The scar, I can't reverse
La cicatrice, che non posso eliminare
And the more it heals, the worse it hurts
E più guarisce, più fa male
Gave you every piece of me
Ti ho dato ogni parte di me
No wonder its missing
Non mi sorprende che manchi
In momenti come quelli neanche la musica poteva aiutarmi, ma mia madre si. Solo che non poteva. Sentivo una voragine nel mio cuore che si apriva sempre di più , tutte le emozioni negative che avevo represso ora stavano uscendo in un sonoro pianto in un parco abbandonato non molto lontano dalla scuola. Quando fui un po' più calma decisi di alzarmi, non prima di aver controllato in che condizioni fosse la mia faccia. Il trucco era un po' scolato, niente che un fazzoletto imbevuto non avesse potuto aggiustare. Tuttavia non potevo fare sparire il rossore dei miei occhi e neanche il gonfiore delle mie labbra, che avevo strofinato sulla manica della mia giacca più volte. Una volta in piedi raggiunsi la scuola , presi alcuni libri per le ultime due ore di lezione e andai in bagno. Mancavano pochi minuti al suono della campana e così all'inizio della lezione successiva. Poggiai i libri sul lavandino nella parte asciutta e aprii il rubinetto. Passai le mani sotto al getto fresco dell'acqua e poi le mani sulla faccia. Strappai un pezzo di carta dal distributore, asciugandomi il viso e le mani. Prima che potessi uscire vidi entrare Nicole che mi guardò con sguardo sollevato ma anche confuso.
<<Ti abbiamo cercato ovunque , dov'eri finita? Stai bene?>> chiese tutto d'un fiato. Annuii per fargli capire che stavo bene e gli regalai un piccolo sorriso. Continuava però a scrutarmi diffidente, segno che non aveva creduto alle mie parole. Non ero riuscita a convincere neanche me stessa.
<<Meglio andare in classe se non vuoi perdere la lezione>> mi prese a braccetto e insieme camminammo per i corridoi che si stavano svuotando. Mentalmente la ringrazia per non aver insistito, Nicole riusciva sempre a capire come comportarsi nelle diverse situazioni . Una volta in classe presi posto in un banco infondo all'aula, portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Non alzavo lo sguardo dal mio banco da quando anche Colton aveva fatto il suo ingresso in classe. Per mia fortuna era dalla parte opposta alla mia, in uno dei primi banchi. All'entrata del professore di letteratura il rumore cessò e tutti presero posto , pronti per la lezione.
Fui immersa nei miei pensieri per tutta la lezione, talmente tanto da non sentire il tocco di una pallina di carta sul mio braccio. Quando notai il foglietto di carta sul mio banco lo presi e lo aprii.
Hai pianto?
Mi guardai intorno , in cerca della persona che mi aveva posto quella domanda. Quando incrociai l'oceano in un solo sguardo mi affrettai a scuotere la testa in modo sicuro. Tornai con lo sguardo sul mio libro, poco dopo un'altra pallina mi distolse dalla lezione, non che la stessi seguendo . Questa volta nella carta c'era scritto :
Hai gli occhi tutti rossi :(
A completare il tutto una faccina con la bocca incurvata all'ingiù che mi fece sorridere anche se per poco. Non mi girai a guardarlo nuovamente, era stato proprio Trenton a mettermi ancora di più nei guai con Colton. E anche se il mio fratellastro aveva detto cose bruttissime , per quanto mi riguardava, non volevo continuare a fargli un torto. Aveva ragione, baciarsi non era niente.
Quando la campana segnò la fine delle lezioni la maggior parte degli studenti uscì dall'istituto, mentre gli altri ,come me, dovevano rimanere per gli allenamenti. Andai nel mio armadietto per posare i libri e per prendere il cambio per l'allenamento. Chiusi l'armadietto e nel girarmi mi scontrai con qualcuno, finendo sul pavimento. All'inizio pensai che fosse un muro per quanto era duro, ma poi mi ricordai che non c'erano muri vicino il mio armadietto.<<Scusa, stai bene?>> disse il ragazzo. Mi bloccai a guardarlo, aveva gli occhi del colore dell'ambra e i capelli color cioccolato. Mi stava porgendo la mano, io gli sorrisi e afferrai la sua mano.
<<Si, scusa ero distratta>> avevo stampato in faccia un'espressione dispiaciuta e anche molto imbarazzata. Raccolsi con il suo aiuto la mia borsa da terra e la divisa da Basket.
<<Così sei tu la famosa ragazza che è entrata nella squadra maschile di Basket>> per poco non gli scoppiai a ridere in faccia . Famosa? Era una battuta o cosa? Stavo per rispondere quando una voce mi precedette.
<<Gira al largo Parker>> mi voltai a guardare Colton. Il mio umore tornò nero con un solo sguardo. Lasciai un sorriso al ragazzo e poi superai Colton ignorando completamente ogni suo tentativo di rivolgermi la parola. Volevo solo mettere distanza tra me e lui, sperando che così la tristezza non contagiasse ancora.
<<Lasciala sbollire amico>> sentii la voce di Ethan che cercava di fermare Colton .
<<Non può essere arrabbiata con me all'infinito>>Mi bloccai , feci dietrofront bloccandomi a pochi centimetri dai due.
<<Io non sono arrabbiata , sono profondamente delusa. Perché ce l'avevi con me e hai usato mia madre solo per farmi sentire una merda>> mi girai e mi recai in palestra. Avevo appoggiato le mie cose sulla panchina dove stavano le riserve.
Tremavo per il nervoso, così presi a camminare avanti e indietro , e contai. Man mano che contavo il tremolio diminuiva . Una volta calma del tutto presi le mie cose e andai nello spogliatoio delle ragazze. Una volta dentro tutti gli sguardi delle ragazze si posarono su di me . Per come ero entrata ero uscita entrando in quello maschile.<<Cosa fai qui?>> chiesero Ethan e Alan insieme sbalorditi .
<<Non ho intenzione di dividere lo spogliatoio con quelle ragazze>>
<<Sono meglio le occhiate dei ragazzi?>> chiese Alan. Tirai fuori dallo zaino un telo-mare e diedi un'estremità a ognuno di loro. Sorrisi e mentre loro distoglievano lo sguardo e fulminavano gli altri io mi cambiavo alla velocità della luce . Una volta pronta tolsi il telo e raccolsi i miei capelli in una lunga coda. Ero pronta a sudare più che mai. Volevo solo scaricare la mia mente e non pensare a quanto era successo. Lo sport era sempre stato un buon lassativo per i miei problemi.
Diamo il via alle danze , signori e signori.
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Can't live without you
RomanceJosette Blossom, anche nota come Josie. Lunghi capelli castani, occhi da gatta e tanta , tantissima dolcezza. Dopo la morte della madre Josie è costretta ad andare a vivere con il padre e la sua famiglia. Un padre che conosceva solo da sei mesi. Dal...