Trenton
Mio dio. Quel sorriso. Era completamente assorta nella musica, persa nelle spiegazioni dei ragazzi. Persa nella felicità che prima era sparita , ma che ora era come se prima non fosse successo niente. Forse era proprio questo che rendeva Josie così speciale , e forte. Faceva passi fluidi e quando sbagliava faceva una buffa espressione e scoppiava a ridere.
<<Chi l'avrebbe mai detto che a Trenton Miller sarebbe potuta piacere una ragazza con il cervello e l'umorismo>> vicino a me la figura di Terry che se la rideva di me.<<Ah ah , divertente>> risposi alzando gli occhi al cielo. Non riuscivo a distinguere il mio sguardo dalla sua figura in movimento.
<<Che succede?>> chiese andando dritto al punto. Sospirai , rendendomi conto che ero lì ma una ragione che mi era del tutto sconosciuta.
<<Sta soffrendo, e io non so cosa fare. Non mi sono mai trovato in situazioni del genere o comunque non ci mi ci sono mai voluto immischiare. Mentre questa volta è ... è >>
<<Diverso?>> chiese guardandomi. Annuii continuando a guardare in lontananza. <<Sai cosa significa? Che ti stai facendo carico di qualcosa. Di cui probabilmente non sai la causa, o magari si. Stai cercando di prendere anche solo un pezzetto di quel dolore. Sono sicuro che a quella ragazzina non interessi il perché , o il come. Il solo gesto, o il solo provarci è già molto Trent, non credi?>> non sapevo che rispondere, così mi limitai ad annuire.
<<Mi credi se ti dico che non so davvero come fa ad andare avanti?>> Era vero quello che avevo detto. Dio, aveva perso la madre . Non aveva mai conosciuto il padre che ora ha un'altra famiglia. Vive in un altro stato e i suoi vecchi amici non sono con lei. Non riesco a capire quali siano le sue ragioni di vita. Cosa gli sia rimasto dentro per continuarla a fare andare avanti. Più cercavo di capire un buon motivo, più in realtà capivo la forza di voler vivere di Josie. A distogliermi dai miei pensieri ci pensò la suoneria del mio telefono. Estrassi fuori dalla tasca posteriore dei Jeans il cellulare e guardai il mittente prima di portarlo all'orecchio.
"Hey, Colton"
"Come va?"
"Tutto bene, sembra stare meglio" dall'altro capo del telefono sentii il mio migliore amico sospirare.
"Bene, i miei sono partiti improvvisamente per un impegno quindi stavo pensando di organizzare qualcosa . Sai per non farla dormire sola, e il resto"
"Conta pure su di me, tra poco torniamo a casa comunque" dopo esserci salutati chiusi la chiamata e mi avvicinai a Josie e ai ragazzi insieme a Terry.
<<Jojo, dobbiamo tornare a casa . Prima che tuo fratello mi sguizzagli i cani al collo>> mi sorrise e poi uscì il labbro inferiore mettendo su un'espressione da cane bastonato.
<<Altri dieci minutiii>> sembrava una bambina, ed era adorabile. Mi sarebbe piaciuto tantissimo immortalare la sua espressione e poterla rivedere tutti i giorni.
<<Mi spiace ma dobbiamo davvero andare. E magari qualche volta possiamo tornare>> cercai di arrivare a patti, e mi sembrò felice di sentire quelle parole. Mi saltò al collo e mi abbracciò. Come quando concedi un'ultima caramella ad un bambino.
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Era notte fonda , eravamo a casa di Colton . Io, lui , Josie , Alan e Ethan. I tre avevano stretto molto quindi Colton aveva pensato di invitare anche lui ed Alan. Avevamo bevuto parecchio , forse troppo. Josie era messa sotto sopra sul divano in una strana posizione. E stavamo ribattendo sul fatto che sicuramente stava scomoda. Ma continuava a ripetere che così era più divertente.
<<So-no se-ria, è-è com-odo>> per lo più gli era venuto il singhiozzo e la cosa la rendeva ancora più divertente. Aveva la faccia rossa , i capelli lungo il sedile del divano e la faccia corrucciata.
<<Sa-pe-te, le sedie d'os-pe-da-le sono scomode>> singhiozzò. <<Dio, spero di non vederlo neanche da lontano quel posto orribile. Alla fine risucchia via l'anima delle persone fino a quando non muoiono. E per questo che la mamma è morta , perché era lì. Sapete, magari sarebbe ancora viva, chissà>> disse seria. Talmente tanto che mi gelai dentro. Mi alzai , la presi per le gambe e la misi sulle mie spalle.<<Meglio portarla a letto>> i ragazzi , proprio come me , non sapevano che dire.
<<Cavolo, hai proprio un gran bel culo>> disse Josie. Alzai gli occhi al cielo. Se fosse stata sobria non l'avrebbe mai detto , oppure sarebbe arrossita subito dopo. Salii fino in camera sua e la poggiai sul letto. Visto che indossava una tuta decisi di non smuoverla più di tanto. Le rimboccai le coperte , spensi la luce e feci per uscire quando mi fermò.
<<Trent, credi che Dio mi ha portato via la mia mamma perché era buona? Anche se mi ha nascosto di mio padre era una gran donna , sai?>> disse nel buio della stanza. Mi avvicinai a lei, presi posto nel suo letto . Lei spostò la testa sulle mie gambe e automaticamente presi ad accarezzargli i capelli.
<<Non lo so Jojo, non sono proprio un credente>> confessai.
<<Beh, neanch'io. Ma non riesco a trovare un'altra motivazione per cui lei mi abbia mollata così presto>> sussurrò tra le lacrime.
<<Lei non se n'è andata Jojo, è vicino a te , sempre. Notte e giorno, anche se non puoi vederla lei ti protegge. Perché è ancora nel tuo cuore>> ero felice che non potesse vedere le mie lacrime. Ogni sua parola mi colpiva dritto al cuore, talmente forte che facevo fatica a mantenere il respiro regolare.
<<Ti va di rimanere qui con me?>> chiese alzando la testa dalle mie gambe. La luna illuminava il suo volto coperto dalle lacrime. Passai i pollici sotto i suoi occhi asciugando quelle lacrime calde e sofferenti. Le feci segno di spostarsi un po' , così mi infilai anch'io sotto le calde coperte. Eravamo faccia a faccia , e ci guardavamo come se stessimo dialogando, anche se nessuno dei due parlava. Josie si avvicinò e poggiò la sua testa sopra il mio petto. La strinsi tra le mie braccia e le lasciai un dolce bacio sulla testa. Lì in quel letto, con quella fortissima ragazza , mi sentivo nella pace più assoluta.
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Josie
Venni accecata dalla luce del sole, mi coprii con il cuscino e mugugnai qualcosa di incomprensibile. La testa pulsava talmente tanto da farmi male. Dio, ma che avevo fatto la sera prima?
<<Jojo, smettila di togliermi il cuscino>> Aprii di colpo un'occhio e sbirciai da sotto il cuscino. Ma che diavolo...? Trenton si stava stropicciando gli occhi. Okay, rimani calma. La sera prima avevamo sicuramente bevuto un goccio di troppo , o almeno io. Solo che non capivo perché Trenton era lì con me. Di colpo la porta si aprì facendomi saltare in aria.
<<Non voglio sapere cosa o perché , ma dovete muovervi . Abbiamo lezione tra 10 minuti!>> non ebbi il tempo di elaborare del tutto la cosa, ma mi alzai insieme a Trenton e mi affrettai ad andare in bagno. La mia testa continuava a pulsare e la sensazione di star per vomitare aumentava.
Raggiunsi il bagno dove lavai faccia e denti. Vidi la mia faccia, constatai che avevo una bruttissima cera. Districai i capelli velocemente lasciandoli sciolti e ribelli. Andai in camera e dall'armadio ne uscii un jeans , una maglia bianca e una felpa nera. Afferrai lo zaino, non sapendo neanche cosa ci fosse dentro e andai al piano di sotto. I ragazzi andavano da una parte all'altra come dei pazzi. Ethan si stava allacciando la cintura , Alan si stava infilando la maglia e Trenton per poco non cadeva mentre cercava di far calzare una sua scarpa. Inevitabilmente scoppiai a ridere di gusto. Tutti si bloccarono e mi guardarono .
<<Siete proprio strani voi americani>> mormorai scuotendo la testa.
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Nuovo capitolo!
Spero che vi piaccia. Spesso il dolore non è una cosa facile da gestire e neanche da riuscire a non mostrare. Spero che la storia vi stia coinvolgendo. Votate e commentate !
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Can't live without you
RomanceJosette Blossom, anche nota come Josie. Lunghi capelli castani, occhi da gatta e tanta , tantissima dolcezza. Dopo la morte della madre Josie è costretta ad andare a vivere con il padre e la sua famiglia. Un padre che conosceva solo da sei mesi. Dal...