Dolore. Sentivo solo dolore, corporeo e mentale. Almeno per due ore ero stata con la mente impegnata. Non mi restava che prendere le mie cose e tornare a casa, Ethan mi aveva detto che gli allenamenti della squadra di Football erano stati annullati . Quindi o Colton era rimasto a casa a non fare niente, oppure era uscito e non sarebbe tornato prima di me , così che io lo potessi evitare. Sperai sulla seconda opzione e non sulla prima, so che si sentiva in colpa ma non doveva dire quelle cose anche se dettate dalla rabbia. Mi aveva ferita e mi dispiaceva davvero non avergli detto nulla del bacio.
<<Jo, aspetta>> mi voltai a guardare Ethan davanti l'uscita della palestra. <<Ti do un passaggio>> sorrisi stancamente. Ethan era proprio una bella persona, sarebbe sicuramente piaciuto alla mamma. Erano simili, sempre allegri , con un sorriso genuino e tanto ma tanto interesse per le persone che li circondavano.
<<Grazie>> rimanemmo in silenzio mentre ci recavamo nel posteggio e salimmo in auto. Una volta seduta presi a tamburellare con il piede sul tappetino dell'auto. Il nervosismo mi stava divorando, l'attesa ancor di più. Ethan allungò la mano toccando il mio ginocchio e bloccandomi gentilmente la gambe.
<<Ne vuoi parlare?>> disse riferendosi a quello che Colton disse quella mattina.
<<Anche se sono furiosa con Colton per quello che ha detto, non posso far a meno di sentirmi in colpa. Se non avessi baciato Trenton tutto questo non sarebbe successo>> per tutto il tempo guardai fuori dal finestrino. Ero convinta di ciò che avevo detto.
<<Credo soltanto che tu e Colton abbiate affrettato i tempi per creare un legame fratello-sorella>> aggrottai le sopracciglia non capendo cosa volesse dire.
<<Non capisco cosa intendi>> dissi la verità , incurante di sembrare rintontita.
<<Solitamente tra fratelli c'è un forte legame perché si ci conosce bene, dalla nascita. Mentre il tuo legame con Colton è stato forzato>> Perché non l'avevo capito prima?! Mi diedi mentalmente della stupida. Forse lui non aveva ancora accettato il fatto di avere una sorella, nata soprattutto dal tradimento di nostro padre. Non mi ero mai messa nei panni di Colton, mi sentii un'egoista. A me aveva fatto piacere avere un fratello ma magari lui non la pensava come me.
<<Hai qualche consiglio da darmi?>> chiesi a Ethan. Lui alzò le spalle , anche se erano amici neanche lui sapeva come riparare la situazione. Poi un'idea mi balenò in testa, mia mamma lo faceva spesso . E magari Cloe mi avrebbe potuto dare una mano. Una volta davanti casa mia mi affrettai a prendere il mio zaino. Mi sporsi lasciando un bacio sulla guancia di Ethan.
<<Grazie>> dissi a mezza voce davvero grata, sorrisi. Aprii il cancello con la chiave elettronica e aspettai con ansia che il cancello scorresse. Appena ci fu abbastanza spazio per passare corsi fino alla porta di casa, aprii e varcai anche quella. Una volta dentro andai in cucina , dove trovai Cloe che sorseggiava qualcosa da una tazza. Supposi fosse caffè per il colore scuro che possedeva.
<<Ciao tesoro>> mi sorrise. Quando notò che avevo il fiato corto aggrottò le sopracciglia.
<<Colton è in casa?>> chiesi respirando affannosamente.
<<No, perché?>> chiese confusa, e aveva anche ragione dato che non gli avevo detto nulla.
<<Ho intenzione di preparargli una torta al cioccolato, per scusarmi con lui>> dissi questa volta.
<< E' successo qualcosa?>> chiese con un cipiglio sul volto. Cloe era apprensiva, un'altra madre mi avrebbe subito accusato probabilmente, ma non lei. Ero felice che mio padre avesse vicino una persona così, ed ero sicura che Colton non era molto diverso dalla madre.
<<Abbiamo affrettato troppo le cose>> Neanche stessi parlando del mio fidanzato. Ma lasciando stare questo , dovevo ancora lavarmi e preparare una torta. <<Credo che prima farò una doccia>> risi per nascondere l'imbarazzo, sicuramente non profumavo di rose. Avevo sempre odiato sudare anche se ero una persona abbastanza sportiva. Salii le scale fino ad arrivare alla mia camera , vi entrai e senza perdere tempo andai a farmi una doccia. Una volta pulita e profumata non mi premurai di asciugare i capelli così li legai in due morbide trecce che partivano dalla cute e finivano accarezzandomi i fianchi. Scesi le scale saltellando come quando ero bambina. Mi ricordai di una volta che avevo otto anni e stavo facendo la stessa identica cosa appena mia madre mi disse " Stai attenta!" caddi giù per le scale. Mi ruppi un braccio e il gesso fu firmato da tutti i miei amici . In fin dei conti non mi era andata male, mia mamma mi portava lo zaino a scuola, non potevo scrivere e potevo guardare di più la TV. Una volta giù dalle scale andai in cucina. Cloe era intenta a preparare qualcosa per la cena, c'era un buon profumino nell'aria.
<<Jo, Colton non torna per cena>> disse dispiaciuta. Oh , beh ... Avrei sempre potuto fare la torta e fargliela trovare quando tornava, no? Sorrisi nascondendo quel velo di delusione, mi sarebbe piaciuto chiarire al più presto.
<<Beh, la mangerà quando torna>> dissi infine. Dopo qualche ora la torta era pronta , e così anche la cena. Papà mi chiese com'era andata la giornata, io avevo sorriso e finto come mai prima d'ora. Dopo cena , sia Cloe che papà andarono a dormire, al mattino presto li aspettava il lavoro. Io presi posto su uno degli sgabelli in cucina osservando la torta al cioccolato, per convincere mio padre a non mangiare la torta c'era voluto un po'. Avevo come l'impressione che io e lui fossimo due golosoni. Un'altra delle tante cose che avevo in comune con lui. Poggiai la testa sopra la penisola sentendola all'improvviso molto pesante.
<<Josie>> sentii una fonte di calore sulla spalle e una voce familiare. Non vedevo nulla, rendendomi conto poco dopo che avevo gli occhi chiusi. Ma che...? Mi ero addormentata, che imbranata che ero. Aprii gli occhi strofinandoli con le mani chiuse in due pugni. Mi ritrovai davanti il volto dispiaciuto di Colton.
<<Ti ho fatto una torta ... per scusarmi, ecco>> mi affrettai a dire , passandomi una mano dietro il collo e mi pizzicai la radice del naso imbarazzata. Lui sembro sentirsi ancora più in colpa, lo vidi chiaramente dai suoi occhi tristi.
<<Avrei dovuto farti io una torta>> disse tenendo lo sguardo basso persino mentre si sedeva. <<Mi dispiace aver detto quelle cose su tua madre, su di te>> sembrava veramente dispiaciuto, la rabbia spesso fa dire cose che in realtà non si pensano.
<<E a me dispiace essermi impicciata e aver baciato Trenton. Tra me e lui non ci sarà altro oltre l'amicizia>> dissi con voce assonnata e pacata, credevo davvero in quello che dicevo.
<<Lo so, solo che ero arrabbiato>> mi sorrise con uno sguardo tra il dispiaciuto e il rassegnato.
<<Sai, Ethan mi ha fatto capire che forse abbiamo corso un po' troppo. Nessuno dei due è abituato ad avere intorno un fratello o una sorella. E' cambiato tutto troppo in fretta >>sorrisi anch'io guardandolo in quei occhi tanto simili ai miei.
<<Credo che tu sia l'errore più bello che abbia fatto nostro padre>> i miei occhi si inumidirono. Tirai su col naso, facendo girare Colton si scatto.
<<Non volevo farti piangere >> mormorò accigliato.<<E solo che ho le lacrime facili >> tirai su col naso nuovamente. Colton mi posò un braccio sulle spalle e mi fece appoggiare la testa sul suo petto. Colton come Trenton aveva un buon profumo maschile , mi domandai perché avevo fatto quel paragone . Decisi solamente di mettere in un angolino del mio cervello quell'osservazione, stupida a parer mio.
STAI LEGGENDO
Can't live without you
RomanceJosette Blossom, anche nota come Josie. Lunghi capelli castani, occhi da gatta e tanta , tantissima dolcezza. Dopo la morte della madre Josie è costretta ad andare a vivere con il padre e la sua famiglia. Un padre che conosceva solo da sei mesi. Dal...