Non siete divertenti

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<<Come diavolo è possibile?!>> urlò Alan. I ragazzi erano in preda a una crisi isterica , mentre io e Colton ridevamo del loro finto dolore.

<<Così imparate a guardarmi il culo>> sorridendo mi alzai dal pavimento e uscii dalla veranda. Camminai per il giardino sino ad arrivare al gazebo in legno, ritinteggiato in bianco. Mi sedetti su uno dei divanetti e chiusi gli occhi. Sospirai, chissà cosa avrebbe pensato la mamma di questa casa. Di Colton , di me... Quei momenti erano quelli in cui temevo di più di non farcela. I momenti in cui mi mancava davvero. Il mio telefono, che tenevo stretto in una mano prese a squillare. James. Strisciai un dito sul display e accettai la chiamata.

<<Hey ,James>> dissi allegra. Ero felice di sentirlo , lo ero tutte le volte che mi chiamava. 

<<Hey , piccola>> sospirai, mi mancava ,tanto. <<Allora come va'?>>  chiese. Gli raccontai del mio primo giorno di scuola , della mia nuotata in piscina e della bruttissima figura che ho fatto mentre ballavo in costume. Ah non mi sono mica scordata che li ho stracciati alla Play. Parlammo per quelli che mi parvero minuti , ma scoprii che si trattava di ore. Il sole stava tramontando quando chiusi la chiamata e ancora una volta i miei pensieri si posarono su mia madre. Era vero , la malattia colpiva chi non se lo meritava. Mia mamma era una persona meravigliosa , aveva un centro ricreativo . Faceva anche degli incontri per i ragazzi in difficoltà. Per chi si drogava , aveva perso una persona cara , non era accettato ... Passava la mattina a lavorare , e il pomeriggio con i ragazzi. Si rivelarono tutti persone meravigliose, ed erano tutti al funerale della mamma. Spesso, per non dire tutti i giorni , stavo anch'io lì. Era mio solito giocare con i bambini  più piccoli. Avevo sempre pensato che mi sarebbe piaciuto fare la Babysitter , o qualcosa che includeva stare a contatto con i bambini. Il cielo era di un rosa-azzurro , e riuscire a vedere il mare lo rendeva ancora più bello . Decisi di entrare in casa  , incominciava a fare fresco. Quando tornai dentro c'erano solo Colton , Alan e Trenton. Gli atri erano sicuramente andati a casa.  Erano coricati in posizioni strambe e dormivano. Sorrisi a quella scena e non persi tempo a immortalarla. Dopo accesi la TV e mi coricai su una delle poltrone, lasciando i piedi a penzoloni.  Poco dopo presi sonno anch'io. 

<<Josie , svegliati >> qualcuno mi stava scuotendo per la spalla. Cercai di aprire gli occhi , ma la luce me lo impediva. Quando mi abituai ad essa vidi il viso di Colton.<<Dobbiamo andare a scuola>> annuii, girai la testa verso il divano. Alan e Trenton si stavano sgranchendo. Li imitai alzandomi dalla poltrona e sgranchendomi .

<<Non è stata una buona idea addormentarmi nella poltrona>> proprio per niente. Girai il collo in modo circolare finché non scrocchio . Un piccolo gemito uscì dalla mia bocca. Molto meglio. Guardai l'orario sul cellulare, avevo il tempo di prepararmi e mangiare , ma non né avevo abbastanza per ricaricare il telefono. Dopo la chiamata con James era il minimo dato che abbiamo passato ore a parlare. Salii in camera mia e presi dei vestiti dalla cabina armadio. Pantaloncini di Jeans chiari, maglietta a maniche corte dei Rolling Stones che mi lasciava metà spalla scoperta . Legai i capelli in una coda alta e mi truccai come ogni giorno. Quando scesi giù il mio telefono era morto, sopra la poltrona in cui mi ero addormentata. Fantastico. Andai in cucina ignorando i ragazzi che parlavano e presi i cereali dalla credenza , il latte dal frigo e una tazza. Mi sedetti a mangiare a tavola in silenzio, quella mattina non ero particolarmente loquace. Quando tutti finimmo di mangiare ci recammo in macchina. Trenton aveva la sua moto così io mi sedetti nei sedili posteriori, lasciando parlare Col e Alan . Per tutto il tragitto canticchiai le canzoni che passavano alla radio.  Mi stupii quando ne passò una Italiana, una delle mie preferite .Mentre canticchiavo i ragazzi smisero di parlare, ma pensavo che l'avessero fatto per la conclusione dell'argomento. La conoscevo a memoria. Cercai di non perdermi tra le parole, quando la canzone finì era terminato anche il tragitto in macchina. Trenton ci  aspettava vicino alla sua moto.   

