani sul petto con tutta la forza che aveva per divincolarsi ma Kol non mollò la presa, alla fine crollò piangendo tra le sue braccia, non si ribellava più si era abbandonata a lui continuando a singhiozzare
"Non dirmi che sei stato tu ti prego, non reggerei il colpo" lo guardò con gli occhi ancora annebbiati dalle lacrime, lui stava per parlare quando fu interrotto da una voce che proveniva dalla porta
"Sono stato io, scoprirai che essere un vampiro non è poi così male" riconobbe la figura di Klaus appoggiato alla stipite della porta, il suo cuore fece un tonfo nel vuoto
"Perché mi hai fatto questo?" chiuse lei stremata cercando di divincolarsi di nuovo dalle braccia di Kol che la strinsero più forte bloccandola da qualunque cosa avesse in mente di fare
"Non meritavi di morire" il suo tono era calmo e lento
"Era una cosa che dovevo decidere io!" gli urlò contro "Vattene, non voglio più vederti! Vattene!" disse lei nel mezzo di un'altra crisi di pianto, così Klaus se ne andò senza fiatare.
"Jen" disse Kol prendendole il volto tra le mani "Andrà tutto bene ok? Klaus ha ragione su un punto, essere un vampiro se sai controllarti non è poi così male" la sua crisi sembrò attenuarsi nel sentire quelle parole
"Ma io non volevo" disse continuando a singhiozzare
"Lo so piccola, lo so. Ma ormai è fatta, non c'è una cura, l'unica cosa che puoi fare è conviverci e se vuoi posso darti una mano" lei lo guardò e annuì leggermente "Non sei un mostro, ti insegnerò io a non diventarlo, te lo prometto" lei gli sorrise debolmente portandogli le braccia al collo
"Grazie" sussurrò
"Di niente" si allontanarono guardandosi, poi la baciò in modo tenero "Che ne dici di metterti a letto? E' stata una giornata dura" lei annuì poi si alzarono, la mise a letto ancora vestita e aspettò finchè il suo respiro si fece regolare, quando capì che si era addormentata uscì dalla camera.

Esitò a bussare al portone davanti a lui ma alla fine lo fece, dopo pochi secondi il fratello aprì la porta
"Fratellino" disse lui facendogli spazio per entrare e lui si accomodò
"Avevi bisogno di qualcosa?" chiese Klaus una volta chiusa la porta
"In realtà sì, volevo ringraziarti.." fece una pausa "Per avermi coperto ed esserti preso la colpa" gli occhi blu di Klaus si posarono sui suoi obbligandolo ad abbassare lo sguardo colpevole
"Lei merita il meglio, tu non lo sei ma sicuramente sei il migliore tra noi due. Va bene così." disse lui dandogli le spalle, ma poi si rigirò avvicinandosi a lui con velocità soprannaturale, arrivò a un centimetro dal suo naso "Sta' attento a quello che fai, falla soffrire anche solo per sbaglio e giuro che ci metterò un attimo a dirle tutto" lo minacciò, Klaus era sempre stato una di quelle persone che incuteva timore ma di solito quando si trattava della sua famiglia riusciva spesso a metterci una pietra sopra ed andare avanti ma non stavolta, stavolta sarebbe andato fino in fondo senza ripensamenti
"D'accordo, grazie di nuovo Nik" strinse le labbra teso e uscì dalla stanza lasciandolo solo.

SPAZIO AUTRICE
Hellooo!!!
Ci ho messo poco a concluderlo perché per metà lo avevo gia buttato giù e mi piace molto!
Non vedo l'ora di potervi pubblicare i prossimiiii sono troppo emozionata.
Vi ringrazio davvero tanto, un abbraccio

Sara

Jennifer Davon || The OriginalsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora