CAPITOLO XI

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Dante, Hemingway, Shakespeare, ma niente Duma.

Lo cerco ovunque, non lo vedo. Tra gli scaffali, sul ripiano più alto e su quello più basso. Niente. Non c'è nulla.

Mi guardo intorno. Ancora un po scosso da prima, vado avanti tra gli scomparti del settore.

Davanti a me, lo "spazio lettura", ogni settore ne ha uno.

È abbastanza grande da potersi permettere una decina di tavolini. Tutti occupati per la maggior parte da adulti attempiati. Riconosco anche alcuni miei compagni del corso di Storia che, probabilmente, hanno avuto la mia stessa idea.

Mi guardano, come se fossi un animale al macello. Il terrore nei loro occhi che squadrano la mia figura da testa a piedi. Resisto per un po, cerco di sembrare il più normale possibile, ma è tutto inutile.

Continueranno a fissarmi, tutti con gli occhi puntati su di me. Perché sono pazzo, e non potrò mai cambiarlo. Non importa quanto io mi sforzi di sembrare normale, la gente se ne frega di queste cose.

Sono solo un fenomeno da baraccone sotto il grande tendone di un circo pieno di spettatori, dove o li diverti, o ti tirano i popcorn in faccia, e non puoi andare via.

Il circo non dorme mai.

-Che ansia.- bisbiglia una ragazza ad un tavolo. Non lo avrei sentito, se la stanza non fosse stata silenziosa. Il compagno si gira e le risponde

-Dicono che sia pericoloso. A me è bastata la scena dell'altro giorno, a Storia. -

Pericoloso.

Ansia.

La gente pensa questo di me?!

Bene. Le persone non mi sono mai piaciute.

Esco dalla stanza, vado verso il bancone all'entrata

-Posso aiutarti?- l'anziana bibliotecaria mi rivolge la parola

- Avete un'altra copia de "I Tre Moschettieri" di Alexandre Duma?- chiedo.

-Sei già il terzo che ce la chiede. Dovrei averne ancora un paio di là in magazzino- e sparisce dietro la porta. Poco dopo torna con in mano un libro che dà l'impressione di non venire aperto da molto tempo.

-Questa era l'ultima copia. Scusa ma è un po vecchiotta. - mi porge il libro.

-Va benissimo- lo afferro -glielo riporto... martedì. Per lei va bene?-

-Benissimo. Come la posso registrare?- mi guarda negli occhi per un attimo, e solo ora la vedo: la paura. Anche lei ha paura di me, del mio aspetto.

Rabbia, esplode nel mio petto. La sento risalire per le mie vene, non riesco a controllarla. Non voglio controllarla.

Perché? PERCHÉ?

Perché hanno tutti paura di me? Non sono un assassino, non sono un maniaco. Sono pazzo probabilmente, ma non pericoloso. Mi fan passare per quello che non sono. Ma se è questo quello che vogliono

-Pazzo.- dico. La vecchia alza la testa per guardarmi.

-Come scusa?- bisbiglia.

-Ansia.- continuo, lei sempre più confusa, più spaventata.

-Pericolo. Scelga lei.- pausa -Tanto... è questo che sono.- afferro il romanzo e me ne vado lasciandola lì.

Non posso cambiare il modo di pensare di tutto il mondo. Ma forse, almeno la bibliotecaria sarà più tranquilla quando verrò a restituire il libro.

- - - - -

Scendo dalla corriera, il resto del tragitto che devo percorrere non è raggiungibile, se non a piedi.

Cammino sul marciapiede a passo alquanto spedito, questo posto è esattamente come me lo ricordavo, anche se non passo da qui da un bel po di tempo. Guardo le mie scarpe: ho una stringa slacciata.

Mi fermo davanti ad un muretto, che fa da steccato ad una casa tipica ma al tempo stesso originale.

Compio veloce questo gesto abituale ma il proprietario della casa esce dalla porta principale, spero non per dirmi qualcosa per il piede sul muretto. Alzo lo sguardo per constatare la mia ipotesi...

Cazzo.

Dio, no. Ti prego.

Perché ora?

Riconosco la chioma dorata che esce dalla porta di legno e percorre la piccola veranda sul lato frontale della casa. E così... questa è la casa di Debby.

Devo andare via. Non voglio spaventare anche lei, sono pericoloso. Non è al sicuro con me, ed io non voglio che le succeda niente di male.

Mi nota e sussulta per un attimo, capisco che ritrovarsi l'Ansia davanti a casa propria non deve essere piacevole. Mi sorride, agita la mano in segno di saluto ed io, io mi alzo, la guardo, e come un muro di pietra, vado via.

-Louis?!- scende veloce per la strada, cercando di raggiungermi.

-Vai via Debby, fai finta di non avermi visto.- dico accelerando il passo, ma lei non smette di seguirmi.

-Potresti almeno salutarmi!- mi ha quasi raggiunto. Veloce la ragazza!

-Okay, se è questo che vuoi. Ciao! Ora vai via e lasciami stare.- mi raggiunge. Mi afferra il braccio, costretto a fermarmi, mi volto verso di lei.

-Mi dici che cosa ti prende?-

-Non fare l'educatrice con me. Vattene, lo faccio per il tuo bene.- si irrigidisce un attimo.

-Sei tu che mi hai cercata. Sei tu che hai voluto parlarmi. Sei tu che mi hai invitata ad uscire e che mi hai preso la matita e che mi hai scritto. Pensavo fossimo amici, perché mi tratti male adesso? Cosa ho fatto?- quasi grida. Chiudo gli occhi, non si merita tutto questo, ma lei deve andare avanti senza di me, deve andare così.

-Tu non hai fatto nulla.- grido. -Non hai fatto nulla- mi calmo. Prendo un respiro profondo prima di continuare.

-Non voglio fare paura anche a te.- ammetto. C'è un attimo di silenzio, lei ha gli occhi fissi sul mio viso, ma io sono troppo codardo per alzare lo sguardo da terra. Poi lei dice piano, quasi un sussurro.

-Io non ho paura di te.-

La guardo. Non mi ero accorto di quanto fosse bella oggi.

Avvolta nella sua solita sciarpa verde, il suo giaccone marroncino e il colorito roseo sul viso. Gli occhi grigi risaltano ancora di più nel clima invernale di novembre.

Non dico nulla. La afferro per un braccio e la trascino per la strada.

La porterò dove solo so io.

E vedremo se non avrà paura di me, dopo.

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ANGOLO AUTRICE:
Hola!
Ed ecco il capitolo XI. Chissà dove Louis vuole portare Debby (beh, io ovviamente lo so)
Comunque... come se non si fosse notato, le immagini che metto all'inizio del capitolo, hanno a che fare con lo stesso.
Quindi, credo di avervi appena fatto spoiler AHAHAH
Gente, sono arrivata ad una conclusione, sono sempre più convinta che gli inventori di Tumblr, non so come, abbiano impiantato nei cervelli di chi ha un account un microchip che spia le nostre vite e le nostre idee. Perché, giuro, non è possibile che ogni santa volta che mi viene un'idea per ABWS, vado su Tumblr per farmi un giro e mi capitano nella Dash foto e gif che sembrano fatte apposta per quella situazione.
Sono bellissime, vorrei farvele vedere tutte ma purtroppo oltre che una foto a capitolo non posso mettere nulla. Gif non le prende, e neanche WhatsApp.... l'unico modo è Tumblr, ma......ecco.....il mio account........non lo dirò.
Non so che fare. Ma ad ogni modo sono quasi arrivata alla fermata del pullman quindi chiudo qui.
Ciao xx

Come sempre vi consiglio:
-The White Wall
-That Meter
-Tears Of An Angel
-Before You Leave Me
-Harolda Stilosa (ironica)

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