Bus

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Oggi per Louis era proprio una giornata no; si era svegliato in ritardo perché non aveva sentito la sveglia, la sua giacca di pelle preferita era a lavare e per concludere questa fila di sfortune una ruota della sua moto si era forata, costringendolo a prendere i mezzi per recarsi alla sua scuola, dove svolgeva l'ultimo anno di superiori.

Con svogliataggine si era lasciato cadere su una di quelle seggiole scomode e malconce dell'autobus, mettendosi le cuffie e avviando la musica, dimenticandosi del mondo intero.

Voleva solo un po' di tranquillità, e quando si ritrovò costretto ad aprire gli occhi perché qualcuno gli stava picchiettando la spalla voleva solamente incenerire con lo sguardo quest'ultimo.

Una volta aver aperto gli occhi però aveva desistito dal farlo.

Tutta la sua arrabbiatura passò in un istante sentendo la voce del ragazzo.

"Scusami, è occupato questo posto?"

Era stato un ragazzo dai folti capelli castano scuro e ricci a risvegliarlo dal suo stato di semi-trance.

Louis aveva messo di proposito il suo zaino al posto affianco proprio per evitare situazioni del genere; ma in quel momento, osservando il viso delicato e l'espressione da cerbiatto del ragazzo, il suo braccio si mosse autonomamente, andando a spostare lo zaino per poi posizionarlo tra i suoi piedi.

"Grazie mille!"  Sfoggio un sorriso smagliante abbellito da delle fossette ai lati.

Cominciò subito a parlare a manetta, senza neanche rendersi conto del fatto che non si erano nemmeno presentati.

La conversazione era costituita dal ragazzo riccioluti che dava voce a tutti i suoi pensieri, anche quelli più inutili, e dal castano che era sommerso da quella valanga di parole e che si limitava ad annuire o a dare risposte brevi.

Le uniche informazioni utili che Louis era riuscito a captare erano che il ragazzo prendeva ogni giorno il suo stesso autobus, ma scendeva tre fermate prima, e che frequentava un liceo classico.

Louis era talmente attento e meravigliato dalle parole dell'altro che non si accorse che era passata mezz'ora e sei fermate.

La voce robotica che leggeva i nomi delle fermate li interruppe ancora una volta.

"Cavolo è la mia fermata" Disse prima di scattare in piedi con lo zaino già in spalla.

"Ah comunque sono Harry" gli sorrise gentilmente un'ultima volta, poi corse fuori dell'autobus un istante prima della chiusura delle porte.

E se Louis mettesse il suo zaino sopra quel seggiolino di plastica ogni giorno per non far sedere nessun altro che fosse Harry, questo lo sapeva solo lui.

Raccolta One-shot ~ Larry Stylinson ~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora