CAP. 31

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Un'ora dopo, quando la pioggia era ormai cessata, Ana incontró Almanera in una strada simile a quella dove si era compiuto il delitto poco prima, con la differenza che si trovavano dal lato opposto della città.

Diego: Hai quello che mi serve?

Senza proferire parola, la ragazza gli porse la foto che l'uomo osservò con sguardo cupo, ma allo stesso tempo divertito.

Diego: Lucas Meior...avrei dovuto aspettarmelo,era fin troppo leale, un vero leccaculo...

Dopo quel breve soliloquio, l'uomo le porse un piccolo borsone verde.

Diego:Tieni, questi sono tuoi.

Damasco :Ci sono state delle complicazioni...

Sentendo quelle parole il miliardario ritirò lentamente i soldi.

Diego:Che intendi?

Damasco : L'uomo mi aveva scoperta, c'è stata una colluttazione così...l'ho dovuto uccidere.

Confessò un po' intimorita.

Sbuffando, l'uomo prese un piccolo libretto dalla tasca posteriore del pantalone, per poi sfilare una penna blu dal taschino del suo cappotto.

Diego:E va bene...quanto vuoi?

Damasco :Cosa..?

Diego:Quanto vuoi per l'uccisione?1000? 2000?

Damasco :Io non...non avevo previsto un pagamento, è stato un incidente.

Diego: Un incidente? Tesoro, mi hai fatto un favore, l'avrei ucciso comunque...

Disse staccando un assegno da 1000 euro che la ragazza afferrò con la punta delle dita.

Senza aggiungere altro Almanera andò via, lasciando la ragazza in quella stradina fatiscente.

Dopo essersi rintanata nel suo piccolo appartamentino e aver gettato il borsone a terra, la ragazza si diresse nel bagno.

Una volta aver accesso la fievole luce al neon, fissò il suo viso scavato dalla fame e dal sonno, che una notte si e l'altra pure, non le faceva visita da un po', data la costante anzia di essere rintracciata.

Scostando l'impermeabile nero, la ragazza scorse una grossa macchia di sangue ormai secco, per poi rendersi conto che quel liquido rosso si era infilato anche sotto le corti unghie non più tanto curate.

Mentre l'acqua nella vasca si dipingeva di una chiara tonalità di rosa, la mora cercava di riordinare i numerosi pensieri accumulati in quella giornata.

-Ho ucciso una persona di mia spontanea volontà...non è la prima volta che uccido qualcuno, eppure questa volta è stato diverso...
Questa volta è stato un omicidio "ingiustificato", i miei target erano terroristi o estremisti e così via...tra l'altro ero tutelata dai servizi segreti spagnoli che in un modo o nell'altro riuscivano sempre ad insabbiare ciò che poteva risultare scomodo.
Era diverso...oppure no? -

Tirando il tappo della vasca, l'acqua iniziò a defluire nello scarico, mentre la ragazza infilava un accappatoio blu.

-Infondo ho ucciso uno spacciatore...
È stata pura autodifesa...
Sarebbe morto comunque, come se non lo sapessi...
Avrei anche potuto fare una soffiata anonima alla polizia, così l'avrebbero arrestato e magari riabilitato.
Ma Almanera lo avrebbe trovato e ucciso ugualmente, magari dopo aver ucciso me, dato che il carcerato avrebbe potuto spifferare qualcosa riguardante il suo capo... -

Una volta essersi buttata sul divano sbuffando, la ragazza si passò una mano sul viso, stanca e affamata.

Attraverso le dita che le coprivano il viso, Ana intravide l'assegno poggiato sul tavolino di plastica color panna.

Facendo scivolare completamente la mano via dalla sua faccia afferrò quel piccolo pezzo di carta per poi scrutarne le cifre...

1000 €...

Quei soldi sommati ai 500 per lo spionaggio facevano veramente una bella sommetta.
Con quelli avrebbe potuto finalmente comprarsi un passaporto falso e scappare lontano da quel paese facendo perdere le proprie tracce .

Buoni e cattivi.

A quel punto non c'era differenza tra i due...

Improvvisamente i suoi pensieri vennero interrotti da un pezzo di carta che era appena stato fatto scivolare sotto la sua porta d'entrata .

Cautamente la ragazza afferrò quella che si rivelò essere una busta, per poi controllare dallo spioncino che fuori non ci fosse nessuno.

Con uno dei suoi coltelli a farfalla la ragazza aprì quella misteriosa busta, contenente una lettera battuta al computer:

Gentilissima signorina Ana, dopo il lavoro portato egregiamente a termine, andando anche oltre a quanto le era stato richiesto, e dopo essere arrivato alla conclusione di non potermi fidare dei miei attuali dipendenti, le offro la possibilità di lavorare come mia personale guardia del corpo, data la sua professionalità e bravura. Durante la settimana in cui ha svolto le sue indagini, anche io ho svolto le mie ricerche su di lei, so dove vive e soprattutto come vive, credo che un cambiamento di stile di vita le farebbe comodo.

                                         Cordiali saluti
                                         Diego Almanera

Dopo aver riletto con cura la lettera, la ragazza si rese conto che la busta conteneva anche altri fogli.

Erano foto.

Foto che la ritraevano in giro per la città o in quel fatiscente vicolo di quella stessa mattina dove era avvenuto l'assassinio.

Quella non era un'offerta, quello era un obbligo, un ricatto...

Con tutta la rabbia che aveva in corpo, la ragazza scagliò il coltello nella parete che le stava difronte, facendolo conficcare nel legno del mobile di compensato.

Da quel giorno, Ana entrò in un circolo vizioso dal quale divenne difficile uscire.

Inizialmente divenne la spalla destra di Almanera, il quale gli insegnò tutto ciò che c'era da sapere sul sottomondo criminale.

Quando l'uomo venne arrestato pubblicamente, lei riuscì a svignarsela, cercando rifugio dai nemici del suo vecchio capo.

Nemici, esatto.

Ormai tutti i suoi alleati erano stati catturati o comunque la polizia era sulle loro tracce.

I nemici dei tuoi nemici sono amici.

Ana fece intuire che collaborava con l'ormai ex boss mafioso, sotto minaccia e che da quel momento in poi avrebbe lavorato solo per il migliore offerente,cercando riparo dalla sicurezza nazionale.

Dopo essersi fatta un nome, divenne il capo di sé stessa, ormai la sua agenda era piena di missioni, a differenza della sua anima, ormai vuota.

Ogni vita strappata da questa terra, le lacerava un piccolo pezzo di anima.

In quella fredda notte, in quel piccolo monastero italiano, Ana ripensava al suo passato e a come si era ritrovata in quella situazione.

-...una scelta sbagliata dopo l'altra, eppure, al momento...sembravano le cose più giuste da fare -

ANGOLO AUTRICE

NIENTE da aggiungere mi piace.
Raga che periodo di merda questa quarantena, mi sento bloccata su tutti fronti per  niente stimolata.
1 #berlino 🎉

-A. ❤

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