~WITH ME~
PROFESSORE POV
Una volta averle preso la mano e averle fatto visitare il caratteristico villaggio thailandese, le mostrai la piccola capanna in cui vivevo.
Professore :Cosa ne pensi?
Damasco :Devo dire che ti sei scelto veramente un bel posto per nasconderti.
Constató, mentre con la mano destra accarezzava un lungo pendaglio di conchiglie e perline che scendeva dal soffitto.
Damasco :Dove hai mandato gli altri?
Professore :Non posso dirtelo, lo sai...
Damasco:Nemmeno a me? Nemmeno alla tua ragazza?
Disse con fare malizioso, poggiando le sue mani sul mio petto.
Professore :No,nemmeno alla mia ragazza... Ma posso dirti dove manderò te.
Ana lo guardò confusa.
Senza nemmeno darle il tempo di porre una domanda, Sergjo si caricó la ragazza sulle spalle, per poi adagiarla sul letto.
I due amanti ridevano come due bambini.
Stesi uno difronte all'altra, una volta placate le risate, rimasero a guardarsi, in silenzio.
Il giovane uomo accarezzò la guancia della mora, per poi soffermarsi su di una piccola cicatrice situata tra l'attaccatura dei capelli e la tempia.
Professore :Che ti sei fatta quì?
Ana gli prese la mano, accarezzandone il dorso col pollice, rassicurandolo.
Damasco :Diciamo solo che ho avuto qualche piccolo problema durante il lavoro.
Professore :Fortuna che hai la testa dura...
Damasco :Ma smettila.
La feci ridere.
Era bellissima.
Damasco :Chi l'avrebbe mai detto che io, un soldato, mi sarei messa con un ladro...
Professore :Non raccontarlo a me...
Averla lì, davanti a me, era qualcosa di surreale.
Improvvisamente, il suo sguardo divenne cupo.
Damasco : Mi dispiace...
Sussurrò poggiando il suo peso sul gomito sinistro.
Damasco :Mi dispiace, per averti lasciato solo e averti urlato contro quelle cose. Ero poco lucida, ero spaventata.
Mi guardó diritto negli occhi.
Damasco :Scusami.
Tutto quello che riuscì a fare fu attirarla a me, baciarle la fronte e far poggiare la sua testa al mio petto.
Professore :Non devi scusarti. Adesso sei quì e questo è tutto ciò di cui mi importa.
~
Spalancai gli occhi, svegliato dal leggero mormorio che proveniva dalla spiaggia.
Credevo di aver sognato tutto, invece lei era ancora lì, con la sua testa poggiata al mio petto.
Decisi di non svegliarla, in modo tale da farle recuperare le energie perse durante il lungo viaggio affrontato per raggiungermi.
Andai al mercato, deciso a preparare qualcosa di speciale per quella sera .
Ormai la mia vita procedeva in quel modo.
Durante quei tre mesi, in cui ho vissuto da solo, facevo la spesa per il giorno dopo, leggevo, meditavo, nuotavo , facevo delle lunghe passeggiate e imparavo la lingua del luogo.
Una volta aver poggiato le buste sul tavolo, andai a controllare Ana, ma la camera da letto era vuota.
-Trovate!-
Era la sua voce...seguita da alcune risate divertite che arrivavano ovattate dall'esterno della casa.
Una volta essermi affacciato dal porticato di legno della mia nuova abitazione , la scena che mi si presentò, fece fiorire spontaneamente un sorriso sul mio viso.
Ana stava giocando con alcune bambine del posto.
Erano rare le volte in cui si lasciava andare...erano rare le volte in cui si faceva trasportare dalle emozioni.
Erano questi, i momenti in cui, non era un "suricato":
sempre sull'attenti, con occhi e orecchie ben aperte per studiare la situazione che la circonda.
Eccola lì... un minuto prima si stava rotolando nella sabbia e quello dopo scappava dalla schiuma delle onde che si infrangevano a riva.
Scuotendo la testa , presi un'asciugamano, mi avvicinai a lei e mi accomodai sulla morbida sabbia di quel luogo paradisiaco.
Professore :E tu...dovresti essere una spietata assassina?
In tutta risposta mi schizzó dell'acqua , per poi sedersi accanto a me.
Damasco :Domani, io e le bambine, ci faremo le treccine a vicenda...che ne dici di unirti a noi?
Professore :Effettivamente stavo giusto pensando ad un cambio di look... Quindi hai già fatto amicizia?
Damasco: Si...sono delle bambine veramente dolci...
Rispose distrattamente, con lo sguardo perso oltre l'orizzonte, mentre la sua mano sinistra vagava senza meta nella sabbia bianca.
Professore :A cosa pensi...?
Damasco:A tutto...e a niente...
Sì strinse le gambe al petto, per poi circondarle con le sue braccia.
Professore :Se ti va di parlarne, io sono quì, lo sai...
La confortai, mettendo una mano sul suo ginocchio.
Col tempo avevo imparato a non forzare le cose con Ana, a lasciarle il suo spazio.
Aveva difficoltà a chiedere aiuto alle persone, quindi era meglio aspettare che fosse lei a fare il primo passo.
Damasco: Lo so, grazie... È solo che...ieri mattina ero in Europa a...insomma uccidere, spiare e fare cose da sicario...e ora sono quì in questo posto magnifico. È stato tutto molto impulsivo, è successo tutto molto in fretta. Devo ancora metabolizzare gli eventi avvenuti nelle ultime 24 ore...
Professore : Voglio che tu ti prenda tutto il tempo di cui hai bisogno , per riflettere su questa situazione.
DAMASCO POV
Lo guardai.
Aveva appena spinto il ponte degli occhiali su per il naso, segno di grande disagio.
È sempre stato super comprensivo con me. Rispetta i miei spazi e i miei tempi.
Damasco :C'è una cosa però... sulla quale non ho bisogno di riflettere.
Professore :Sarebbe?
Damasco :Tu. Sei l'unica sicurezza che ho al momento.
Disse poggiando la testa sulla sua spalla, mentre il sole tramontava segnando il sorgere della luna.
ANGOLO AUTRICE 🌈
CIAO A TUTTIII.
1 COSA NE PENSATE DI DAMASCO
2 HO CAMBIATO COPERTINA
3 COSA NE PENSATE DELLA TRAMA IN GENERALE E IL PROFILO PSICOLOGICO DEI POCHI PERSONAGGI PRESENTATI FINO AD ORA.❤ ❤ ❤ ❤ ❤ ❤ ❤ ❤ ❤ ❤ ❤ ❤
-A.
STAI LEGGENDO
DAMASCO 💣/LA CASA DI CARTA/ 💵
FanfictionCOMPLETATA. 2020/2021 🌈 🏵 1 #lacasadepapel 🏵 1 #lacasadicarta 🏵 3 #lacasadicarta 🏵 1 #berlino 🏵 38 #life 🏵 101 #fiction Salve a tutti wattpaddiani ❤ Questa è la seconda storia che scrivo a tema "casa di carta". Questa storia prende spunto...