CAP. 44

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TRE SETTIMANA PRIMA

Damasco: Argh, la testa...

Portandosi istintivamente una mano al capo, una fitta attraversó l'intero corpo della mora.

Aprendo lentamente gli occhi, ad Ana mancó un battito:
per un secondo, le era sembrato di essere ritornata nella squallida stanza in cui Garsia l'aveva rinchiusa pochi giorni prima.

Dopo pochi secondi, quando la sua vista si abituó alla luce soffusa di quella stanza, la riconobbe:
si trovava nell'appartamento di uno degli amici di Sergjio, in particolare, colui che li avrebbe aiutati nel caso in cui ci sarebbero stati feriti...

E la ferita in quel caso, era lei.

A causa del corpo indolensito, la ragazza faticó a mettersi seduta sul lettino su cui si trovava.

Ma cos'era successo?

Aspetta.

Questo stava a significare che....

Damasco:...siamo usciti dalla banca...

Bisbiglió a sé stessa.

Ma, quando era accaduto?

Non ricordava nulla....

Damasco: Sergjio.

Doveva vederlo, doveva vedere i suoi compagni, assicurarsi che stessero tutti bene.

Sfilandosi l'ago della flebo dal braccio,  si mise seduta o almeno ci provó...

Si sentiva uno schifo, come se non avesse il controllo del proprio corpo.

Era confusa, disorientata, spaesata, impaurita e quella maledetta coperta la stava solo intralciando...

Afferrando un lembo del lenzuolo, sfiló con foga la stoffa dal suo corpo, e fu lì che i ricordi riaffiorarono alla mente...

IL GIORNO PRECEDENTE
FINE DELLA RAPINA

Come da piano, il gruppo di ladri recuperarono tutto l'oro che erano riusciti a fabbricare e si diressero velocemente verso l'uscita secondaria, almeno finché i soldati non sfondarono l'entrata principale, fiondansosi in un inseguimento senza esclusione di colpi contro i fuggitivi.

Nairobi: DAMASCO DOBBIAMO ANDARE!

Urló cercando si sovrastare il rumore assordante prodotto dalla mitragliatrice.

Damasco: NAIROBI, VA CON GLI ALTRI!

Nairobi: ADESSO NON FARE L'EROINA, MUOVITI!

Damasco: VI DEVO COPRIRE O VI RAGGIUNGERANNO! Sto per finire le munizioni, merda! Nairobi attenta!

Notando un soldato che si stava avvicinando, la mora spinse la sua amica nel corridoio alle loro spalle evitando i proiettili.

Essendosi allontanata dall'arma, dato che erano rimaste senza copertura, i soldati non si fecero scappare quell'occasione avvicinandosi a passo spedito.

Damasco: Nairobi corri!

Accadde tutto in una frazione di secondo, in un gesto guidato dall'istinto, la mora afferró una delle granate che teneva nella sua cintura, lanciandola contro il muro di destra, sperando che i detriti coprissero la loro via di fuga.

OGGI

Il piano era andato come previsto:

le macerie avevano bloccato la loro via di fuga, impedendo ai soldati di inseguirli, il problema era che sotto alle macerie ci era finita anche Ana.

Spezzoni di ricordi confusi salivano lentamente a galla:
Nairobi e Denver l'avevano estratta dalle macerie, sotto le quali si trovava la parte inferiore della sua gamba mozzata.

Fissando l'arto monco, alcune lacrime tiepide le solcarono il viso, facendola tornare alla realtà...

ANGOLO AUTRICE

Ragazzi non aggiornavo da 100 anni anche se pensandoci penso che la storia poteva andare bene anche così penso che si capisse cosa intendevo nei capitoli precedenti.
SCUSATEMI E GRAZIE PER AVER LETTO FINO A QUI ❤ ❤ ❤ ❤

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