<<Hey Trent, ascolta>> Alan tirò il telefono  a Trenton , lui l'afferrò agilmente, impedendogli di frantumarsi sull'asfalto . Quando avviò l'audio sentii la canzone che c'era in auto prima, poi capii che mi aveva registrata. Trenton rise.

<<Che stronzi>> non ero brava a cantare, ma non ci voleva chissà quale intonazione per cantane certe canzoni. Ci voleva ben altro, raramente mi capitava di cantare e quella era una di quelle. Mi avviai dentro la scuola , fin al mio armadietto per prendere i miei libri. I ragazzi mi seguirono ridendo.

<<Non siete divertenti>> mormorai con la testa ancora dentro l'armadietto.

<<E che non si capiva niente >> rise ancora Colton.

<<Beh se non capite l'italiano non è colpa mia>> continuai a camminare per i corridoi pedinata da quei trogloditi. Solitamente ero molto positiva, ma quel giorno non stavo affatto bene. E non fisicamente. Trovai Branna che mi aspettava davanti la nostra aula. Alan e Col, si erano smaterializzati. Mentre Trent ci seguì dentro la classe. 

<<Ti ho chiamato , ma non rispondevi>> disse Branna, mentre prendevamo posto in due banchi vicini. 

<<Scusa , il mio telefono è morto. Ieri mi sono scordata di metterlo in carica>>  mi giustificai. La professoressa entrò in classe e diede il via alla lezione. Niente di più noioso, ma nonostante ciò facevo finta di seguire per evitare un'eventuale lavata di capo. Scarabocchiai la pagina vuota del mio quaderno quando finalmente suonò la campana. Alleluia!! Presi velocemente le mie cose e seguii i ragazzi fuori dalla classe. Quando vidi un ragazzo con un pallone da Basket un'idea mi attraverso la testa.

<<Branna la squadra di Basket qui è solo maschile?>> Lei mi guardò stranita mentre scuoteva la testa. In Italia giocavo con i ragazzi del centro , in piazza , nei campetti sotto casa. Avrei chiesto informazioni in segreteria o magari a Colton se sapeva qualcosa. I ragazzi erano già seduti al tavolo, mancavamo solo noi tre. I ragazzi  erano vivaci come sempre, mentre io no. Non quel giorno almeno. Non che fosse un giorno particolare, era uno come gli altri. 

<<Tutto okay?>> mi chiese Colton visibilmente preoccupato. Annuii regalandogli un sorriso sincero. Una ragazza si avvicino al nostro tavolo.  Bionda, pochi vestiti, troppo trucco e gatta morta vista da lontano. Si avvicinò a Trenton, che notai solo in quel momento essere  accanto a me. 

<<Hey tesoro. Mi chiedevo se avessi da fare>> E se si poteva la sua voce era più finta delle sue tette. Tossii per coprire l'improvviso silenzio, ma la ragazza pensò che l'avessi fatto per coprire una risata. Ma di divertito io non avevo niente.  

<<Hai qualche problema, stronza ?>> mi chiese con quella sua vocina fastidiosa. Due giorni erano passati e due persone mi avevano preso per quella che non ero. Non mi facevo mettere i piedi in testa io.

<<A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere il dubbio, sai?>> mi alzai mettendomi davanti a lei <<prendi in considerazione il mio consiglio>> afferrai il mio zaino senza smetterla di guardare , poi mi girai e gli sbattei la mia coda in faccia. Ah, brutta troia!!Così impari a darmi della poco di buono. Mia madre mi ha insegnato le buone maniere , non si può dire lo stesso della sua di madre. Tutto questo nervosismo mi stava per portare all'esasperazione. Uscii fuori dalla mensa , percorrendo il corridoio fino a respirare l'aria pulita. In cortile c'erano persone che parlavano, fumavano o semplicemente come me , avevano bisogno di un po' d'aria. 

<<Vuoi?>> Ethan era accanto a me , seduto sulle scalinate dell'entrata. Mi stava offrendo una sigaretta, all'inizio la guardai disgustata. Di scatto gliela tolsi dalle mani , mi passò l'accendino. Aspirai, la prima volta tossii per la mancanza d'abitudine, poi ci presi la mano. Non era la prima volta che fumavo, avere un'amico più grande  aveva i suoi vantaggi. La nicotina arrivò ai miei polmoni causandomi un leggero bruciore che pian piano  si trasformò in piacere. Ebbe un'effetto tranquillante , mi sentivo meglio.

<<Meglio?>> chiese Ethan che era rimasto in silenzio per tutta la durata della sigaretta.

<<Si, molto>> 

Can't live without youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora