Ma non sarà mai abbastanza

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La mia testa era piena di pensieri che non riuscivo a metabolizzare. Era come se volessi stravolgere il mondo senza però poter fare niente . Ed era straziante quella sensazione . La voglia di piangere e cadere nella disperazione era tanta . La voglia di urlare, la voglia di urlargli in faccia che non se ne sarebbe dovuta andare che avrebbe dovuto ancora essere un genitore per ancora molto ... Ma non potevo , non più ora era andata via. Ricordo le notti passate a bagnare la federa del cuscino , ad abbracciare un pupazzo per sentirmi meno sola. Le notti passate ad ascoltare musica che aveva tutt'altro significato ma che mi trasmetteva dolore , fin troppo per della semplice musica. Ma cosa avrei dovuto fare? Cosa? Vorrei , avrei , dovevo ... Quale di queste cose è giusta. La musica in loop che non fa altro che ricordarmi che la mia di vita è un loop. Un loop misto di dolore e sensazioni strazianti. Lo stomaco di contorce sotto certi pensieri , le lacrime premono per uscire prepotentemente. La testa abbandonata sul morbido ma che fa male perché lei non ne vuole sapere di adagiarsi e stare in pace. Continua a cercare e cercare pensieri che alla fine ci sono sempre stati ma che io volevo che stessero nascosti . Vi chiederete da chi . Principalmente da me stessa e dal mio cuore  che non vuole continuare a soffrire . Ma nella vita il dolore è abbondante per tutti , magari in modi diversi , magari anche incomprensibili visti da altri punti di vista ma alla fine il dolore porta le stesse sensazioni per tutti. Gli stessi pensieri , le stesse lacrime , la stessa testa che vorresti sbattere in continuazione fino a quando i pensieri non si fermano. E così non vedi l'ora di poterti asciugare la faccia e mettere su la maschera che tanto tutti conoscono di te. Forse le uniche cose che ci fanno andare avanti sono proprio le maschere. Letali, magiche , bellissime e anche distruttive . In fondo non conosco neanche una persona che come minimo non abbia due facce . Ma alla fine non averle sarebbe scontato come aprire un ovetto e non trovare la sorpresa.

Gli alberi sfrecciavano sotto il mio sguardo. La testa pulsava a contatto con il freddo del finestrino. La voce straziante e bellissima di Lorde mi risuonava nelle orecchie . Trenton aveva detto che il viaggio sarebbe stato lungo e mi aveva prestato le sue cuffie. Così da poter pensare ancora un po'. Ero sempre stata una persona allegra con pensieri abbastanza tristi. Avevo sempre pensato che mio padre non mi volesse . Vedevo la gente , come vere e proprie famiglie e l'invidia mi mangiava viva. Ma io avevo la mamma, fino ad oggi. Ora avevo papà ma non era lo stesso. Lo sentivo e pensai che fosse normale visto che non lo conoscevo così tanto alla fine . Dopo quelli che mi sembravano pochi minuti la macchina si fermò , ero talmente tanto assorta nei miei pensieri che non avevo badato al tempo che passava.   In lontananza vidi dei ragazzi fare cose pazzesche. Chi andava in skate , chi ballava e chi disegnava con bombolette Spry. Mi girai ancora con gli occhi sgranati verso Trenton. Mi stava già osservando con un sorriso che mi scaldò il cuore, e mi fece rabbrividire. Mi slanciai verso di lui e lo strinsi forte. Poi avvicinai le mie labbra al suo orecchio. 

<<Grazie Trent>> sussurrai  talmente tanto piano che ebbi paura che non avesse sentito. Lui ricambiò subito l'abbraccio stringendomi forte, ma senza farmi male. Quando ci staccammo , afferrò la mia mano e mi condusse da quei ragazzi. Capii subito che li conosceva quando lo videro e sorrisero tutti calorosi. Con movimento veloce Trenton mi tolse le cuffie dalle orecchie  facendomi sussultare. Non ricordavo di averle ancora messe. 

<<Trenton, amico. Come mai da queste parti?>> chiese un ragazzo alto dalle spalle larghe e due occhi castani. Si salutarono con una strana stretta di mano con alla fine un'esplosione al quanto divertente. Poi il ragazzo si girò verso di me , guardandomi dall'alto . Perché diavolo gli americani erano così alti?! 

<<E tu sei...?>> chiese guardandomi.

<<Lei è off-limits, Josh>> disse Trenton guardandolo con gli occhi assottigliati. 

<<Piacere Josie>> dissi allungando la mano educatamente. Josh sorprendendomi mi tirò per la mano e mi abbracciò. Rimasi impietrita da tutto quel contatto fisico. 

Can't live without youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora